venerdì 31 agosto 2012

Tangenziale nel Parco Brianza Centrale: il PD è contrario (a Seregno), ma anche a favore (a Meda)


Il Pd contro la Pedemontana: «Fermate quel sovrappasso». È un collegamento al confine tra Seregno, Meda e Seveso. «Comprometterebbe il parco del Meredo e la sua natura»
di Paolo Colzani, tratto da Il Cittadino del 25 agosto 2012

SEREGNO - No a quel sovrappasso, perché invaderebbe un'area oggi libera e finirebbe con il costituire un ostacolo alla fruizione del parco del Meredo da parte di chi risiede a Seveso e Meda.
È l'appello che arriva dal circolo seregnese del Partito democratico, determinato a far annullare il manufatto previsto quale opera complementare di viabilità nell’ambito della realizzazione di Pedemontana, per collegare la via Vignazzola di Seveso alle vie Cadore e Wagner di Seregno, lungo il confine con Meda, scavalcando la ferrovia esistente.

«La società autostradale -spiega Mauro Brivio, segretario del circolo proponente- non ha mai risposto alla risoluzione che poco più di un anno fa abbiamo presentato e che è stata approvata all’unanimità in consiglio oomunale, con la finalità di ottenere la modifica del tracciato. A settembre, però, torneremo alla carica su questo argomento».

Brivio si addentra quindi in un approfondimento: «Ragionamenti al nostro interno successivi a questa prima risoluzione, secondo gli accordi votata anche dal consiglio comunale di Meda, che a mio parere tuttavia commise l’errore di emendarla e di fatto la vanificò, ci hanno indotti ad intraprendere una lotta per far cancellare quest’opera e non più solo per approdare ad una sua variante. Quando il consiglio comunale di Seregno tornerà a riunirsi dopo le vacanze estive, presenteremo perciò una nuova risoluzione, che rappresenterà una prima ed importante iniziativa per contrastare un'infrastruttura inutile».


Il perché di questa inutilità è presto illustrato: «Il sovrappasso comprometterebbe il carattere e l'identìtà del parco, poiché la sua sopraelevazione ed i terrapieni necessari per la sua edificazione sarebbero in contraddizione con la natura di spazio vuoto che è propria della medesima area verde. ll progetto contempla inoltre una nuova rotatoria sempre nel parco, che andrebbe ad intercettare una pista ciclabile esistente. ln questo modo, considerate le estensioni residuali che il tracciato genererebbe ed i vicini tessuti urbanizzati, il pericolo di una nuova espansione sarebbe concreto e si determinerebbe una barriera fisica alla permeabilità ed all’utilizzo dell’insieme da parte di sevesini e medesi». Ecco pertanto l'esortazione finale: «Invitiamo l'amministrazione comunale di Seregno a muoversi subito, per far annullare questo intervento e consolidare nel piano di governo del territorio il margine del parco con una fascia boscata».



L'intervista
Meda lo vuole: «Senza strada caos al Polo»
di p. col., tratto da Il Cittadino del 25 agosto 2012

MEDA - «In politica bisogna spesso riflettere per trovare un punto di equilibrio o al limite anche per ricercare il male minore. Per questo diciamo no alla cancellazione del sovrappasso». Simona Buraschi, vicesindaco ed assessore alla Pianificazione territoriale ed ai lavori pubblici del Comune di Meda, dove è una delle figure più in vista del Partito democratico, replica così quando le si domanda un parere sulla proposta avanzata dal circolo di Seregno.

Ne avete parlato tra voi?

Ci siamo incontrati nel mese di luglio e ne abbiamo discusso ampiamente. In quella sede, ho spiegato come per Meda l’eliminazione sia irricevibile. La strada di collegamento con partenza dalla via Vignazzola ed il sovrappasso sono per noi opere irrinunciabili.

Per quale motivo?

Perché altrimenti il traffico determinato dalla Pedemontana, che sarà quantitativamente di molto superiore rispetto a quello odiemo, finirebbe con il riversarsi per intero sul quartiere del Polo, un’area già gravata da servizi come una parrocchia, una scuola primaria ed il Palameda. La situazione così diventerebbe presto insopportabile. Diverso è invece il discorso inerente l’arteria intema al Bosco delle querce di Seveso, che come Partito democratico riteniamo inutile in modo unanime: la proposta di una sua cancellazione è pero stata bocciata.

Ma non c’è il rischio di compromissione di un polmone verde importante?

Abbiamo adottato tutte le precauzioni possibili, fermo restando che l’invasività ambientale prevista è minima: la superficie interessata di nostra competenza nel piano di governo del tenitorio è vincolata ad agricola e non c’è pertanto lo spazio per un'espansione residenziale. 


Tutto verrà realizzato come da progetto, insomma?

In questa fase, si puo ormai ragionare solo sull'ottimizzazione di quanto è stato studiato. Noi ci siamo già mossi, per far alleggerire il reticolato viario e ridurre le rotatorie.

mercoledì 29 agosto 2012

Suolo: la guerra per l'ultima risorsa

Colloqui di Dobbiaco: dalla metà degli anni '80 questa città di confine nel pieno centro del continente europeo è divenuta un luogo simbolico, un appuntamento costante di pensiero e di sfida, tenendo uniti diversi mondi, lingue, culture e visioni, a partire dalla riflessione ecologica. Quest'anno i Colloqui sono dedicati al suolo: ultima risorsa.

L'appuntamento si svolgerà il 29 e 30 settembre, ovviamente a Dobbiaco, e trovate tutti i dettagli su www.colloqui-dobbiaco.it.

Riportiamo questa intervista ad uno dei relatori dei 'colloqui', Wilfried Bommert, perchè ben illustra la comunità di pensiero al di là dei confini, che ci porta a condividere sfide e intuizioni, in Europa, nella contemporaneità.

Il futuro del suolo dipende dal sistema finanziario mondiale
Intervista con il Dr. Wilfried Bommert*

Lei traccia un’immagine drammatica della “caccia globale ai campi del mondo” arrivando alla conclusione che “le prospettive sono sinistre”. Perché nonostante ciò la questione del suolo gioca nella percezione generale un ruolo così periferico?

W. B.: Dobbiamo forse distinguere chi guarda cosa. Per l’agricoltura, la questione del suolo gioca un ruolo così marginale perché è sparita sistematicamente dalla formazione professionale degli ultimi 40 anni. Il suolo è un tema solo per la questione di come meglio concimarlo per avere una crescita più abbondante delle piante. Il suolo stesso come costrutto biologico, come bio-fabbrica dove nascono nutrienti, crescita e fertilità non è un tema e non lo è più in Germania dagli anni Cinquanta dell’ultimo secolo. Il che fa si che nessuno pensa più a cosa si trova sotto di noi; già per gli esperti e ancora di più per i non-esperti il suolo tendenzialmente è sempre molto lontano, se mai viene percepito sotto la rubrica “paesaggio”.

Esistono dei segnali che qualcosa cambierà in quest’oblio del suolo?

W. B.: Per quanto riguarda il suolo come fabbrica biologica per adesso non cambierà niente. Questo presupporrebbe una gestione diversa del tema negli istituti professionali e nelle università e non esiste traccia in questo senso. Abbiamo invece una trasformazione dal suolo come entità produttiva agraria a un fattore economico. Dal 2008 sta diventando sempre più evidente che il suolo sarà in futuro la risorsa più scarsa in assoluto e il settore con i più alti guadagni. La conseguenza è un continuo trasferimento di suolo dalle mani contadine nelle mani dell’industria finanziaria. Si tratta in questa specifica forma di un interesse del tutto nuovo che si fa sentire solo da due anni, ma che in futuro porterà al risultato di una visione del suolo non più come luogo per la produzione dei nostri cibi ma come luogo per massimizzare i guadagni. Gli alimenti potrebbero giocare un ruolo sempre minore a favore del biodiesel e delle biomasse. 

Non è che delle crisi come la catastrofica siccità nel Mid West degli Stati Uniti potrebbero costituire una forza correttiva? In questo periodo si sentono voci molto forti, tra cui il ministro tedesco per la cooperazione, che chiedono l’abolizione della direttiva europea per il biodiesel e la cancellazione completa degli incentivi per non far aumentare ulteriormente i prezzi dei cibi.

W. B. Vedremo se tali tracolli possono avere un effetto. La crisi negli Stati Uniti si è verificata solo circa quattro settimane fa ed è ancora troppo recente per poterne valutare le conseguenze. Le esternazioni politiche che sentiamo adesso sono un segnale che la politica qualcosa ha capito. Se si vogliono cambiare le dinamiche in corso devono cambiare i rapporti di potere. Si deve vedere che dietro i nuovi sviluppi del suolo come capitale si nascondono grandi Lobby che sono molto più potenti di qualche politico. Il futuro della gestione del suolo dipende dal sistema finanziario mondiale, se lì non cambia niente, non cambierà neanche quello.

Vuole dire che la forza trainante è un processo economico affiancato dalla politica? Leggendo il suo libro “Bodenrausch” (Delirio del suolo) avevo l’impressione che forse, in modo troppo indifferenziato, mette tutte le forze in gioco sullo stesso piano: la crescita demografica come il consumo troppo alto di carne e l’avidità di guadagno. Visto che spesso si ragiona con la “crescita demografica” in modo dubbioso, in quest’intervista mi appare più chiaro il suo argomento del suolo come nuovo oggetto della valorizzazione del capitale.

W. B.: Il consumo di carne, la crescita demografica e il biodiesel agiscono come impulsi - il biodiesel solo da pochi anni, la carne e lo sviluppo demografico da parecchio tempo – sui mercati degli alimenti e quindi l’uso del suolo degli ultimi 50 anni. Ma quello che vediamo oggi, infatti, è qualcosa di principalmente nuovo. Il suolo stesso viene percepito come bene e viene integrato nel circuito di mercificazione dell’economia finanziaria.
 
I primi due terzi di “Delirio di Suolo” sono pervasi da un profondo pessimismo. Se siamo veramente messi così male per quanto riguarda il suolo tra landgrabbing, erosione, cementificazione, facilmente si potrebbe giungere alla conclusione che comunque non ci sono vie d’uscita. Davvero non esistono esempi positivi di investitori responsabili nel sud, di progetti di successo di una coltivazione attenta della terra, di un’alimentazione migliore della popolazione residente? Quali sono i punti di riferimento nel tentativo di cambiare la situazione vigente? 

W. B.: È molto difficile. Il fenomeno che descrivo si trova prevalentemente in stati con governi che hanno poco rispetto per la propria popolazione, dittature militari, dittature di tribù, società dove il diritto non vale, di sicuro non quello dei contadini coinvolti. Esistono un sacco di governi di questo tipo; normalmente non ce ne rendiamo conto ma studiando questo fenomeno risultano in evidenza. Ho descritto nel mio libro ventiquattro regioni del mondo con tali condizioni politiche. Negli investimenti globali in agricoltura l’unica cosa positiva è che gli investitori realizzano i loro guadagni. I danni collaterali che nascono non potrebbero interessare di meno agli investitori e lo stesso vale per i governi coinvolti. Questo mi dispiace ma purtroppo non sono riuscito a trovare qualcosa di positivo. Guardando la situazione con le mie norme non ne verrà fuori niente di positivo neanche in futuro, salvo se si parte dal lato opposto con degli investimenti in quell’agricoltura che oggi vive nella miseria, i piccoli contadini, le persone che operano nelle zone periferiche senza soldi e senza accesso ai mercati. Se si decidesse di investire in quell’agricoltura, di avviare delle scuole e degli istituti di formazione agraria, di installare un sistema di consulenze che aiuti i contadini e soprattutto le contadine a rendere le loro superfici di nuovo produttive, si potrebbe arrivare a dei risultati buoni e meritevoli. Tali azioni si trovano perlopiù nei progetti di cooperazione delle ONG e delle organizzazioni caritative e religiose, ma il loro scopo è talmente piccolo che nell’insieme sono quasi irrilevanti.
 
Lo stesso lei cita come potenziale contro-potenza più importante la società civile. Ha incontrato nelle sue ricerche delle coalizioni di rilievo nord-sud come per esempio l’Alleanza per il Clima delle città europee con i popoli indigeni delle foreste amazzoniche attiva da ormai più di vent’anni? Esiste qualcosa come la globalizzazione della società civile?

W. B.: La globalizzazione della società civile si svolge dal mio punto di vista più che altro nei paesi del nord. Certo, le ONG lì collaborano anche con ONG del sud, che ovviamente esistono e prendono anche la parola nel mio libro, però sono decisamente più deboli. Questa ineguaglianza ha a che vedere con le diverse condizioni politiche, l’educazione, le condizioni di vita, col tempo che le persone devono dedicare per assicurarsi i propri mezzi di sostentamento e con quanto tempo gli rimane per impegnarsi in qualcos’altro. Il sud del mondo lotta per la sopravvivenza, mentre nel nord molte persone possono farsi delle idee su come organizzare il futuro meglio e in modo diverso. Da lì nasce anche il dislivello della quantità di impegno privato. Lo stesso dico, visto che nella sfera politica non sono riconoscibili grandi movimenti di cambiamento delle condizioni vigenti, che rimane come forza essenziale la società civile. In questo periodo abbiamo vissuto grandi cambiamenti nell’Africa del Nord che non sono partiti dall’alto ma si sono fatti strada dal basso. La mia speranza sarebbe che in futuro la società civile avrà ancora un ruolo molto più grande in tanti paesi del mondo, anche per quando riguarda il cambiamento del corso di tutto il nostro sistema alimentare. Per me si tratta di una potenza nascente che non ha ancora capito pienamente i propri potenziali. Ma quando ne avrà consapevolezza sarà una forza imponente. Di questo sono convinto. 

Per quanto sono importanti queste dinamiche globali, nei Colloqui di Dobbiaco ci chiederemo anche quali sono le possibilità e le prospettive d’azione a livello territoriale nei paesi ricchi del nord. 

W. B.: Al funzionamento attuale del sistema mondiale del cibo si presenteranno, mi pare, in futuro dei limiti, per esempio a causa della diminuzione delle risorse come il petrolio. Quando non avremo più a disposizione i carburanti fossili come adesso, molti trasporti che sono il cuore della globalizzazione agraria, diventeranno troppo costosi. Inoltre diventerà anche un problema la concimazione con prodotti chimici perché un componente principale, il fosfato, sembra aver già superato il Peak e i giacimenti si stanno impoverendo. Siamo di fronte a due fattori essenziali dell’agricoltura globalizzata che in futuro non possono più essere impiegati come nelle condizioni attuali e questo, dal mio punto di vista, avrà come conseguenza che in futuro si svilupperà di nuovo un’economia del cibo territoriale che non ha bisogno di grandi trasporti e riesce a chiudere il ciclo dei nutrienti. A questo punto entra in gioco la so cietà civica che essenzialmente porta avanti la localizzazione dell’agricoltura, il cibo locale. Le forze sociali impegnate sono visibili già oggi. Si tratta di raggruppamenti molto eterogenei, Slow Food ne fa parte come il movimento tedesco dei piccoli agricoltori, gli ambientalisti come il movimento a km zero. Tante cose si stanno muovendo che a me sembrano bagliori storici. Sta emergendo un nuovo modo di alimentarci e di gestire il suolo, perché a livello territoriale l’uso del suolo deve essere più curato che non nell’economia globalizzata. Vedremo un nuovo trend di distacco dalla globalizzazione per andare verso una localizzazione che viene sostenuta in primo luogo dalla società civile. Si tratta di un grande compito e iniziative come i Colloqui di Dobbiaco possono essere di aiuto per avviare questi processi. Il fenomeno dei limiti della globalizzazione è una buona notizia soprattutto per lo spazio alpino, dove esistono ancora molte piccole aziende agricole. 

* Il Dr. Wilfried Bommert è laureato in scienze agrarie, giornalista dal 1979, tra gli altri per la terza rete radiofonica della Germania dell’ovest WDR. Come direttore della prima redazione ambientale dell’emittente si occupa da molti anni delle tecniche genetiche, dei cambiamenti climatici, dell’alimentazione mondiale e dello sviluppo demografico. Il suo libro Kein Brot für die Welt. Die Zukunft der Welternährung (Niente Pane per il Mondo. Il futuro dell’alimentazione mondiale) del 2009 ha trovato un’ampia eco. In questo giorni è uscito Bodenrausch, Die globale Jagd nach den Äckern der Welt (Il Delirio del Suolo. La caccia globale ai campi del mondo). Bommert parlerà ai Colloqui di Dobbiaco di “L’alimentazione del mondo con suoli sempre più limitati, Peak Soil”.  

L’intervista e la traduzione dal tedesco sono di Karl-Ludwig Schibel. 


Un nuovo Plis nella valle del Seveso per rilanciare l'istituzione del parco Regionale della Brughiera Briantea


Da oltre vent’anni è sul tavolo la possibilità di istituire il Parco regionale della Brughiera che interessa un importante ecosistema di boschi, brughiere ma anche laghetti e piccole zone umide, nel territorio di 24 Comuni della provincia di Monza e Brianza e di Como, tra cui Cucciago. Nella primavera del 2008 si è ricostituito il Comitato per il Parco Regionale della Brughiera per promuovere questa idea e sollecitare la Regione a completare l’ iter legislativo per istituire finalmente il Parco Regionale.

Parte del territorio del futuro parco è stato già tutelato da 9 Comuni (Meda, Lentate, Cabiate, Mariano C. Novedrate, Carimate, Figino S., Carugo e Brenna) che hanno istituito il Parco locale di interesse sovraccomunale (PLIS) della Brughiera Briantea: un’esperienza importante che ha consentito di conservare il paesaggio naturale e di recuperare molte aree di interesse e una serie di percorsi pedonali e ciclabili.

In questi anni, la mancata adesione di Cantù, ha impedito ad altri Comuni, tra cui Cucciago, di aggregarsi all’iniziativa non confinando con il territorio del PLIS. Oggi, con il cambio dell’amministrazione canturina, l’argomento si ripropone.

Recentemente Cucciago, Vertemate, Fino M., Senna C., Casnate con Bernate e Grandate hanno avviato una fase di studio per la possibile costituzione di un nuovo Parco locale della Valle del Seveso.

Ci sono quindi diverse opportunità per tutelare il territorio di Cucciago: è il momento di condividerle e concretizzarle.

Per questo Alleanza Popolare ha organizzato presso l’Auditorium di Via Spinada a Cucciago, Venerdì 31 Agosto alle ore 21, prima serata della 33° Festa di Settembre, un incontro con la presenza di Tiziano Grassi, Presidente del Comitato per Parco Regionale della Brughiera che illustrerà la proposta e la sua importanza per garantire la futura salvaguardia dell’ambiente, Daniele Piazza, Direttore del Parco locale della Brughiera Briantea, che riporterà i significativi risultati nell’esperienza di gestione del PLIS, Giuseppe Napoli, Sindaco di Fino Mornasco, che presenterà la proposta del nuovo Parco locale della Valle del Seveso, Vincenzo Latorraca, Assessore alla Gestione del Territorio di Cantù, che “svelerà” le scelte di tutela contenute nel nuovo PGT di Cantù e Claudio Vassallo, Assessore all’ambiente di Cucciago.


Venerdì 31 Agosto - ore 21   
Cucciago - Auditorium di Via Spinada

UN PARCO NEL FUTURO DI CUCCIAGO
per la salvaguardia ambientale del nostro territorio:
un patrimonio che dobbiamo mantenere
per garantire la qualità della nostra vita e
preservare per le future generazioni
 
Ne parliamo con:

Tiziano Grassi Presidente del Comitato per il Parco Regionale della Brughiera
Daniele Piazza Direttore del Parco locale della Brughiera Briantea
Giuseppe Napoli Sindaco di Fino Mornasco
Vincenzo Latorraca Assessore alla Gestione del Territorio - Cantù
Claudio Vassallo Assessore all’ambiente, ecologia e attività produttive - Cucciago


martedì 28 agosto 2012

Il Lambro è un fiume ammalato


Siccità e forte inquinamento: il Lambro è un fiume ammalato. 
Parla lo studioso Tartari.
tratto da Il Giorno del 23/08/2012

Femminilizzazione dei pesci, scarichi industriali selvaggi e, soprattutto, la siccità: non piove e «per fiumi e anche laghi lombardi la situazione è da considerare senza alcun dubbio preoccupante», spiega il direttore della sede di Brugherio dell'Istituto di ricerca sulle acque (Irsa Cnr) Gianni Tartari. Rifacendosi alle ultime informazioni istituzionali dei Servizi regionali, il direttore afferma che la riduzione delle portate dei fiumi, in un'area fortemente influenzata dalla presenza dell'uomo, come è quella della pianura padana, «può determinare un aumento rilevante della concentrazione degli inquinanti». Troppo materiale alimentare concentrato, temperature alte e scarsa dinamica fluviale, inoltre, possono portare anche a situazioni di anossia, con morie di pesci. Per non parlare del decadimento di interi ecosistemi, naturali, ed economie locali: un rischio concreto, secondo Tartari, in presenza di una lunga ed eccezionale siccità come quella di queste settimane.


«In condizioni di forte siccità, la portata del Lambro è in buona parte sostenuta dalle acque "usate", depurate e non, provenienti dalle aree urbane del bacino - aggiunge infatti Tartari - . A valle dei grandi impianti di depurazione si possono addirittura avere portate quasi unicamente determinate dalle acque reflue depurate. Queste situazioni determinano pressioni sullo stato ecologico in grado di modificarne di molto la qualità». L'unica stagione rimasta "irrorata" è l'autunno, per il resto, al di là dell'ultima emergenza, anche gli altri mesi dell'anno fanno preoccupare: «Recentemente si stanno evidenziando situazioni di siccità anche in inverno, e, con meno intensità, in primavera, con precipitazioni che si fanno tendenzialmente più ridotte in termini di durata e più intense».

In merito al rischio inquinamento, però, se si parla di Lambro, non si può dare la colpa solo alla siccità. Si tratta, spiega Tartari, di «un fiume idrograficamente complesso e attraversa una delle più vaste aree industrializzate d'Europa portando con sé, fino a gettarsi nel Po, un'enorme quantità di sostanze di origine antropica connesse con gli insediamenti urbani, l'industria e l'agricoltura». Tra i principali inquinanti le specie nutrienti (azoto, fosforo), con conseguenze sulla salute dei pesci e di chi li mangia, metalli e non metalli (arsenico, cadmio, cromo, nichel, piombo, rame, ecc.), e micro-inquinanti organici di varia natura: dai detergenti ai plastificanti, dai ritardanti di fiamma ai fertilizzanti e a farmaci e fitofarmaci.

Nelle acque del "Lamber" non mancano anche gli ormoni naturali e gli ormoni provenienti dalle pillole contraccettive, responsabili della femminilizzazione dei pesci maschi. Si tratta di un fenomeno legato alla presenza di sostanze con proprietà di interferenti endocrini in grado quindi di influire negativamente sul sistema endocrino che regola le funzioni riproduttive. Circa i due terzi dei pesci ne pagano le conseguenze rendendo, soprattutto il Po, un fiume ben oltre le "quote rosa".

Tornando alla salute del Lambro, la maggior parte degli inquinanti di origine urbana e industriale vengono "bloccati" dai depuratori, «sebbene l'efficienza dei 42 impianti, presenti in tutto il bacino esteso del Lambro-Olona-Seveso, non sia ovunque eccellente», ma a preoccupare di più sono gli scarichi urbani ancora non trattati, circa il 20%, e tutti quegli scarichi industriali selvaggi. A una stima finale, Tartari elenca decine di migliaia di molecole di inquinanti «e sono in continua crescita». Nel Lambro in particolare «nell'ultimo decennio la qualità delle acque si è mantenuta costantemente pessima, con un miglioramento lieve e solo nei tratti terminali».

Nelle foto: Il Lambro a Monza, 28 agosto 2012

domenica 26 agosto 2012

Expo 2015: un binario di troppo tra Rho e Parabiago



Nuovo binario per Expo, cittadini fanno ricorso al Tar. 
Ma la regione non ci sta.

articolo di Francesca Martelli, animazioni di Pierpaolo Balani 
tratto da Il Fatto Quotidiano del 24 agosto 2012

Dopo una battaglia durata tre anni, il comitato civico Rho-Parabiago è riuscito a impedire la partenza dei lavori di un nuovo binario ferroviario lungo alcuni paesi dell’hinterland milanese (Parabiago-Vanzago-Rho): “Il potenziamento dell’opera è essenziale per permettere un collegamento con Expo 2015“, sostiene Regione Lombardia. Differente il parere dei cittadini: “Il quarto binario tra Rho e Parabiago riguarda una tratta così breve che non risolve i problemi dei pendolari che lavorano a Milano, e le case lungo il tracciato verranno espropriate o si vedranno costruire davanti un muro fono-assorbente alto 7 metri”.

A sorpresa, come ha confermato Roberto Nava, uno dei sindaci dei paesi attraversati dalla ferrovia, il comitato civico ha vinto il ricorso al Tar, che parla di un “insanabile contrasto” tra il progetto preliminare (che come da prassi ha ricevuto la valutazione di impatto ambientale) a tre binari, e quello definitivo (a quattro binari) tale da decretare “l’illegittimità dell’operato della pubblica amministrazione”.

Ma la Regione non ci sta e annuncia di voler fare ricorso al Consiglio di Stato: “La decisione del tribunale amministrativo appare approssimativa”, sostiene Raffaele Cattaneo, assessore regionale alla Mobilità che punta anche sul “difetto di legittimazione attiva del comitato”, come rilevato dal Tar che lo considera un’associazione nata con lo scopo di contrastare l’opera. Il tribunale amministrativo ha fatto invece eccezione per i singoli che hanno presentato ricorso. Ora i cittadini, che si erano auto-finanziati in precedenza, si preparano a raccogliere nuovi fondi nel caso in cui il Consiglio di Stato dia ragione alle istituzioni regionali e faccia partire i lavori per il quarto binario: un’opera che, indipendentemente da questo ricorso, non sarebbe stata pronta in tempo per l’esposizione universale

sabato 25 agosto 2012

Monguzzo: successo per il Campo di volontariato del Lago di Alserio


Si è conclusa con successo la prima edizione del Campo di Volontariato internazionale, svoltosi dal 28 luglio al 11 agosto scorsi, dedicato alla sistemazione delle sponde del lago di Alserio, nel territorio compreso tra i comuni di Monguzzo e di Anzano del Parco. I volontari provenivano dai seguenti Paesi: Repubblica Ceca, Serbia, Germania, Turchia, Russia, Francia, Spagna, Inghilterra, Bielorussia; a loro si sono uniti gli attivisti del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”.


Durante il Campo, i volontari hanno provveduto in particolare al taglio e alla rimozione delle sterpaglie e alla sistemazione dei sentieri che costeggiano il lago; alla pulizia delle canalette di scolo in corrispondenza dei sentieri ciclopedonali; alla sistemazione, pulizia e riverniciatura delle bacheche e dei cartelli segnaletici che illustrano la flora della Riserva del lago di Alserio. I volontari hanno inoltre provveduto ad asportare i rifiuti abbandonati lungo le sponde. Essendo il lago compreso in una Riserva Naturale, tutti i lavori si sono svolti sotto la supervisione dei tecnici del Parco Valle Lambro.

Inoltre, sempre su indicazione degli esperti biologi del Parco, i volontari hanno provveduto ad estirpare alcune piante infestanti, in particolare l’erba chiamata “poligono della Virginia” (nota anche col nome scientifico “persicaria virginiana”). I ragazzi hanno assistito anche ad una cattura dimostrativa del “gambero rosso della Louisiana”, chiamato “gambero killer” poiché sta minacciando la fauna autoctona di alcuni laghi europei, tra cui l’Alserio.


Per i volontari internazionali, ospitati presso il centro sportivo di Monguzzo, sono stati previsti anche alcuni momenti di integrazione, come eventi sportivi e di divertimento, tra cui una partita di calcetto, organizzata dal Comune di Monguzzo, e una gita in eco-battello sul vicino lago di Pusiano, offerta dal Parco Valle Lambro. Inoltre i ragazzi stranieri hanno avuto modo di visitare i dintorni dell’area Erbese, con escursioni sulle montagne del Triangolo Lariano e in alcune tra le località più rinomate del lago di Como. I volontari hanno inoltre visitato gli scavi di Second’Alpe di Canzo, realizzati nelle sei edizioni del campo di volontariato internazionale organizzate dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”.

La seconda edizione del Campo è prevista per l’estate del 2013, sempre in collaborazione tra i Comuni di Monguzzo e di Anzano, il Parco Valle Lambro e il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”.

Seveso, Pedemontana e le indagini con "la massima sicurezza"

Gli incaricati di Strabag, la società che si è aggiudicata l'appalto della Pedemontana, all'inizio di questo mese ha comunicato al Sindaco di Seveso l'avvio dei sondaggi ambientali e le indagini geognostiche nella zona interessata dal tracciato autostradale.

Il sindaco Donati nell'apprendere la notizia ha dichiarato "La trasparenza è un elemento fondamentale per garantire la massima sicurezza durante l'esecuzione delle indagini."

Da parte nostra riteniamo che forse sarebbe stato più trasparente iniziare tali indagini in un periodo diverso e attuando un percorso condiviso e partecipato con la popolazione. Ma si sa, come dice il Sindaco la sicurezza va garantita "durante l'esecuzione delle indagini".

Poi, quando inizieranno i lavori, si vedrà...

Macherio: "Biblia pauperum di fine '900"

opere di: GIORGIO SCARPATI
29 agosto - 8 settembre 2012
a cura di: Luigi Consonni
presso: Chiesetta Parrocchiale di Macherio - Via Milano

Inaugurazione: Mercoledì 29 agosto ore 20.30
Presenta: Luigi Consonni

ore 21,15 musiche per organo
Organisti: Arturo Colombo - Francesco Parravicini - Riccardo Galimberti

Orario apertura mostra: dal 27 al 29 agosto: 9.30 -12.00 / 15.30 -22.00
altri giorni: 9.45 -11.45 / 16.00 -18.00
chiuso: durante le funzioni

Presenrazione della mostra  
testo di Luigi Consonni

Per la festa di Macherio (S. Cassiano 2012) la mostra in chiesetta è dedicata alle opere di un artista Brianzolo di adozione, ma di origini Napoletane: Giorgio Scarpati (1908-1987). Un artista che si è distaccato dalle avanguardie del ‘900, rilegandosi
una personale modalità espressiva del figurativo, focalizzando le sue grandi doti nel disegno, che abbiamo modo di apprezzare soprattutto nei grandi pannelli di oltre 3 metri (cartoni preparatori di mosaici e vetrate). Ma veniamo a quanto troviamo esposto in questa mostra dal titolo “Biblia pauperum di fine ‘900”.

L’espressione latina significa Bibbia dei poveri, ossia di coloro che non avevano ricevuto un’istruzione e, non potendo leggere, dovevano accontentarsi di guardare le immagini, imparando da esse. “Biblia pauperum” è una modalità espressiva che si diffuse nella prima metà del Quattrocento con l’invenzione del processo silografico ed in seguito con i sempre più rinnovati processi di stampa. E’ un libro di devozione che raccoglie immagini della vita di Gesù in relazione con quelle dell’Antico Testamento.

Cultura delle immagini come canale di comunicazione diretto della fede per tutti.

In questa mostra l’espressione “biblia pauperum” è usata per descrivere l’apparato iconografico di una chiesa, in particolare i dipinti, gli affreschi, le tele o le icone, le vetrate o i mosaici che, organizzati in una serie cronologica, illustrano la storia di
Gesù, o di Maria, o di santi, o episodi tratti dalla Bibbia. Pensiamo ad esempio agli affreschi di Giotto nella Basilica superiore di Assisi o nella Cappella degli Scrovegni a Padova, ai mosaici della chiesa di San Marco a Venezia, o alle vetrate del Duomo di Milano.

La specifica “Di fine ‘900” identifica l’arco temporale in cui sono state eseguite le opere che in questa occasione andiamo ad ammirare. Periodo in cui di arte sacra ne esiste poca rispetto a quanto ne fu prodotta nei secoli precedenti, poiché le nuove
avanguardie di fine ‘800 e di inizio ‘900, caratterizzate da una maggiore libertà di espressione, unita ad elementi simbolici, incontra grande difficoltà di comprensione da parte di una committenza ecclesiale legata maggiormente alla rappresentazione realistica e figurativa.

L’artista Giorgio Scarpati ha saputo re-interpretare, attualizzare ed in un certo senso superare le problematiche legate alle esigenze della committenza ecclesiale. Scarpati affronta con grande personalizzazione e forza espressiva le diverse tecniche nelle quali si è brillantemente cimentato: dal raffinato disegno, all’olio alla tecnica mista, dal mosaico tradizionale a quello bugnato, alle vetrate con la tecnica Dallas.

Ci troviamo così immersi ad ammirare in questa mostra: quadri a olio e tecnica mista poi eseguiti anche in mosaico (Via Crucis); un frammento di mosaico bugnato (Volto di Cristo); disegni a pastello, sanguina e chine, raffiguranti la Madonna; cartoni preparatori di notevoli dimensioni destinati ad essere riprodotti in mosaici e/o vetrate di Chiese, e/o monasteri (Ultima Cena di cm 300x170, quattro pannelli costituenti, una porzione di fondale per altare di cm 400x290 ne mancano altri 2 andati persi; due cartoni raffiguranti scene di parabole di cm 75x170).

Opere d’arte sacra contemporanea certamente alla portata di tutti.

venerdì 10 agosto 2012

Il blog va in vacanza

Scala dei Turchi, Agrigento
Anche il blog Brianza Centrale va in vacanza.
Arrivederci al 25 agosto 2012

giovedì 9 agosto 2012

Possibili infiltrazioni mafiose in Brianza. Smaltimento abusivo di rifiuti a Mezzago

Operazione Starwars - Sito di Desio, anno 2008
Smaltimento illegale di rifiuti. Sequestrati 16 tir a società brianzola per un valore di 1,5 milioni

L'operazione, dopo quella Starwars del 2008, coordinata dalla polizia provinciale di Milano, riapre il capitolo delle possibili infiltrazioni mafiose in Brianza attraverso attività edili e di movimento terra


di Antonio Caccamo - tratto da Il Giorno dell'8/8/2012

La polizia provinciale di Monza e Brianza, in un'operazione congiunta con quella di Milano, ha sequestrato 16 fra tir e rimorchi per un valore di almeno 1,5 milioni di euro, tenuti su un terreno agricolo di Mezzago. I proprietari degli automezzi marchiati Man e Scania sono originari del crotonese, riconducibili ad una società operante nel settore del movimento terra in Brianza, ma con sede legale sempre in Calabria. I reati contestati sono lo smaltimento abusivo di rifiuti, la creazione di discariche abusive e la gestione non autorizzata dello smaltimento dei rifiuti. Il sequestro preventivo è stato disposto dal Gip del tribunale di Milano Stefania Donadeo.

Da quanto comunica la polizia provinciale brianzola, la società era finita nel mirino nel 2011, quando era stato sequestrato un terreno adibito a discarica abusiva sempre nell’est della Brianza. Era stata inoltre segnalata nell’ambito della vigilanza sugli appalti pubblici, poiché avrebbe dovuto partecipare  ai lavori di riqualificazione della linea ferroviaria Saronno - Seregno delle Ferrovie Nord spa. Già allora era emerso che, tra i partecipanti societari figuravano persone con precedenti per porto abusivo d'armi e altri reati. L'operazione, dopo quella Starwars del 2008, coordinata dalla polizia provinciale di Milano, riapre il capitolo delle possibili infiltrazioni mafiose in Brianza attraverso attività edili e di movimento terra.

Fonte foto: Polizia Provinciale di Milano 
Leggi anche:
- Dalla Calabria alla Brianza: discariche abusive di rifiuti  
- Zanardo: "Bisogna vigilare su questo territorio senza mai mollare"

mercoledì 8 agosto 2012

Quanti pipistrelli può contenere una bat-box?


La BatBox che ho installato a casa mia in campagna ha superato ogni record di colonizzazione ed è strapiena di pipistrelli!
Volete sapere quanti sono?
Guardate il video!

Video di Paolo Agnelli, Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze

martedì 7 agosto 2012

Il Comune di Monza chiede alla Provincia di raddoppiare le aree agricole strategiche inserite nel Piano territoriale provinciale

Monza - L'area della Cascinazza
La giunta comunale di Monza ha recentemente approvato una delibera in cui chiede alla Provincia di Monza di inserire tra le aree agricole strategiche tutelate dal Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp) 1,7 milioni di metri quadrati di aree agricole, in precedenza escluse dal Ptcp, tra cui l’area della Cascinazza, della Boscherona e del Casignolo, una grande area nei pressi di Viale Campania.

In questo modo le aree agricole monzesi sottoposte a ulteriore tutela potrebbero quasi raddoppiare, arrivando a raggiungere 3,6 milioni di metri quadrati. La formalizzazione della richiesta alla Provincia giunge dopo la revoca della variante del Pgt, proposta dalla nuova amministrazione Scanagatti e approvata dal Consiglio comunale, variante che prevedeva forti espansioni edilizie su buona parte delle aree verdi e agricole.

Fonte: Comune di Monza

Verano Brianza: "Siamo interessati ad aderire al Parco Brianza Centrale"

La proposta di ampliamento del Parco Brianza Centrale trova l'adesione anche del Comune di Verano Brianza.

E' stata infatti approvata all'unanimità dal consiglio comunale veranese una mozione che impegna il Sindaco "ad avviare una comune iniziativa con i sindaci dei paesi vicini, Seregno in particolare, per aderire all'istituendo Parco di interesse sovraccomunale e valutare l'opportunità di inserirvi le aree verdi del teritorio comunale".

Ci auguriamo che dalle parole si passi ai fatti. Intanto rilanciamo la proposta portata avanti da Adiconsum di Carate Brianza di creare un parco al confine con i comuni di Giussano, Carate Brianza e Seregno, nella zona della cava Borgonovo.

domenica 5 agosto 2012

Il Parco "2 Giugno" di Seregno tra incuria e vandalismo


Parco 2 Giugno: tra vandalismi, assenza di controlli e manutenzioni inesistenti così si distrugge un “bene comune”.

di Giuseppina Minotti, Capogruppo della Federazione della Sinistra di Seregno

Con l’estate ritornano le solite notizie: vandalismi, schiamazzi notturni, pitbull che mordono ecc e con essi i medesimi commenti sull’inciviltà dei cittadini giovani o anziani che siano.
Dare tuttavia sempre la colpa all’inciviltà delle persone (che è innegabile) vuol dire però non accostarsi ai problemi cercando un’ottica diversa, un approccio insolito e quindi una lettura e un giudizio meno ripetitivo e permettetemi, niente affatto veritiero.


Come si presenta il territorio agli occhi dei suoi cittadini?
Il Parco 2 Giugno alla Porada, ad esempio, i suoi orti del tempo libero, le serre di Legambiente, sono oggetto continuo di vandalismi e le adiacenti aree ludiche (campo bocce, veliero, tavoli da picnic, giochi per i bambini, ecc.) offrono uno spettacolo desolante.


Ma, se è vero che colpevoli di questi danni sono molti i frequentatori del parco che vanno individuati e puniti, a chi attribuire l’abbandono delle strutture ludiche, degli arredi, delle fontanelle, della staccionata? A chi dare la responsabilità della mancanza di cura del verde, al di fuori del periodico taglio dell’erba? Insomma a chi dare la colpa di tale spettacolo di abbandono e incuria?


La staccionata, sia in via Wagner che in via Porada, è a pezzi, in parte per incidenti in parte per essere stata oggetto di divertimento notturno. Ma il primo palo e stato divelto almeno dieci anni fa e lì è rimasto dando l’evidente segnale che ci si poteva impunemente divertire con altri pezzi, tanto nessuno controllava né interveniva per .aggiustare e riportare il manufatto in buone condizioni.


Il campo bocce?  Il pergolato sopra i tavoli del pic nic? I tavoli, le panchine? I cestini dei rifiuti diventati “rifiuti” essi stessi? Mai nessun intervento di manutenzione: una lattina di vernice da esterni, un rotolo di bambù a copertura…piccoli interventi e poco costosi se fatti in tempo. Ma tutto ormai è così decaduto che è necessario un intervento radicale e molto più costoso.


Il veliero e tutta l’area giochi dei bambini, è di una tristezza indicibile. Così si educano i bambini all’ordine, alla cura e all’attenzione della “cosa pubblica”? Perché meravigliarci se poi, un po’ cresciutelli gli stessi ritorneranno al parco facendo falò e braci con pezzi di panchine (le stesse che hanno visto rotte) di staccionata (la stessa cui non potevano appoggiarsi) di cestini, (gli stessi che ciondolavano stracolmi, da tremolanti paletti)?


L’elenco delle inadempienze pubbliche è molto molto più lungo. Ognuno di voi potrebbe aggiungerci qualcosa e l’immagine reale di questa Amministrazione prenderebbe i contorni netti,  dell’incapacità assoluta a curare il proprio territorio, dell’inettitudine e, scusate la parola, del menefreghismo.

E che non ci si faccia ingannare dalle affermazioni lacrimose “non abbiamo soldi, dobbiamo tagliare anche servizi più importanti” perché non si tratta solo di scarsità di risorse ma di propria e vera incapacità alla gestione oculata delle stesse, di mancanza di progettazione e di programmazione.  Le manutenzioni si programmano, gli spazi si progettano, il territorio si controlla.

Come possiamo pensare che per un’intera notte, al parco, siano stati accesi fuochi, braci e barbecue, senza che nessuno si sia accorto? Come si può parlare di sicurezza senza il dovuto controllo?
Che fare dunque? Intervenire subito, ripristinare le attrezzature, rimettere ordine, ripulire velocemente per offrire ai cittadini uno spettacolo diverso, dignitoso e degno di rispetto.


Ora è urgente riprogrammare l’area giochi e recintarla, rinnovare e potenziare i luoghi di incontro più frequentati, tavoli pic nic, pergolato, campo bocce e …. illuminarli.
Potenziare la zona pic nic (via Alessandria) con tavoli e raccoglitori per rifiuti degni di questo nome e un’adeguata illuminazione,.rinnovare la staccionata, programmare potature Certo non sarà poco costoso ma bisognava pensarci prima quando c’erano i soldi, ora siamo all’emergenza. (Purtroppo insieme ai soldi c’era anche l’incapacità cronica di questa Amministrazione a progettare il suo territorio).


Non so se con questi accorgimenti avremo meno vandalismi ma sono assolutamente certa che aumenteranno i cittadini che si sentiranno investiti di responsabilità per conservare questi “beni comuni”.

Altro che fare i “Super Parco della Brianza” a costo zero per il Comune (sproloquio di assessore!) cominciamo a curare quel poco che si è salvato dalla cementificazione ed educhiamo i cittadini a rispettarlo.

Commento
In merito all'ultima frase, riteniamo che il cambio di rotta dell'attuale amministrazione sull'ampliamento del parco Brianza Centrale sia anche dovuto all'impegno dell'attuale assessore Sambruni. Riteniamo che tale iniziativa debba essere sostenuta aldilà delle diverse opinioni politiche.

sabato 4 agosto 2012

Tangenziale Est Esterna: inizia lo spreco di denaro pubblico per un'opera inutile che devasta un'area agricola strategica


di Roberto Brambilla 

Sui campi di Caponago (Foglio 23 map 40) dedicati alla coltivazione biologica dei cereali della filiera corta del pane di Spiga e Madia sono stati rinvenuti picchetti per la delimitazione di una grossa area a servizio delle opere delle TEM. Per questo motivo il progetto Spiga e madia del Distretto di economia solidale della Brianza scrive al istituzioni, ai partiti e alle nuove forze politiche nascenti (Movimento 5 Stelle, Progetto per una Lista civica nazionale, Ecologisti e civici Verdi europei, Alba) per far conoscere il proprio dissenso e per dare vita ad una serie di iniziative per responsabilizzare i politici rispetto ad un gravissimo attacco alla qualità della vita e al patrimonio dei cittadini in Brianza.

Secondo le tradizioni della peggior amministrazione il tutto comincia nel periodo vicino alle ferie.

Il Consorzio costruttori TEEM (che raggruppa imprese ben note a chi difende l'ambiente ovvero Impregilo, Impresa Pizzarotti & C., Coopsette, C.M.B., UNECO, C.M.C.) ha inviato ai proprietari del terreno una lettera che li convocava - con un preavviso di pochi giorni - per la presa di possesso dei terreni.

Il Consorzio dei costruttori, nella lettera citata dichiara strumentalmente che l'occupazione è temporanea quando invece sarà permanente perché in quella area è previsto uno svincolo autostradale a servizio della TEEM. Tutto ciò porrebbe la parola “fine” all'iniziativa che da 5 anni produce il pane biologico per 600 famiglie brianzole e che ha permesso il recupero e qualificazione di un'area agricola di 18 ettari.

“Il nostro lavoro di cura su questa area non potrà mai essere compensato; ad oggi la proprietà non ha ricevuto nessuna comunicazione di espropriazione delle aree - dice Giuseppe Vergani del progetto Spiga e Madia - riteniamo quindi qualsiasi attività cantieristica sull'area illegittima e dannosa per l'attività agricola. Un affronto quindi alle prerogative di interesse pubblico che individuano su questi terreni un'area di rilevanza strategica per l'agricoltura come si deduce dagli elaborati della Provincia di Monza e Brianza per il piano di Coordinamento Territoriale (PTCP) attualmente in discussione”.

Il gruppo di Spiga e Madia si prepara  a re-agire in trasparenza e fermezza a questo atto e per valutare il da farsi nei confronti delle forze politiche che hanno appoggiato e appoggiano questo sperpero di ambiente e di denaro pubblico.

mercoledì 1 agosto 2012

Seregno: proposta per unire la città


di Mauro Brivio, Segretario del Partito Democratico di Seregno

La riattivazione della linea ferroviaria Seregno Saronno, la cui apertura è prevista per inizio 2013, comporterà per la città di Seregno un grande problema di connessione tra parti di città. Tale problema sarà enormemente aggravato dal previsto potenziamento della tratta Como-Chiasso: Seregno rischia di tornare indietro di alcuni decenni, quando il sotto-sovrappasso che oggi connette il quartiere Sant’Ambrogio con quello del Ceredo non esisteva, e attraversare la ferrovia da nord a sud era un'impresa a causa dei ritmi di chiusura dei passaggi a livello.

La riqualificazione della tratta Seregno-Saronno prevede infatti la chiusura definitiva del passaggio a livello di via Seveso, e comporterà ovviamente un incremento del traffico ferroviario presso il passaggio a livello che divide via Bottego da via Sabatelli, il che significa che lo stesso passaggio chiuderà con maggiore frequenza fino a quando non sarà anch'esso definitivamente chiuso con il potenziamento della tratta Como-Chiasso.

Si pone quindi un problema imminente per i residenti di quella parte di città compresa tra la Seregno-Saronno e la Como-Chiasso, che resteranno di fatto isolati dal resto della città avendo a disposizione il solo passaggio del sotto-sovrappasso; ma in prospettiva la città di Seregno resterà tagliata in due poiche in seguito alla chiusura dei passaggi a livello di via Seveso, di via Bottego e di quello a San Giuseppe, le sole occasioni di collegamento tra la parte nord e la parte sud della città resteranno il sottopasso di Piazza Roma ed il sotto-sovrappasso tra Crocione e Ceredo.

La soluzione proposta da Ferrovie Nord per ovviare al problema - una passerella ciclopedonale che connette via Como e via Saronno con via Casati, nel parco del Crocione- è del tutto inadeguata, perché parziale. Permetterebbe infatti ai residenti di via Saronno e via Como un collegamento con il quartiere Crocione negando però a loro e a tutti i cittadini residenti a sud della ferrovia la possibilità di raggiungere il centro cittadino e la parte di città a nord della ferrovia. Inoltre mancherebbe l’obiettivo fondamentale di incrementare le possibilità di superamento delle linee ferroviarie perla città.

Sappiamo che insieme a noi comitati e gruppi organizzati di cittadini stanno lottando perché si realizzi una struttura capace di garantire connessioni adeguate nella città. Ci sono altre ipotesi sul tavolo, che tuttavia per ragioni diverse appaiono oggi molto più lontane e problematiche di quella oggetto di questa nostra proposta, di seguito dettagliata ed analizzata attraverso un’analisi che ne valuti punti di forza, punti deboli, opportunità e minacce.

OPERA IN PROGETTO FERROVIE NORD MILANO



PROPOSTA DI MODIFICA DEL PROGETTO


Le due analisi risultano perfino superflue nel mostrare come la proposta di modifica del progetto sia incomparabilmente più vantaggiosa rispetto al progetto FNM.
Ora però tutto dipende dall’Amministrazione Mariani, dalla solerzia con cui intavolerà una trattativa con le stesse Ferrovie Nord Milano sia per quanto riguarda le barriere fonoassorbenti, sia per quanto riguarda il prolungamento della passerella ciclopedonale fino a via Luini.

Tuttavia non possiamo non sottolineare il fatto che le prime sollecitazioni del PD di Seregno all’amministrazione su questo tema risalgono a quasi due anni fa; sono state costanti nel tempo ed evidentemente inascoltate e sarebbe davvero una vergogna mancare l'obiettivo solo per il ritardo con cui si è voluta affrontare la questione, poiché la realizzazione di quest'opera rappresenta l’opportunità di creare l'indispensabile connessione a cavallo della ferrovia più a portata di mano, poiché le altre ipotesi in campo comportano problemi tecnici difficilmente superabili ed oneri finanziari oggi impensabili per il Comune di Seregno.

L'Ordine dei Medici di Monza Brianza esprime soddisfazione per lo stop al raddoppio dell'inceneritore di Desio

Tratto da: News Letter 18/2012 dell'Ordine dei Medici di Monza Brianza

L'Ordine dei Medici di Monza Brianza accoglie con soddisfazione la notizia dello stop al raddoppio dell'inceneritore di Desio. Contro l'ipotesi del raddoppio si era già espresso in passato il nostro Ordine Provinciale che vede nell'incenerimento dei rifiuti una fonte di danno alla salute e una tecnologia ormai obsoleta.

L'incenerimento comporta la dispersione di inquinanti nella atmosfera: particolato grossolano (PM 10) , fine (PM 2,5) e ultrafine.

Gli inquinanti emessi dagli inceneritori esplicano i loro effetti nocivi sulla salute delle popolazioni residenti, e non solo in prossimità degli impianti, o perché vengono inalati, o per contatto cutaneo, o perché, ricadendo, inquinano il territorio e quindi i prodotti dell'agricoltura e della zootecnia.

Non dimentichiamoci inoltre che va poi smaltito il 30% del prodotto derivante dall'incenerimento e di questo un buon 10% è cenere altamente tossica.

Riteniamo che vadano percorse le strade alternative all'incenerimento per dare impulso ad una moderna politica sui rifiuti che dia priorità al riciclo, alla riduzione dei rifiuti e alle più moderne tecniche di trattamento.
Che la politica si faccia carico delle evidenze scientifiche circa i danni alla salute derivanti dell’incenerimento e dalla antieconomica gestione di tale tipo di tecnologia.

Il Presidente dell'Ordine dei Medici di Monza Brianza
Carlo Maria Teruzzi