venerdì 30 giugno 2017

Archiviare Pedemontana. Ampliare il Bosco delle Querce


Sabato 8 luglio 2017 dalle ore 11
presso Circolo Ricreativo La Petitosa, via dei Castagni 1, Seveso


Il coordinamento ambientalista Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile propone un incontro che è al contempo un modo per ricordare il disastro ICMESA nel 1976 e per ricordare insieme a molti altri gruppi e associazioni che sul territorio comunque incombe il pericolo Pedemontana per il momento frenato anche dall’azione condivisa dalle realtà ambientaliste, con il supporto della società civile e delle istituzioni locali.
Tra il 2007 e il 2017 questa azione condivisa ha permesso di
  • evitare lo sbancamento del Bosco delle Querce
  • obbligare la società Pedemontana a sviluppare un piano di caratterizzazione per rilevare i livelli di contaminazione da diossina TCDD nelle aree dell’ipotetico tracciato autostradale impedendo che si procedesse, come si sarebbe voluto, senza tenere in nessun conto le enormi problematiche legate alla sua confermata presenza.

Il coordinamento farà dono all’Archivio della Memoria, custodito dal Circolo Legambiente Laura Conti di Seveso, di tutto il materiale cartaceo e informatico prodotto e raccolto in questi 10 anni di attento lavoro sul territorio.
Un gesto concreto e simbolico per invitare le Istituzioni e gli enti preposti a “mettere in archivio” l’autostrada Pedemontana con la rinuncia al suo completamento, il suo stralcio dalle opere strategiche previste nella Legge Obiettivo e accompagnato dalla richiesta di avvio del procedimento per l’ampliamento del Bosco delle Querce di Seveso e Meda. 

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Proprio in questi giorni la Procura della Repubblica ha chiesto al Tribunale di Milano (confronto previsto dal 24 luglio 2017) di verificare se la società Autostrada Pedemontana Lombarda (Apl) si trovi “nelle condizioni per dichiararne il fallimento”.
Da tempo il coordinamento ambientalista Insieme in Rete denuncia l’inutilità di questa infrastruttura e le ricadute devastanti per ambiente e territorio conseguenti alla sua realizzazione.
Gli artifizi finanziari quali la defiscalizzazione concessa dal Governo (350 milioni di euro) e il fondo di garanzia istituito da Regione Lombardia (altri 450 milioni di euro) hanno certificato il fallimento del Project Financing oltreché uno sfacciato e indebito intervento e supporto pubblico per cercare di attirare capitali privati che comunque non sono arrivati.
Non si vadano quindi a cercare soluzioni che implichino ancora costi a carico della collettività per tentare di salvare qualcosa che è frutto di scelte errate su cui si persevera con incredibile ostinazione.
L’idea anacronistica di mobilità basata sulla realizzazione di grandi infrastrutture autostradali ha generato una situazione disastrosa di cui le Istituzioni, Regione Lombardia in testa, avrebbero dovuto, da tempo, prendere atto invece di ripetere come un disco rotto il mantra fanfarone e surreale favorevole al completamento dell’autostrada.
Il piano economico finanziario insostenibile, le errate e sovrastimate previsioni di traffico, il danno ambientale in essere e la mancata realizzazione delle compensazioni ambientali per le tratte già realizzate, lo spreco di denaro pubblico, il rischio diossina TCDD sulla tratta B2, sono tutti elementi per cui il coordinamento Insieme in Rete continua a sostenere che il progetto autostradale va archiviato definitivamente rinunciando al completamento dell’infrastruttura e stralciandola dalle opere strategiche della Legge Obiettivo.

Coordinamento ambientalista INSIEME IN RETE PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

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