mercoledì 8 giugno 2016

Monte di Brianza: arte, storia e natura


Testo di Maddalena Frigerio, tratto dal blog cent'anni indietro
Foto di Gianni Casiraghi e Zeno Celotto

La visita guidata (gratuita!) tenutasi il 5 giugno 2106 intorno al Monte di Brianza che ha visto circa 30 partecipanti è nata da una collaborazione di più associazioni: Comitato per il Parco Regionale della Brughiera, Alta Brianza Itinerari, Associazione Monte di Brianza e Associazione Culturale Archeologica di Oggiono. Tutti i ciceroni della giornata sono stati molto preparati ed esaustivi e hanno trattato i più svariati argomenti.


La partenza stabilita per le ore 8.30 presso la piazza della chiesa ad Oggiono è stata rispettata e Marilena Brusadelli, dell’Associazione Culturale Archeologica di Oggiono, ha aperto la giornata esponendoci le peculiarità del romanico lombardo, in quanto il battistero dedicato a S. Giovanni Battista ne è una prova incredibile.

 

Durante le centinaia di anni di utilizzo la sua funzione cambiò in sacrestia nel 1700 e, grazie a degli armadi posti tutto attorno alla sala, gli affreschi si poterono conservare. Agli occhi del visitatore si svelano degli affreschi votivi raffiguranti più volte S.Rocco e S.Sebastiano, molto probabilmente in segno di ringraziamento per essere scampati alla peste. Ricordiamo che il battistero è aperto ogni prima domenica del mese grazie ai volontari dell’Associazione Culturale Archeologica di Oggiono.


Uscendo dall’edificio che ospitava la fonte battesimale, nella sala della comunità pastorale si può ammirare la copia fotografica (l’originale si trova nel castello di Ecouen – Francia) de “L’ultima cena” eseguita da Marco d’Oggiono.


Essa venne commissionata subito dopo la realizzazione del cenacolo vinciano ed è di una fattezza molto pregiata: l’uso dei colori e la capacità di dipingere sui volti le emozioni ricorda molto la tecnica usata da Leonardo stesso.

 

Lasciata la sala, si entra nella parrocchiale dove l’attenzione è stata posta ad altre opere di Marco d’Oggiono, come un affresco rappresentante la Madonna, S.Eufemia (alla quale è dedicata la chiesa) e S. Caterina d’Alessandria e un polittico, che sarebbe stato in passato una pala d’altare.


Subito alla destra dell’ingresso c’è uno splendido “Sposalizio della Vergine” di Andrea Appiani.


Prima di abbandonare la piazzetta il gruppo si è concesso una pausa panoramica dalla Piazza alta dalla quale si ha una vista sulle Prealpi e sul lago d’Annone (parte est).


Il percorso è continuato per le vie del paese nella frazione di Castello, denominata così per la presenza di una roccaforte, e successivamente gli escursionisti hanno potuto osservare terreni dove un tempo veniva utilizzata la tecnica della marcita.


Il gruppo è così arrivato all’imbocco della scalinata "Annoni" che è frutto dalla sostanziale modifica apportata nel 1874 alla strada comunale di collegamento tra Ello e Oggiono ad opera del conte Aldo Annoni, all'epoca membro del parlamento italiano, che con ardita procedura fece realizzare perché il tracciato comunale non attraversasse più il parco della villa di sua proprietà. Vedi nota (*).


Arrivati a Ello, ha preso la parola Virginio Colombo, dell’Associazione Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo, per presentare l’omonima chiesa. Una vera sorpresa: al suo interno ci sono resti di affreschi del Duecento, Trecento e Quattrocento. Ai lati del pavimento è presente tutt’ora la pavimentazione originale del Settecento, a differenza del resto che, in seguito a un furto, è stato completamente rifatto presso una fornace di Arosio.

 

Prosegue il cammino addentrandosi nei boschi e si incontra la cappellina dei morti della Ratta dove si pensa che siano stati seppelliti i morti della peste.


Il castagneto che la circonda ha però anche qualcosa di mistico e ancestrale: inoltrandosi tra gli alberi, si trova un masso erratico usato come “scivolo della fertilità”. Le donne, infatti, per propiziare la fecondità, scivolavano sulla pietra irrorandola con la propria urina.

 

Arriva l’ora di pranzo e la destinazione è Figina: ci si arriva con una salita ben immersa nei boschi la quale permette degli ottimi scorci nell’ultima parte.


Terminata la frugale rifocillata, Stefano Brambilla dell’Associazione Monte di Brianza parte dal tempo dei romani per descrivere tutta la storia di questo incredibile posto che comprende ancora circa 200 ettari del versante settentrionale del monte.


Nato come luogo dove si sviluppò una fornace per laterizi, ebbe il suo momento di massimo sviluppo nel Medioevo quando, nel 1107, viene fondato un monastero cluniacense che, con l’invasione napoleonica verrà chiuso.


Tutt’oggi si vede un complesso abitativo la facciata del quale è decorata da cotti con alcune figure del Risorgimento Italiano.


La chiesa ancora presente è dedicata a San Nicola e, anche se ridotta di due navate, al suo interno presenta un paliotto d’altare in scagliola alquanto interessante.


Si giunge a Dolzago prendendo svariati sentieri, tali che senza un’adeguata conoscenza del Monte non sarebbe possibile continuare l’escursione da soli, e prima che la pioggia sorprenda tutto il gruppo ci si ferma brevemente per contemplare la chiesetta di S.Alessandro, la quale purtroppo ha subito pesanti rimaneggiamenti.


La pioggia non è clemente e non permette la visita a Cogoredo (Dolzago) e alla cascina Ghisolfa di Oggiono e il gruppo è costretto a tornare prima del previsto.

Il nostro ringraziamento va a tutti i partecipanti e non solo agli organizzatori, perché è stata una giornata molto piacevole, immersi nella natura, contemplando tutto quello che ci circonda ma che ancora non conoscevamo, chiacchierando piacevolmente e entrando in contatto con altre persone molto interessanti.

Maddalena Frigerio


Nota (*): il testo in corsivo è stato inserito da Brianza Centrale. Per approfondire vedi http://www.provincia.lecco.it/wp-content/uploads/2013/12/Relazione.pdf

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