domenica 2 novembre 2014

Arcore: Salviamo il parco dell'ultimo soldato giapponese


Riceviamo e pubblichiamo il seguente intervento di Marco D'Agostino

Tutto ebbe inizio l'anno scorso, nel mese di luglio, quando l'Amministrazione comunale di Arcore aveva convocato i membri del comitato di quartiere di Bernate Boschi per sentire il loro parere in merito al progetto di realizzazione della nuova caserma dei Carabinieri di Arcore in Via Gilera. Il progetto prevedeva la realizzazione sul terreno di un privato della caserma e di edifici in edilizia convenzionata e, sul lato di via Grandi, veniva lasciato intatto il parco verde.


Il Comitato aveva espresso un parere favorevole dato che, di per sè, il progetto non era eccessivamente invasivo e comunque preservava il parco verde di via Grandi. Successivamente, nel mese di settembre - ottobre, l'amministrazione comunale di Arcore approvava il PGT ove, la zona in questione, veniva sottoposta ad interventi sulle linee generali del progetto presentato al Comitato di Bernate Boschi.

La sorpresa arriva a fine settembre quando, ex post, i residenti vengono a conoscenza dell'adozione di una delibera della giunta comunale con la quale veniva adottato un progetto del tutto diverso da quello sottoposto all'attenzione del Comitato di Bernate Boschi. Come potete vedere il progetto è profondamente invasivo. Prevede la realizzazione di tre palazzine (4 piani + servizi) sul Parco verde di via Grandi e lo spostamento del parco su via Gilera (a ridosso della statale).


I cittadini sono indignati per una serie di ragioni:
  1. Perché distruggere uno spazio verde pubblico per permettere la realizzazione della nuova caserma dei carabinieri? Per tutti i detrattori della teoria del parco realizzato sul terreno di via Gilera, la riqualificazione di un parco deve necessariamente passare per l'edificazione di tre palazzi di 5 piani?
  2. Perché l'anno scorso e' stato presentato un progetto di realizzazione della caserma meno invasivo (sulla linea progetto Rocchini con edificazione sul terreno privato di via Gilera) sul quale il comitato aveva espresso il proprio consenso, inglobato nelle linee generali nel PGT, mentre a luglio e' stato adottato il nuovo progetto (invasivo) che comporta la variante al PGT? Perché adesso non va più bene?
  3. Quali sono gli interessi sottesi a questo nuovo progetto che comporterà la variante al PGT rispetto a quello prospettato l'anno scorso?
  4. Perché i cittadini non sono stati interpellati ex ante rispetto all'adozione del nuovo progetto? Perché, come in passato, dobbiamo essere messi sempre a conoscenza degli eventi una volta che le scelte sono state prese?
  5. Perché non si sono considerati gli alti elementi di criticità che questo nuovo progetto porterà in dote a tutti i cittadini arcoresi? in particolare di viabilità (ingorgo infernale in via grandi già di per sé congestionata dalle sbarre perennemente abbassate del passaggio a livello), servizi (carenza d'acqua nel periodo estivo che, con 60 nuovi immobili, comporterà una siccità tipo Namibia).
  6. Perché si vara un progetto di edilizia convenzionata quando, sul mercato immobiliare le compravendite sono ferme così come le locazioni ( 36-72 locazioni e 264-336 compravendite) sono ferme? di quale emergenza demografica stiamo parlando?
  7. Perché si adottano progetti urbanistici a "macchie di leopardo" che non riescono a comprendere la natura dei luoghi, a valorizzare le risorse preesistenti, massimizzare la viabilità e i servizi?
  8. Perché, invece di erigere tre palazzine, non si pensa a rafforzare i servizi sopraccitati che, da anni, sono carenti unitamente all'illuminazione dei luoghi quale chiave deflativa dei fenomeni criminogeni?
  9. Perché non sono state valutate altre alternative presenti in città come, ad esempio, la caserma da parte della polizia stradale che, per di più, e' di proprietà comunale?
  10. Perché costruire una caserma dei carabinieri con orari di servizio che non sono h24 ma per garantire il numero di posti letto ai militari che svolgono l'attività' di sorveglianza a Villa San Martino? Perché per le esigenze di un singolo deve pagare il conto tutta la collettività?

Abbiamo iniziato a raccogliere le firme e, in poco più di una settimana, abbiamo raccolto 200 firme di cittadini arcoresi che credono che il cemento non deve più entrare in città.



Dal cronoprogramma dei lavori, il cantiere potrebbe essere potenzialemente concluso entro 10 anni dalla sottoscrizione della convenzione.

Lo scorso 23 ottobre, in una assemblea di cittadini arcoresi, abbiamo deciso di dare il nome di Hiroo Onoda...il soldato giapponese che combattè per altri 30 anni sulla propria isola sperduta senza alcuna volontà di resa. Proprio come il nostro Parco che, dopo anni di cementificazione, è rimasto solo a combattere e, in questo momento, chiede il nostro aiuto.

I giorni 8 e 9/11 saremo in Arcore (Largo Vela) davanti al Comune a raccogliere le firme sotto un gazebo per chiedere che il Parco Hiroo Onoda sia salvato dalla cittadinanza arcorese perchè, una volta che le colate avranno fatto il loro lavoro, il verde non tornerà più.

Nessun commento:

Posta un commento