domenica 13 luglio 2014

San Salvatore e Dosso a Seregno: tra antiche cascine, campi e qualche capannone


Dopo il Meredo, la più vasta zona verde di Seregno, anch'essa parte del Parco Brianza Centrale, è all'estremo opposto, ad est della superstrada Milano-Lecco. Anche qui questa importante infrastruttura - come per il Meredo le linee ferroviarie - ha forse giocato un ruolo nella conservazione del territorio, avendone determinato il relativo isolamento, pur avendo deturpato non poco soprattutto il circondario della chiesa di San Salvatore e annessa cascina, che attualmente si trovano proprio all'interno dello svincolo.


San Salvatore 

L'Oratorio di S. Salvatore, sorto sull'antica strada per il ponte sul Lambro, ha origini remote: era già citato infatti nel Liber notitiae di Goffredo da Bussero, un repertorio di tutte le chiese ed altari della diocesi risalente al 1289. Non sappiamo però quando l'Oratorio sia stato affiancato dalla cascina, la cui prima notizia certa risale alla metà del '500, epoca in cui vi viveva un solo nucleo familiare.

L'Oratorio di San Salvatore visto da via Montello, l'antica via per Ponte Albiate
Sia la chiesetta che la cascina, insieme a quasi 300 pertiche di terreni (pari a poco meno di 20 ettari), facevano parte dei beni dell'Ospedale dei poveri di Carate. Anche questa istituzione era antichissima; la sua fondazione è attribuita al nobile caratese Pietro Sapello o Zappelli, al tempo proclamato beato dalla pietà popolare, vissuto anch'egli nel XIII secolo, che l'aveva dotata di un lascito patrimoniale che le garantiva le rendite necessarie.

L'ala ovest della cascina di San Salvatore
Le antiche latrine ad est della corte
Da un documento del 1578 apprendiamo che l'affitto del possedimento di S. Salvatore costituiva circa il 40% delle entrate dell'Ospedale, mentre il resto proveniva da altri terreni e case in varie zone di Carate, sebbene l'estensione dei terreni seregnesi fosse maggiore di quella dei caratesi. Non si trattava di un effettivo ospedale, ma di un'opera pia che garantiva l'assistenza sanitaria - con i limiti di quei tempi - oltre ad altri sussidi ai poveri di Carate, benefici di cui godevano anche i coloni della cascina di S. Salvatore. La sua attività si protrasse almeno fino alla fine del '700.
Pianta dell'antico Oratorio (1579)
La strana situazione della chiesa di S. Salvatore, in territorio seregnese ma di proprietà di un'istituzione caratese, aveva dato origine ad un singolare "condominio": l'oratorio aveva due absidi e due altari gemelli (cosa di per sè non insolita in chiese molto antiche), uno dei seregnesi e uno dei caratesi, e le due comunità celebravano separatamente le loro funzioni con i rispettivi parroci. Una volta all'anno, ma in date diverse, si svolgevano processioni in ognuno dei due paesi dirette a S. Salvatore. Come in tutti i condomìni non mancavano i motivi di attrito, nella fattispecie una presunta sottrazione clandestina di reliquie da parte dei caratesi. Alla manutenzione della chiesa doveva provvedere l'Ospedale dei poveri di Carate, ma dalle visite pastorali sappiamo che lasciava molto a desiderare.
Purtroppo nel 1841 un incendio distrusse quasi completamente l'antico Oratorio, che fu ricostruito nello stile del tempo.

Il retro della cascina e l'oratorio di San Salvatore. Si noti l'ampliamente anteriore del 1957
Nel 1957 fu ritenuto necessario un ampliamento e fu quindi edificato un brutto avancorpo, il cui aspetto è stato fortunatamente migliorato nell'ultimo restauro del 2002.

Portico sul lato nord della cascina
Nonostante avesse già almeno due secoli di vita, nelle mappe del Catasto Teresiano del 1722 la cascina presenta solo un edificio a destra dell'Oratorio ed un altro sul retro. Evidentemente il fondo di proprietà dell'Ospedale di Carate non richiedeva maggior manodopera.
Nelle mappe dei catasti successivi - del 1856 e del 1901 - vediamo che si sono aggiunti edifici sul lato sud.

Lato sud della cascina di San Salvatore
Nel secolo scorso intorno all'antico nucleo si è sviluppato un quartiere e a sud, lungo la superstrada, importanti strutture commerciali.

Il Dosso

Per trovare ampi spazi aperti dobbiamo spostarci verso est.
Qui troviamo anche un'altra importante cascina, quella del Dosso, di cui però la parte maggiore e più antica si trova in comune di Albiate. Non sappiamo a che epoca risale la cascina del Dosso; la troviamo - solo in comune di Albiate - nelle mappe del Catasto Teresiano del 1722, che ci dicono che era proprietà di vari membri della ricca famiglia Confalonieri di Carate, insieme a 160 pertiche di terreni.

Cascina Dosso (Albiate)
Ancora più vasti erano i possedimenti di questa stessa famiglia subito al di là del confine, cioè in territorio seregnese, dove superavano le 400 pertiche; inoltre membri della stessa famiglia erano proprietari anche della vicina Cascina Pozzone, in comune di Carate ma al confine con Seregno.

La corte di cascina Dosso (Albiate)
La cascina del Dosso era costituita da due soli edifici piuttosto grandi e da uno molto piccolo, ma era destinata ad una notevole espansione, visto che nelle mappe del catasto lombardo-veneto (1855) vediamo che si è completata la corte quadrata; mezzo secolo più tardi si erano aggiunti altri edifici al di fuori della corte.
Contemporaneamente altri fabbricati sorgevano anche in territorio seregnese. 

Cascina Dosso (Seregno)
Sviluppo della Cascina Dosso dal Catasto Lombardo Veneto al Nuovo Catasto Terreni
Tra S. Salvatore e il Dosso si trova un'altra bella cascina, molto più recente, cioè la cascina Abissinia, ma di essa parleremo in un prossimo post.

Cascina Abissinia
Anche la zona Dosso, come il Meredo, ha corso gravi rischi: per ben due volte nella storia recente era stata destinata ad ospitare un inceneritore di rifiuti. La prima volta fu negli anni '60; il progetto doveva essere realizzato dall'Azienda Municipale di Seregno, che successivamente avrebbe passato le consegne ad un consorzio dei Comuni che avrebbero usufruito dell'inceneritore. Ma in consiglio comunale, nel febbraio 1965, vennero sollevati pesanti dubbi sull'operato dell'Azienda. I sospetti riguardavano una presunta tangente per l'acquisto del terreno, appunto in zona Dosso, ad una prezzo superiore a quello di mercato. Il progetto fu quindi accantonato e gli atti trasmessi alla Magistratura.

Strada vicinale Cassina del Dosso
Purtroppo l'idea tornò in auge 30 anni dopo, durante l'amministrazione di Evita Bovolato, quando si verificò un'emergenza rifiuti, che non venivano più accolti in discarica. Seregno avanzò la candidatura ad ospitare un termodistruttore, che venne accettata dal Commissario Prefettizio. Si costituì un Comitato Intercomunale di difesa del territorio composto da abitanti delle frazioni Dosso di Seregno e Albiate e delle Torrette di Lissone, appoggiato dal WWF di Seregno; di fronte a questa decisa opposizione, il Consiglio Comunale tornò sui suoi passi, e l'emergenza rifiuti venne correttamente affrontata con l'avvio della raccolta differenziata domiciliare.

Attualmente la zona Dosso presenta ampi spazi agricoli, intervallati da qualche capannone. Recentemente è stato realizzato un Giardino Pubblico lungo via Arno.

L'area di via delle Valli
Purtroppo paradossalmente proprio chi dovrebbe tutelare il verde, ovvero il Comune di Seregno, ente gestore del Plis Brianza Centrale, ha reso edificabile con il PGT, con l'intenzione di venderla, una vasta area verde, in via delle Valli, adiacente al parco. Questo la dice lunga sull'interesse per l'ambiente dell'Amministrazione. Le associazioni ambientaliste hanno presentato un'osservazione in proposito, che è stata respinta. Viceversa è stata fortunatamente accolta l'osservazione riguardante un altro terreno, che era destinato alla costruzione di un ospedale ed è stato riconfermato a verde. Altre osservazioni, volte ad incrementare la rete di piste ciclabili nella zona, attualmente quasi inesistente; sono state respinte.

Terreni agricoli nei pressi di cascina Pozzone (Carate Brianza)
Interessanti sono le possibilità di ampliamento del parco nelle aree contermini, sia verso nord, in comune di Carate, sia verso sud-est, nei comuni di Albiate, Sovico, Macherio e Lissone.

Testo di Chiara Ballabio
Fotografie di Zeno Celotto

© riproduzione riservata
 
Riferimenti bibliografici:
1) Seregno. Una comunità di Brianza nella storia (secoli XI-XX). A cura di G. Picasso e M. Tagliabue - Seregno 1994
 
2) A proposito di due antichi oratori seregnesi: SS. Rocco e Sebastiano e S. Salvatore - a cura di F. Cajani - Besana Brianza 2005
3) Carate Brianza. Alle radici del presente - a cura di D. F. Ronzoni - Missaglia 2006
4) Seregn de la memoria - Seregno cinquant'anni tra cronaca e storia, vol 1° - Seregno 1996

1 commento:

  1. Credo che quello che ha scritto lei:"Purtroppo paradossalmente proprio chi dovrebbe tutelare il verde, ovvero il Comune di Seregno, ente gestore del Plis Brianza Centrale, ha reso edificabile con il PGT, con l'intenzione di venderla, una vasta area verde, in via delle Valli, adiacente al parco. Questo la dice lunga sull'interesse per l'ambiente dell'Amministrazione." Non lasci spazio a ulteriori commenti. Questo ci fa capire la considerazione che la maggior parte di persone che vive nelle nostre zone ha del nostro territorio, visto unicamente come una cosa da spremere e sfruttare senza ritegno.

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