domenica 29 giugno 2014

Il Meredo di Seregno: un'eredità verde da preservare


Le terre comprese nella forcella ferroviaria ad ovest di Seregno sono la più vasta area agricola sopravvissuta - miracolosamente - entro i confini comunali.

Per secoli il suo destino fu strettamente legato a quello delle terre più a nord, cioè a quelle del Ceredo, con cui almeno fino al '700 condivideva anche il nome. Della storia del Ceredo abbiamo già scritto in un precedente post. Ricordiamo qui che fin dal Medioevo anche quello che adesso a Seregno viene chiamato Meredo (dal nome della cascina in comune di Seveso) faceva parte quasi per intero dei possedimenti del Monastero di San Vittore di Meda.

Catasto Teresiano 1722, mappe attivazione, fogli 6-7-11-12. In rosso le proprietà del Monastero di Meda; in verde le strade vicinali ancora esistenti.


Le mappe del Catasto del 1722 ci mostrano la vasta tenuta delle Monache, che era chiamata il Chiarè, così come la cascina sorta lungo la strada per Meda. Poco più ad est si trovava la Cascina Donnetta; ma nessuna costruzione era presente nell'area ora compresa tra le linee ferroviarie. I terreni erano coltivati a cereali, con la presenza di gelsi e in alcuni piccoli appezzamenti con filari di viti. L'unica macchia boschiva allora rimasta (visibile a sud ovest della Cascina Chiarè) è sopravvissuta in parte ancora oggi, subito a sud della linea ferroviaria per Como, dove una farnia monumentale sembra testimoniare l'antico aspetto dei luoghi.

La farnia monumentale del Meredo (foto scattata durante Bicinfesta 2014)
Possiamo notare come le strade vicinali siano rimaste quasi invariate; anche i nomi attuali ci rimandano al passato: le strade vicinali "alle brughiere" e "ai boschi" di S.Pietro (di Seveso) ci ricordano la vasta zona a boschi o brughiera che esisteva, ancora nell' '800, a nord-est di Seveso, oltre il Meredo, alla Cavalla, e che si estendeva anche in comune di Meda.
La vicinale del Merè conduceva dalla Cascina del Ceredo a quella che all'inizio del '700 era una piccola cascina di due sole case, appena oltre il confine comunale; nel 1770 vi abitavano 18 persone.

Cascina Meredo a Seveso
Nelle mappe del catasto teresiano non c'è traccia della chiesetta esistente ancor oggi, che invece è riportata nel catasto del secolo successivo. I terreni del Meredo sevesino non appartenevano al Monastero di Meda; nel 1723 la cascina apparteneva a Benedetto Santambrogio e la maggior parte dei terreni ai conti Borromeo, Rho e a certi Brioschi.

L'oratorio di San Benedetto (Meredo di Seveso)
Nella zona di Seregno che prenderà il nome di Meredo la prima cascina nasceva a fine '700: si trattava della Cascina Monti, poi Brivio; mezzo secolo più tardi sorgeva la Cascina Curioni, ora sede della Cooperativa Sociale Il castagno.

Cascina Monti (ora Brivio) vista da nord
Dipinto della Madonna di Santa Valeria sulla facciata di Cascina Brivio
A metà del XIX secolo la costruzione della ferrovia per Como venne a dividere le sorti del territorio che attraversava: le aree a nord destinate in futuro ad un'espansione edilizia che ha risparmiato solo limitate superfici; quelle a sud, anche a causa della costruzione quarant'anni più tardi della linea per Saronno, condannate all'isolamento, che però le ha preservate quasi intatte fino ad oggi.

Cascina Pelucchi (fine '800)
A cavallo del '900 nascevano altre due cascine: Cascina Pelucchi e Cascina Silva; in quest'ultima possiamo notare come l'architettura sia cambiata rispetto a quelle più antiche: l'altezza è maggiore, sono presenti il portico e i loggiati. Questa cascina è ancora in funzione, anche se produce solo per l'autoconsumo; mentre la cascina Pelucchi attualmente è abbandonata. Degli anni '50 è invece la cascina Ciceri.

Cascina Silva (costruita nel 1910)
Dipinto sotto il portico di Cascina Silva
Purtroppo negli ultimi quarant'anni quest'area ancora agricola è stata più volte a rischio di cementificazione. Nel 1975 partiva l'iter per la costruzione proprio in questa zona dell'Ospedale "Valle del Seveso", che doveva occupare 170 mila metri quadrati, a cui si dovevano aggiungere naturalmente quelli necessari per i collegamenti viabilistici sia con Seregno che con i comuni più ad ovest, che sarebbero stati serviti dal nuovo ospedale. Ma nel 1978, quando già si stava per iniziare l'acquisizione dei terreni, giunse la notizia che la Regione Lombardia nella stessa area aveva previsto un Centro interscambio merci. Il procedimento per la costruzione dell'ospedale subì un rallentamento e il progetto fu poi abbandonato, e fortunatamente anche del Centro interscambio merci non se ne fece niente.

Localizzazione delle cascine del Meredo
Fin dagli anni '60 si era cominciato a parlare di un sovrappasso sulla ferrovia per evitare l'attraversamento del centro di Seregno da parte del traffico automobilistico, ma l'opera fu realizzata solo negli anni '90 con lo scavalcamento della linea per Como-Chiasso e un sottopassaggio sotto la linea per Saronno. Questa infrastruttura costituì una notevole cesura tra la zona più periferica e quella più vicina al centro, che negli anni precedenti era stata già intaccata dalla costruzione di palazzi che avevano suscitato non poche polemiche.

Croce campitale lungo via Saronno
Nel 2001 fu istituito il Parco Sovracomunale della Brianza Centrale in cui rientrava anche il Parco agricolo del Meredo, costituendo quindi un'importante tutela su quest'area. Ma purtroppo questo non la mette al riparo in modo definitivo. In questi ultimi anni si sono susseguite varie ipotesi di occupazione (e distruzione) del suolo: dal campo da golf al laghetto per la pesca sportiva, entrambi progetti apparentemente compatibili con la tutela dell'ambiente, ma che in realtà avrebbero pesanti ripercussioni; un parcheggio - inutile - era stato previsto in via Saronno. E anche nel Piano di Governo del Territorio recentemente adottato in un'area del Meredo erano previste attività sportive, ma in seguito ad un'osservazione delle associazioni ambientaliste la funzione è stata modificata.

Nell'area contornata in rosso erano previste attività sportive. Le associazioni ambientaliste seregnesi hanno presentato al riguardo una osservazione (leggi qui al punto B6), che è stata accolta.
E non basta: altre minacce arrivano proprio da quelle ferrovie che negli anni passati hanno determinato l'isolamento, e quindi la conservazione, di questa zona. Infatti sono in progetto il quadruplicamento della linea per Como e un nuovo percorso della linea per Saronno che, attraversando l'intera area verde non lontano dal confine comunale, la porterebbe a scavalcare la linea per Como.

Riusciremo a consegnare ai nostri figli e nipoti quello che per tanti secoli è rimasto quasi immutato?

Testo di Chiara Ballabio 
Fotografie di Zeno Celotto

© riproduzione riservata
 
 
Riferimenti bibliografici:
1) Seregno. Una comunità di Brianza nella storia (secoli XI-XX). A cura di G. Picasso e M. Tagliabue - Seregno 1994
2) AA.VV. - Sant'Ambrogio una chiesa e la sua gente - Seregno 1994
3) Seregn de la memoria - Seregno cinquant'anni tra cronaca e storia, vol. 2° - Cabiate 1997
4) A. Maderna - Seveso nell'Archivio dei Secoli - Meda 1973
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