sabato 22 marzo 2014

Il codice etico di "Infrastrutture Lombarde"

I dirigenti della Società devono rappresentare modelli di riferimento di condotta morale e devono incoraggiare la discussione sulle implicazioni di natura etica e legale delle decisioni aziendali.
Essi si impegnano a creare e mantenere un ambiente di lavoro in cui sia chiaro e inconfutabile che a tutti è richiesto un comportamento conforme alle norme etiche e legali.
 

(dal "Codice Etico" di Infrastrutture Lombarde)

Infrastrutture Lombarde: un verminaio clientelare?
"La magistratura accerti le responsabilità soggettive ma i fatti sono di una gravità sconcertante e gettano un'ombra terribile sui grandi investimenti infrastrutturali della Lombardia"

Comunicato stampa di Legambiente Lombardia

Gli arresti eccellenti in casa di Infrastrutture Lombarde e di CAL-Concessioni Autostradali Lombarde gettano un'ombra inquietante sulla enorme partita di investimenti a cui gli amministratori della Regione Lombardia lavorano con continuità e devozione da un quindicennio. In quest'area grigia rischiano di entrare le più mastodontiche previsioni infrastrutturali: le autostrade TEM, BreBeMi e Pedemontana, che da sole formano un volume di investimenti pari a quasi 10 miliardi di euro, e le altre strampalate opere in previsione, dalla Cremona-Mantova alla Broni - Mortara.

“Da sempre denunciamo che le maggiori tra le grandi infrastrutture lombarde rappresentano non solo delle pesantissime aggressioni al territorio, ma anche delle opere sulla cui effettiva utilità e sul ritorno economico c’è stata molta propaganda, restano molti dubbi e non vediamo nessuna certezza, tanto che gli investitori privati si sono sempre ben guardati da esporre risorse proprie. Da contribuenti, prima che da ambientalisti, ci seccherebbe scoprire che in realtà il faraonico progetto autostradale lombardo si riveli una gigantesca macchina taroccata per rosicchiare denari pubblici e coltivare clientele politiche. A Maroni, che augura agli inquisiti di dimostrare la loro personale estraneità ai fatti, rispondiamo che, a prescindere dalla sanzione delle responsabilità soggettive, noi avremmo preferito che quei fatti non si fossero mai verificati”, ha dichiarato Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia.

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