mercoledì 5 febbraio 2014

Lotta a mafie, clientele, corruzione: basta retorica, passiamo ai fatti (anche a Seregno)

Il parco "Falcone e Borsellino" a Seregno (Quartiere San Carlo)
 di Mauro Brivio, PD Seregno

Nell’aprile 2012 il PD Seregno denunciò pubblicamente quelli che parevano i sintomi di una presenza attiva della criminalità organizzata sul territorio di Seregno. Il Sindaco ed il CentroDestra ebbero una reazione stizzita, accusandoci di arrecare alla città un grave danno di immagine e reputazione. Quello evidentemente è stato l’unico episodio, in quasi 10 anni di amministrazione, in cui i nostri amministratori si siano preoccupati dell’immagine e della reputazione di Seregno, almeno a giudicare dai loro silenzi e dal loro immobilismo rispetto a fatti precedenti e successivi.

Da allora infatti a Seregno è successo di tutto: svariate operazioni antimafia condotte dalle procure, con arresti anche sul territorio comunale; inchieste pubblicate dalla stampa locale e nazionale sulle attività e sui luoghi della ‘ndrangheta (tra questi Seregno); la Guardia di Finanza in comune e i sospetti mai dissipati sul PGT; un consigliere comunale del PDL che, sentito dai magistrati nell’ambito di un’indagine su esponenti delle ‘ndrine, arriva a “prenderne le difese”  (GIP A. Ghinetti, operazione “Ulisse”, 11/09/2012, Milano); un avviso di garanzia per corruzione recapitato all’ex assessore all’urbanistica dei primi cinque anni di amministrazione Mariani; un presidente di Gelsia Ambiente indagato per corruzione e dimessosi dopo mesi; il caso Energy+ ed i sospetti di una gestione clientelare dell’urbanistica ad esso legati. Il tutto senza considerare gli errori dovuti all’inadeguatezza di chi ci amministra.

Infine la gambizzazione di un uomo, un pregiudicato, in pieno giorno in una piazza di Seregno. Un fatto inquietante in sé e ancor più preoccupante se si riflette sul significato del gesto. Evidentemente non ha più senso parlare di infiltrazioni mafiose in Brianza, ci siamo dentro fino al collo: le cosche non si limitano più a reati finanziari e a traffici occulti, ma si espongono, uccidono e gambizzano; lo fanno alla luce del sole, sentendosi sicure non tanto dell’omertà, quanto dell’indifferenza e dell’inerzia che le circonda.

In effetti la conseguenza più grave di questa sequenza di misfatti sta nella nostra assuefazione. Il susseguirsi di scandali, notizie di reato e delitti infatti non ha stimolato una reazione energica da parte dei cittadini, ma ha prodotto una stanca liturgia per cui ad ogni nuovo fatto ci si aspetta una difesa d’ufficio dalla maggioranza e parole di indignazione dall’opposizione. Il tutto naturalmente resta sulla carta, e presto si dimentica. Di questo l’opinione pubblica pare accontentarsi.

Noi non smetteremo di denunciare tutto questo e faremo la nostra parte, perché la lotta alle mafie, alla corruzione e alle clientele è qualcosa che abbiamo nelle radici e nel sangue. Ma siamo stanchi delle parole nel vuoto: si passi ai fatti. Perché fare sensibilizzazione nelle scuole e dichiararsi parte civile nei processi contro le cosche va bene, ma non basta. E non basta nemmeno la Commissione Antimafia in seno al Consiglio Comunale, poiché pur animata da persone capaci, manca dell’esperienza e delle competenze necessarie per incidere davvero nell’ambito del contrasto alle mafie. 

La nostra proposta:
  1. Il Comune di Seregno si faccia carico di formare un tavolo di scopo a scala provinciale, senza oneri per il comune, partecipato su base volontaria da amministratori, pubblici ministeri, procuratori, forze dell’ordine, tecnici amministrativi e le rappresentanze necessarie;
  2. Questo tavolo si dia due mesi di tempo per definire un protocollo con una serie di azioni a livello normativo e procedurale che possano essere autonomamente prese dalle singole amministrazioni comunali in materia di contrasto a criminalità organizzata, corruzione e clientela;
  3. Il Comune di Seregno si impegni ad approvare ed implementare tale protocollo entro il prossimo 25 Aprile.
Il Sindaco proverà forse un certo imbarazzo nell’inaugurare un simile tavolo, lo stesso imbarazzo che i seregnesi hanno provato ogni volta che hanno visto sulla stampa il nome della loro città accostato a certe vicende giudiziarie e amministrative. Ma è ora che si cominci a fare ciò che è necessario per Seregno.

Esiste già una proposta del PD Seregno sulla trasparenza nella pubblica amministrazione: può essere un punto di partenza. Se questa amministrazione non si farà carico di questa iniziativa, ce ne faremo carico noi come prima cosa se vinceremo le prossime elezioni amministrative.

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