mercoledì 29 gennaio 2014

Perché la Svizzera pagherà 120 milioni di euro per riqualificare la rete ferroviaria lombarda

Fonte immagine: Hupac
Martedì scorso è stato sottoscritto a Berna un accordo tra la Svizzera e l'Italia che prevede un contributo da parte elvetica di 120 milioni di euro a fondo perso per la linea ferroviaria su Luino, tra il confine di Stato e Gallarate/Novara, mentre da parte sua l'Italia investirà 40 milioni di euro per adeguare la tratta a sud di Chiasso e per la realizzazione di un terminal intermodale nella zona di Milano.

L'intesa prevede versamenti scaglionati condizionati dall'avanzamento dei lavori. Il termine dei lavori sulla tratta di Luino e a sud di Chiasso è previsto per il 2016-2018.

Negli ultimi anni la Svizzera ha investito sul trasporto merci su ferro con lo scopo di spostare il traffico merci di transito. Per AlpTransit l'investimento è attorno ai 25 miliardi di franchi svizzeri.

Alla realizzazione della trasversale alpina in territorio elvetico non ha fatto seguito la realizzazione delle infrastrutture di competenza dell'Italia. Per evitare quindi che le stazioni di trasbordo dei camion dalla strada alla ferrovia vengano realizzate esclusivamente in territorio ticinese la Svizzera si è trovata nella necessità di finan­ziare il corridoio di 4 metri anche sulla tratta italiana.

Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa diffuso da Legambiente Lombardia.

Alptransit. Il ministro Lupi a Berna a incassare i milioni donati dalla Svizzera per la riqualificazione della rete ferroviaria italiana

“Così si potrà continuare a usare il debito pubblico per finanziare esclusivamente autostrade inutili nel nord"

“Senza una strategia nazionale per il trasporto ferroviario delle merci, le opere finanziate dagli Svizzeri finiranno nell'ingorgo stradale padano”


Il ministro Lupi, martedì scorso, al cospetto del Ministro svizzero Doris Leuthard, che ha staccato a beneficio dell'Italia un generoso assegno da 120 milioni di euro per la riqualifica della ferrovia Luino-Gallarate: uno dei colli di bottiglia che si oppongono al transito dei treni merci da 2000 tonnellate che, con l'apertura del supertunnel del Gottardo, collegheranno la rete ferroviaria italiana alle grandi direttrici di trasporto ferroviario transalpino.

L'Alptransit è una infrastruttura senza dubbio strategica per l'intera Europa, e aprirà al traffico nel 2016: l'area milanese diventerà il vero terminale sud di un asse che, valicate le Alpi, collegherà la Pianura Padana con le reti ferroviarie della Valle del Reno, la Manica e i grandi porti atlantici di Rotterdam e Amburgo. In altre parole, un bacino di oltre 100 milioni di abitanti, nel cuore economico d'Europa. Ma questa formidabile opera è sostanzialmente sconosciuta alla politica nazionale, che non ha mai investito un euro sulle necessarie opere di connessione dal lato italiano. Mentre in Lombardia tiene banco l'enigma sul dove trovare i miliardi di euro che servono per un'opera inutile come la Pedemontana, arrivano investimenti pagati in franchi svizzeri per le opere davvero necessarie.

“Il ministro porta a casa un 'tesoretto' che l'Italia non ha fatto nulla per meritare, sarà bene che dimostri una autentica volontà di sviluppare politiche che rendano funzionale il corridoio ferroviario realizzato interamente con investimenti svizzeri - dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - avremo un potente collegamento che perfora l'intero arco alpino per spegnersi alle porte dell'area metropolitana milanese, di fatto impenetrabile per il transito e l'interscambio merci dei convogli provenienti da Oltralpe: dopo decenni passati a lamentare un inesistente deficit di infrastrutture stradali nel Nord Italia, si avvicina il momento in cui dovremo fare i conti con il vero ritardo, quello nelle opere e nelle politiche ferroviarie per il trasporto merci da decenni abbandonato a se stesso, come gli svizzeri hanno potuto constatare”.

“Per noi si tratta di un investimento irrinunciabile, uno stimolo per rilanciare il trasporto ferroviario in un Paese che professa il monoteismo autostradale - dichiara Dario Balotta, responsabile trasporti di Legambiente Lombardia - come associazione, assicuriamo presenza e vigilanza nei territori interessate affinchè le risorse vengano allocate senza ritardi e inefficienze, per far sì la linea del Verbano venga attrezzata per il trasporto merci nei termini previsti dal finanziamento: non possiamo correre il rischio che milioni di tonnellate di merci vengano scaricate dai treni svizzeri per essere prese in carico da una flotta infinita di TIR padani”.

Ufficio stampa Legambiente Lombardia

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