sabato 21 gennaio 2012

L’impegno dei volontari del WWF Groane per la sopravvivenza della popolazione di Bufo bufo sul ramo occidentale del Lario

Su "Pianura n. 27" edito dalla Provincia di Cremona sono stati pubblicati gli Atti del quarto Convegno SALVAGUARDIA ANFIBI (Idro 2011). 

Il pdf del volume completo è liberamente scaricabile dal Sito web della Biblioteca digitale della Provincia di Cremona cliccando qui.
 


Qui trovate anche l'ormai introvabile Atlante degli Anfibi e Rettili della Lombardia (2004).

Di seguito riportiamo il riassunto dell'intervento presentato al Convegno dai volontari del WWF Groane.

 

2000-2010: l’impegno del volontariato per la sopravvivenza della popolazione di Bufo bufo sul ramo occidentale del Lario

Mirco CAPPELLI, Maurizio VALOTA, Cristina VOLONTÈ
(Gruppo Volontari WWF Groane, via Canova 45 - I-20024 Garbagnate Milanese, MI).

Riassunto

Risale al 1996 il primo tentativo di salvaguardare la migrazione del rospo comune sul ramo occidentale del Lario. Lungo la trafficata Strada Provinciale 583, 30 km circa di strada panoramica, nelle località di Faggeto, Pognana e Bellagio si contavano allora poche decine di individui in migrazione, mentre a Nesso e Lezzeno la presenza di qualche centinaio di anfibi faceva sperare in una possibile ripresa.
Nell’anno 2000 un gruppo di volontari decise di occuparsi di tale problema concentrando le poche risorse disponibili nelle due località di maggiore interesse. Vennero dunque contattate altre associazioni con il risultato che la sinergia di più organizzazioni di volontariato (ENPA, LAC, OIPA, WWF ed altre) con la collaborazione di istituti scolastici, come il Liceo Scientifico G.B. Grassi di Saronno, consente oggi di monitorare l’andamento della migrazione in tutto il periodo interessato con più di 10.000 individui salvati durante la migrazione.
Nel 1996 venne effettuato il primo tentativo di salvaguardia della migrazione del rospo comune sul ramo occidentale del Lario, lungo la trafficata SP583 (ex Strada Statale 583 “Lariana”) che collega Como a Bellagio snodandosi, con un tracciato panoramico ondulato e pieno di curve, lungo la costa occidentale del Triangolo Lariano. Le località di Nesso e Lezzeno furono individuate come quelle in cui era prioritario intervenire poiché, mentre in altre località vicine (Faggeto, Pognana e Bellagio) si contavano solo pochi individui, in esse si trovavano ancora alcune centinaia di anfibi.
Proprio in queste due località si concentrarono quindi le poche risorse (umane e finanziarie) disponibili quando, nel 2000, un gruppo di volontari del WWF Groane decise di intervenire con delle campagne di salvataggio anfibi.
Grazie all’impegno di numerosi volontari, da dieci anni è possibile monitorare la migrazione durante l’intero periodo riproduttivo che va, indicativamente, dalla seconda decade di marzo alla metà di maggio, per una durata media di 52 giorni. L’attività dei volontari ha generalmente inizio con la posa delle barriere temporanee in polietilene a monte della strada provinciale che hanno lo scopo di impedire l’ingresso dei rospi in discesa sulla sede stradale e di convogliarli, dove possibile, verso i tombotti che corrono sotto la strada. Realizzati contemporaneamente alla costruzione della strada, per favorire il deflusso delle acque piovane provenienti da monte, questi manufatti sono presenti a distanze irregolari lungo tutta la provinciale. Nell’area di intervento sita nel comune di Lezzeno, in particolare, sono presenti quattro tombotti: uno in località Crotto e tre in località Cavagnola, situati il secondo a circa 50 metri dal primo e il terzo a circa 300 metri dal secondo.

Fig. 1 e Tab. 1: durata del periodo di attività di salvataggio dei rospi.

La posa delle barriere è stata effettuata a Nesso e nella località Cavagnola di Lezzeno. In località Crotto di Lezzeno la posa di barriere invece non è stata effettuata poiché l’area interessata al passaggio dei rospi si sviluppa nel pieno centro abitato e la presenza di abitazioni e giardini rende l’operazione di difficile attuazione. Complessivamente le barriere in polietilene, disposte in più punti, raggiungono la lunghezza di circa 300 metri. L’area interessata dalla migrazione dei rospi, invece, è di circa 200 metri a Nesso, di circa 500 metri nella località Cavagnola e di circa 300 metri nella località Crotto.

 
Fig. 2: aree di intervento nelle località di Nesso e Lezzeno.

Con l’inizio della migrazione, i volontari, muniti di torcia, corpetto catarifrangente, secchio e guanti in lattice, si muovono lungo la strada per intercettare i rospi in discesa e in risalita e trasportarli da un lato all’altro della carreggiata. Le operazioni di salvataggio vengono effettuate tutte le sere, dall’imbrunire a tarda sera, con qualsiasi condizione di tempo, fino alla conclusione della migrazione di risalita dei rospi.
A distanza di dieci anni dall’inizio delle attività di monitoraggio e salvaguardia la popolazione di rospo comune sul ramo occidentale del Lario mostra un trend positivo che ha raggiunto un picco nel 2006 per poi ridursi leggermente negli anni successivi. Dai circa 3.000 rospi contati dai volontari nel 2000 si è passati ai circa 10.000 degli ultimi anni, suggerendo che le attività di salvataggio anfibi possono avere una effettiva utilità al fine della conservazione delle popolazioni di questi animali.

Fig. 3: numero di rospi conteggiati durante le operazioni di salvataggio.

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