martedì 20 settembre 2011

Nuovo dossier del WWF di Trezzo sul consuno del territorio dell'Adda Martesana


A cinque anni di distanza dal precendente dossier, Fabio Cologni e Massimo Amato del gruppo Oasi WWF Trezzo hanno realizzato un'analisi aggiornata della situazione del consumo di suolo dell'Adda Martesana.

Ne pubblichiamo di seguito l'introduzione:

Tempi duri per i suoli italiani. Di bassa qualità, sottoposti a molte pressioni, poco conosciuti e scarsamente tutelati. Nonostante l’Italia possa vantare il primato in Europa quanto a varietà di superfici agricole e naturali, i dati Ispra dicono che circa l’80% è povero di carbonio organico e, quindi, non può essere definito di “qualità”.
Soprattutto si evidenzia il crescente consumo di superficie, che aumenta ad una velocità tra le più alte d’Europa. Con 43 milioni di tonnellate di cemento prodotto nel 2008, il nostro Paese è al 4° posto nel mondo per rapporto cemento prodotto/superficie, e il 5° per rapporto cemento prodotto/abitante.

Tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007, il WWF Foppe Trezzo aveva realizzato un dossier intitolato “La dove c’era l’erba… ovvero: l’assalto alle ultime aree verdi dell’Est Milanese”, un’analisi del territorio dell’Est Adda Martesana, dal quale ne era uscito un impietoso quadro di insieme che descriveva il vortice incontrollato di distruzione di habitat, territorio e paesaggio, che aveva interessato negli ultimi 20/30 anni la Martesana e i comuni rivieraschi dell’Adda Est.

Purtroppo a distanza di cinque anni, si è dovuto constatare che le proposte ambientali sostenute a più riprese proprio dal WWF e da altre organizzazioni ambientali, che in qualche modo andavano nella direzione della salvaguardia del territorio, il paesaggio e l’agricoltura, sono state disattese e addirittura respinte (dalla Regione Lombardia), si prenda ad esempio l’ampliamento del Parco del PLIS Rio Vallone e all’allargamento del Parco dell’Adda nei Comuni di Trezzo/Grezzago e Inzago.

Da qui l’esigenza di un nuovo dossier che analizza la situazione odierna, in constante peggioramento.
La cupidigia dei grossi complessi affaristici, la debolezza e spesso incompetenza delle autorità preposte alla tutela del territorio, l’insensibilità e indifferenza della maggior parte dei cittadini hanno contribuito a perpetrare questo scempio.

Nel frattempo si sono svolte le votazioni amministrative che hanno visto coinvolte quasi tutte le amministrazioni Comunali interessate dal nuovo Dossier.
Ambiente e territorio sono stati un vero cavallo da battaglia per tutti i nuovi candidati sindaci, pressoché unanimi le dichiarazioni che mettevano tra i primi posti delle loro politiche locali la tutela dell’ambiente e il freno al consumo di suolo agricolo.
Le ultime cronache locali, con eco nazionale, hanno portato alla ribalta un sistema collaudato e perverso di corruzione che usa il suolo come scambio non più per interessi di partito come ai tempi di tangentopoli, ma per arricchimento personale.
Sembra che gli amministratori locali per il bene della comunità, perchè il bene pubblico è l’unica cosa che sta loro a cuore, non perdono occasione per avere delle entrate extra, necessarie, dicono loro, per far fronte alle esigenze della collettività. Si vedano: Sesto San Giovanni, Cassano d’Adda, Monza, Buccinasco e Cassina de Pecchi, basta avere a disposizione un terreno sul quale pende una concessione edilizia, una variazione di destinazione d’uso, per attivare una “consulenza” ben remunerata, perchè le rendite su queste operazioni sono molto elevate.

Per scaricare il dossier "Territorio in bilico" cliccare qui.

Nessun commento:

Posta un commento