venerdì 7 gennaio 2011

L'acqua "nuova" della Befana sul Lambro 2011

La Befana sul Lambro 2011 è apparsa e ci ha portato in dono "acqua nuova". 

Riportiamo di seguito un intevento di Mario Vergani - C.C.A. e Comitato per il diritto al Mito/Festa del bambino - e la cronaca dell'evento pubblicata sul Cittadino.

Ci è sembrato naturale quest’anno dedicare la Befana sul Lambro al drammatico episodio di devastazione ambientale che il fiume ha subito recentemente. Solo alcuni dati per richiamare l’accaduto: nella notte tra lunedì 22 e martedì 23 febbraio 2010 è stato provocato un versamento di circa 2,5 milioni di litri di idrocarburi (pari a 170 autocisterne) fuoriusciti dalla “Lombarda Petroli” di Villasanta. Nonostante i ripetuti tentativi di arginare la marea nera, questa ha attraversato il fiume e si è scaricata nel Po, provocando enormi danni all’ecosistema e uccidendo numerosissime forme di vita vegetali e animali di un fiume, il Lambro, già tra i più inquinati d’Europa, oltre che dei territori circostanti, rive e canali collegati. Tracce di versamenti sono stati trovati anche a monte di Villasanta; dunque c’è stato chi ha approfittato del disastro per compiere un ulteriore crimine, scaricando in acqua illegalmente i liquami dei quali non sapeva come liberarsi. La coltre nera dalla superficie si è quindi depositata sul fondo, asfissiando il respiro del fiume.

[....] Quanto è accaduto sul Lambro ha prodotto dei danni enormi. Innanzitutto sul fiume. Questo scempio richiede un intervento umano, delle politiche ambientali che saranno lunghe e faticose e che necessitano di investimenti che non possiamo esimerci dal richiedere con tutta la forza possibile. In definitiva però - ci riferiamo al caso specifico - il fiume stesso, la natura riassorbirà il danno. La natura metabolizzerà, sanerà, suturerà le ferite che l’uomo le infligge. A fronte di questa ingiuria compiuta sul corpo del fiume la risposta, necessaria, sarà ecologica. Ma non basta. Perché qui si è prodotta un’ulteriore ferita, più profonda e dunque più difficile da curare. Una ferita nell’immaginario. Se la natura sana le ferite dell’ambiente, chi sanerà le ferità dell’anima? Ora la risposta in questo caso non può essere ecologica, ma culturale, poetica, simbolica. Questa è la risposta del laboratorio teatrale della Befana sul Lambro: un intervento culturale, di ri-poeticizzazione. Forse mai come quest’anno, le parole che tante volte abbiamo proposto come i punti di forza delle nostre iniziative mostrano quanto siano necessarie.

Mario Vergani - C.C.A. e Comitato per il diritto al Mito/Festa del bambino
Testo e immagini tratte da http://www.befanalambro.net/ 

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Carate, in migliaia ad Agliate per la "Befana sul Lambro"
articolo di Michela Salerno - da "Il Cittadino MB on-line"
foto by Pozzi

Mercoledì 5/1/2011 - ore 18.10. Ecco la prima fiammella. Si è accesa sul ponte, e un bambino la dondola allegramente. Subito un'altra, e un'altra ancora. È iniziata così, lanterna dopo lanterna, la ventiquattresima edizione della “Befana sul Lambro”, andata in scena ad Agliate e organizzata come sempre dalla Commissione cultura alternativa e dal Comitato per il diritto al mito-festa del bambino in collaborazione con la gente della Valle del Lambro. D'un tratto il ponte e le rive del fiume si sono ricoperte di luci, scomparendo velocemente sotto i piedi degli spettatori che si preparavano a vivere la magia della Befaneira. Nell'aria il profumo di vin brulè e zucchero a velo, la musica dolce dei fiati e della cornamusa accompagnata dal coro di grandi e piccini acclamante la vecchina.

In migliaia anche quest'anno si sono riversati sulle rive del Lambro per assistere alla nuova edizione della “Befana”, dedicata al Lambro, alle paure e al ricordo ancora vivo dell'onda nera che lo ha travolto portando con sé i timori e gli errori del genere umano. Proprio l'“Ondaneira” ha dato inizio allo spettacolo e sovvertendo, l'ordine di scena, è calata sul fiume, come un enorme sipario nero. Si agitava, si contorceva, seguendo il ritmo lento e solenne della musica, come a esprimere il lutto della natura di fronte alla catastrofe, svelando un fiume di lacrime che sgorgavano copiose dall'inconsolabile occhio del Lambro.
Ecco però comparire una misteriosa figura: tiene in mano una scure, la agita, sembra voler tagliare il sudario nero che copre le acque. È l'artifizio poetico. È la capacità del fiume di riuscire, nel tempo, a sanare se stesso e le sue ferite passando “dalla vita alla morte, e dalla morte non alla vita, ma a una morte viva”. Sulla riva ecco dunque comparire una fanciulla vestita di bianco: si china, sembra voler accarezzare l'acqua, e, con dolcezza soave, semina fiori e petali per accompagnare il cammino del fiume e segnare il tempo della rinascita. Poi di nuovo silenzio e buio, rotti dall'improvviso bagliore di fuochi e fiammelle pronti a svelare un carnevale di lische di pesci, candelabri e scheletri . Ballano, giocano tra le acque del Lambro incuranti dell'allusione macabra che li accompagna. È già magia. Il pubblico, incantato, viene accompagnato nel mondo della fantasia, delle idee e della poesia. Tutti si ritrovano improvvisamente bambini, anche i più scettici, di fronte alla capacità di trasformare i brutti ricordi di una ferita ecologica ed esorcizzarla, tramutando le immagini del dramma in drammatica commedia. Ed è subito festa.

Folli animali scoppiettanti irrompono in scena, un enorme scheletro-pesce danza allegro al ritmo incalzante della musica, illuminato dai mangiafuoco, e mentre l'acqua ribolle di giochi, luci e magia, ecco sbucare dal ponte la Befana, “portatrice d'acqua nuova”. Accolta sulle rive dai bambini, con doni ed entusiasmo, anche quest'anno la vecchina ha compiuto la sua magia. Niente dolci, né carbone, per la Befana del Lambro. Solo un grande regalo per tutti: sorrisi e speranza.

Leggi qui l'articolo originale pubblicato sul sito de "Il Cittadino"
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