domenica 30 gennaio 2011

I rapaci del Bosco delle Querce


di Mirko Galuppi

Durante la stagione primaverile estiva del 2010, nel Bosco delle Querce,  si è avuto modo di osservare e documentare la nidificazione di 5 coppie di sparviere (Accipiter nisus) in un'area notevolmente ristretta.
I nidi sono infatti costruiti ad una distanza approssimativa di 80-100 m uno dall'altro ottenendo un ottimo successo riproduttivo con un totale di bel 22 giovani involati.


Le coppie riproduttrici pur nidificando in un territorio assai ristretto, non mostrano alcun segno di aggressività intraspecifica.
Oltre agli sparvieri è avvenuta la nidificazione del gufo comune (Asio otus) con 2 giovani involati.

Sempre nel Bosco delle Querce è stata osservata la nidificazione del lodolaio (Falco subbuteo) in un vecchio nido di corvide con 2 uova deposte e 2 piccoli successivamente involati.
Oltre al lodolaio, nella stessa area, sono state osservate altre 2 nidificazioni di sparviere con 3 giovani involati per nido.

Tutte le foto raffigurano nidi e pulli di sparviere e sono state scattate all'interno del Bosco delle Querce.


La foto sotto il titolo è di Maurizio Milan, le altre sono di Mirko Galuppi.

Leggi anche: 
- La gallinella d'acqua debutta allo stagno di San Carlo
- L'airone bianco maggiore all'Oasi WWF del Caloggio
- Plis Brianza Centrale: avvistato l'airone cinerino
- Il gufo comune (asio otus) nidifica nel Plis Brianza Centrale

Felici e preoccupati

L'Oratorio di S. Margherita alle Torrette di Macherio 
al 42° posto tra i Luoghi del Cuore d'Italia

Il Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale, l'Associazione Torrette Bini Dosso Boscone di Macherio ed il Blog Brianza Centrale in occasione della pubblicazione della classifica finale del Censimento 2010 dei Luoghi del Cuore promosso dal FAI - Fondo Ambiente Italiano, nelle vesti di promotori della segnalazione dell'Oratorio di Santa Margherita alle Torrette di Macherio - che con 2580 voti si è classificato al quarantaduesimo posto a livello nazionale su un totale di oltre 14.000 beni proposti, decimo in Lombardia e, solo per pochi voti, secondo a livello provinciale - nel felicitarsi per il bellissimo quanto inaspettato risultato ottenuto, vogliono ringraziare pubblicamente tutti i cittadini macheriesi e brianzoli che hanno sostenuto attivamente la loro iniziativa, assicurando - come sempre – il loro massimo impegno affinché si arrivi presto, senza alcun compromesso di sorta, al risanamento ed al restauro integrale dello storico edificio religioso, alla tutela del viale alberato e delle aree agricole circostanti, da tempo minacciate, da una possibile cementificazione.

A questo proposito, di fronte al continuo rincorrersi di voci che prospetterebbero ipotetiche quanto inaccettabili ed inutili insediamenti residenziali sull'area retrostante la Chiesetta delle Torrette (chiariamo, non ci riferiamo affatto alle nuove abitazioni delle famiglie espropriate da Pedemontana) che aggiungerebbero ulteriore devastazione alle già gravissime mutilazioni che verranno inferte dalla Pedemontana, siamo profondamente preoccupati per un tale possibile scempio del territorio in nessun modo giustificabile se non per fini di pura speculazione.

Scempio e cementificazione delle Torrette che nulla hanno a che spartire con la nostra proposta di parco sovracomunale  (Plis), che sappiamo ormai da tempo abbandonata al suo destino, e con la completa attuazione delle opere di compensazione e mitigazione ambientale di Pedemontana che, da sole, garantirebbero un notevole impulso alla riqualificazione e fruizione del luogo nonché alla riattivazione del comparto agricolo locale.

A difesa del nostro territorio e dalla parte dei cittadini, per un futuro migliore alle nuove generazioni: più parchi, più natura e, soprattutto, BASTA CEMENTO!







Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale

Associazione Torrette Bini Dosso Boscone - Macherio


Blog Brianza Centrale

Mobilità e infrastrutture, l'impegno della Regione Lombardia per la Brianza

Seregno - Via 24 Maggio -  Sala Gandini il 1 Febbraio 2011

Convegno: 

“Mobilità e infrastrutture, l’impegno di Regione Lombardia per la Brianza"

Relatori:

- Alberto Alboni, consigliere regionale

- Raffaele Cattaneo, assessore regionale a Mobilità e Infrastrutture
- Giacinto Mariani, sindaco di Seregno
- Dario Allevi, presidente della provincia di Monza e Brianza

Durante la serata verranno affrontate le principali novità in tema infrastrutture e trasporto su gomma e ferro che interesseranno nel breve-medio periodo il territorio brianzolo.


Leggi qui il resoconto del convegno.

venerdì 28 gennaio 2011

Nel Parco del Lura si formano i "professionisti della ciclabilità diffusa”

Il Consorzio del Parco del Lura lavora da anni allo sviluppo e alla fruibilità del Parco del Lura: dal 2000 a oggi, tra gli altri interventi, sono stati realizzati oltre 30 km di percorsi ciclabili che permettono la fruizione del parco in bicicletta in tutta la sua estensione. “Del resto – come afferma Giuseppe Cairoli, Presidente del Consorzio  - c’è una grande attenzione ai temi della mobilità ciclabile nelle aree a nord di Milano e i parchi limitrofi al Lura stanno anch’essi attuando politiche per la fruizione sulle due ruote.

In questo vivace quadro di attività, il Consorzio ha predisposto un Piano Strategico per la mobilità ciclistica quotidiana e per il turismo, con il supporto di Fondazione Cariplo, con l’intento di offrire uno strumento di sostegno alle attività di governance territoriale”. Il progetto ha quattro obiettivi cardine su cui si sviluppa un’articolata progettualità specifica:   
  • la conoscenza della rete ciclabile esistente e la programmazione strategica del suo utilizzo e sviluppo;
  • la diffusione dell’uso quotidiano della bicicletta;
  • l’aumento della sicurezza e dell'assistenza ai ciclisti;
  • la creazione di una vera e propria “cultura della bicicletta”.
Tra le attività messe in campo dal Consorzio per raggiungere questi obiettivi spicca l’organizzazione di un ciclo di corsi per formare veri “professionisti della ciclabilità diffusa”, affidata a FIAB con specifica convenzione. Il progetto di formazione è articolato in quattro incontri che si terranno nella sede del Consorzio (a Caslino al Piano, fraz. di Cadorago), con una cadenza mensile da gennaio ad aprile 2011 e si concluderanno, a maggio, con un viaggio “educational” a Reggio Emilia, una delle città italiane “ciclisticamente” più virtuose.

I corsi si rivolgono a Tecnici comunali, Polizia Locale, Progettisti, ma anche decisori politici, amministratori pubblici e associazioni.

Scarica il volantino del corso ciclo lura 2011
Fonte: Contratti di Fiume

giovedì 27 gennaio 2011

La voce della memoria...



di Gianni Casiraghi

 Mi chiamo ANGELO SIGNORELLI, sono nato a Grumello del Monte in provincia di Bergamo il 17 agosto 1926...

quanto volte queste parole e questo racconto, che hanno saputo immobilizzare decine, centinaia di persone, bimbi e  nonni compresi, sono risuonati in ogni dove della Brianza, della Lombardia e almeno una volta all'anno lassù a Mauthausen e a Gusen?
Difficile, forse impossibile stabilire un numero, e persino fare un conto approssimativo.
Angelo Signorelli che lo scorso 7 dicembre scorso ha riabbracciato i suoi "compagni di viaggio" che l'hanno preceduto, per oltre vent'anni è stato un insostituibile testimone della deportazione politica italiana nei Lager nazisti.
Il suo nome a Gusen era diventato un numero, il cognome in tutta la Brianza era ormai divenuto sinonimo di deportato, sinonimo della storia delle centinaia di operai delle fabbriche del polo industriale di Sesto San Giovanni deportati nei centri di eliminazione attraverso il lavoro di Austria e Germania, sinonimo delle migliaia di deportati politici, partigiani ed antifascisti italiani che conobbero l'inferno chiamato Mauthausen e le sue decine succursali di morte quali Ebensee, Melk e Gusen.
Proprio ai suoi compagni, ogni volta, Angelo Signorelli, ha dato una voce. Con la sua grande umanità
e con il suo grande amore per la Libertà, che ci sapeva sempre amabilmente dispensare, al loro posto ha raccontato le indicibili sofferenze, ha reso testimonianza del loro estremo ed impareggiabile sacrificio per edificare un mondo libero dalle schiavitù.
Ora che di sicuro dimora in quell'angolo del cielo dove riposano i giusti, ci ha lasciato definitivamente il suo pesante testimone.
Difficile e terribilmente complicato saperlo raccogliere per riconsegnarlo con onore alle future generazioni, ai liberi cittadini di domani di un mondo senza più guerre ne frontiere, che di Angelo, dei deportati e delle deportate di tutte le nazioni saranno indissolubilmente, per sempre, gli eredi diretti.

LE SCHEDE

SIGNORELLI ANGELO
Nato a Grumello del Monte  (BG) il 17.08.1926
Residente a Monza (MI)
Modellista per fusioni alla Falk Unione FAMO di Sesto San Giovanni  
KL Mauthausen - numero di matricola 59141 (triangolo rosso)

Arresto:
12.03.1944 in casa di notte - eseguito da italiani (Polizia RSI)

Carcerazione:
12.03.1944  Caserma dei Carabinieri di Via Volturno a Monza, Carcere di San Vittore di Milano
14.03.1944  Caserma Umberto 1° di Bergamo

Deportazione:
Convoglio partito da Bergamo il 17 marzo 1944 con destinazione Mauthausen, dove giunse il 20 marzo 1944.
In base alla sequenza dei numeri di matricola attribuiti alla data di arrivo del convoglio (compresi tra il 58656 e il 59218), il totale dei deportati risulta di 563.
Il convoglio si forma effettivamente a Bergamo, ma 245 deportati provengono da Torino (da dove erano partiti il giorno 13; 31 sono operai Fiat. Cfr. Aned - Piemonte), 157 da Milano, 34 da Genova e Savona, i restanti 127 da varie zone della Lombardia.
Il percorso seguito dal convoglio passa per Verona, Tarvisio, Villach.

Lager:
20.03.1944  KL Mauthausen (Alta Austria);
24.03.1944  Kdo Gusen (campo satellite di Mauthausen/Alta Austria)**

Liberazione: 05.05.1945  esercito americano

** Nota : dal 07.09.1944 al 22.09.1944 e dal 02.10.1944 a data non nota è stato ricoverato nel Revier di Gusen.

Bibliografia: Autore del volume  A Gusen il mio nome é diventato un numero IT 59141.


SIGNORELLI GIUSEPPE

Nato a Grumello del Monte  (BG) il 26.01.1925
Residente a Monza (MI)
Meccanico tornitore alla Falk Concordia Bulloneria di Sesto San Giovanni  
KL Mauthausen - numero di matricola 59142 (triangolo rosso)

Arresto:
12.03.1944 in casa di notte - eseguito da italiani (Polizia RSI)

Carcerazione:
12.03.1944  Caserma dei Carabinieri di Via Volturno a Monza, Carcere di San Vittore di Milano
14.03.1944  Caserma Umberto 1° di Bergamo

Deportazione:
Convoglio partito da Bergamo il 17 marzo 1944 con destinazione Mauthausen, dove giunse il 20 marzo 1944.
In base alla sequenza dei numeri di matricola attribuiti alla data di arrivo del convoglio (compresi tra il 58656 e il 59218), il totale dei deportati risulta di 563.
Il convoglio si forma effettivamente a Bergamo, ma 245 deportati provengono da Torino (da dove erano partiti il giorno 13; 31 sono operai Fiat. Cfr. Aned - Piemonte), 157 da Milano, 34 da Genova e Savona, i restanti 127 da varie zone della Lombardia.
Il percorso seguito dal convoglio passa per Verona, Tarvisio, Villach.

Lager:
20.03.1944  KL Mauthausen (Alta Austria);
24.03.1944  Kdo Gusen (campo satellite di Mauthausen/Alta Austria)
16.04.1944   Kdo Wien Schwechat (campo satellite di Mauthausen/Bassa Austria)
--  --   -----    Kdo Wien Hinterbrül  (campo satellite di Mauthausen/Bassa Austria)
--  --   -----    Kdo Steyr  Munichholz  (campo satellite di Mauthausen/Bassa Austria)
--  --   -----    KL Mauthausen (Alta Austria)

Liberazione:  05.05.1945  esercito americano

Fonte delle schede: Archivio Aned Sezione di Sesto San Giovanni e Monza

Per approfonidre:
http://www.nizkor.org/hweb/camps/gusen/
http://www.nizkor.org/hweb/camps/gusen/dok/lasc001x.htm  in italiano
http://www.mauthausen-memorial.at/
http://en.gusen-memorial.at/
http://www.lageredeportazione.org/
http://www.testimonianzedailager.rai.it/index.htm
http://deportati.it/

mercoledì 26 gennaio 2011

Bando bici: finanziato il progetto del Parco Valle del Lambro

La Regione Lombardia ha approvato nei giorni scorsi la graduatoria relativa al bando per interventi a favore della mobilità ciclistica, rivolto agli Enti Locali.

Nell'elenco dei progetti finanziati è presente anche quello presentato dal Parco regionale Valle del Lambro per il primo lotto dell’anello del lago di Pusiano, dal lido di Casletto alla stazione di Rogeno, per un contributo di oltre 179 mila euro.

Tra i criteri scelti da Regione Lombardia per concedere il finanziamento figurano la qualità dell’intervento, il grado di cantierabilità, i finanziamenti oltre quota obbligatoria, la presenza di strumenti di programmazione negoziata e/o accordi, oltre alla presenza di programmazione regionale.

Sulla mobilità ciclistica sono stati presentati in totale 248 progetti, gli ammessi al cofinanziamento sono 233 (94%) per un importo pari a 6.861.784,43 euro.

Fonte: Contratti di Fiume

Stralciate dal Piano cave della Provincia di Como le cave del "Mozzatese"

articolo di Manuel Sgarella - tratto da VareseNews

Il consiglio provinciale comasco ha deciso di stralciare l’impianto da quasi tre milioni di metri cubi dal piano cave. Soddisfatti amministratori e ambientalisti

La cava da estrazione a Locate Varesino non si farà più. Lo ha deciso il consiglio provinciale comasco che dopo tre giorni di seduta dedicati al piano cave provinciale, ha deciso di non approvare la realizzazione della cava da tre milioni di metri cubi che aveva destato una vera e propria sollevazione popolare. Si erano infatti detti contrati il sindaco del paese, gli ambientalisti e anche tutti i sindaci della zona. Tutti con la stessa motivazione: il territorio era già stato sfruttato abbastanza dal punto di vista cave. Il consiglio ha quindi deciso di togliere, oltre alla cava di Locate anche quella più piccola di Mozzate.

«Il Comitato per il "No alla cava di Locate Varesino" nato due anni e mezzo fa ha raggiunto l'obiettivo per cui si era battuto sin dall'inizio – spiega soddisfatto il portavoce Eugenio Maria Castiglioni -. Quale portavoce e responsabile del comitato devo ringraziare tutti quelli che ci hanno creduto e si sono dati da fare per impedire la distruzione del nostro ambiente. A Locate con questa decisione di stralciare la cava dal piano provinciale hanno vinto tutti. Ha vinto il buon senso! La salvaguardia del territorio, dell'ambiente e del paesaggio è segno di civiltà. Ora la decisione finale passa in Regione Lombardia che, se non accade qualcosa di stravolgente, dovrebbe prendere atto di quanto deciso in Provincia di Como. Dobbiamo ancora tenere alta la nostra attenzione sino alla ratifica finale».
«Grande vittoria per tutti – commenta soddisfatto il sindaco di Locate, Luca Castiglioni -. Abbiamo fatto un ottimo lavoro con il gruppo Lega della Provincia che dato i suoi frutti, anche con i sindaci del territorio. Adesso terremo alta l’attenzione. Il nostro punto era di portare a casa un piano approvato dagli enti locali, non stralciare tutto. Se non si fosse impuntato il presidente della provincia e tutti gli altri non si sarebbe riusciti».

«Vogliamo esprimere la nostra gioia e la soddisfazione per questo che riteniamo un esito positivo conseguente alle nostre numerose lotte – commenta Francesca Preatoni del circolo del Seprio del Partito Democratico -. Vogliamo infatti sottolineare che insieme ai comitati Salute e Ambiente di Mozzate e No alla cava di Locate, fina dall’inizio dell’iter progettuale per il Piano Cave si era schierato contro l’apertura di nuovi poli estrattivi nelle nostre zone e a tale proposito ha organizzato diverse iniziative e presentato dettagliate osservazioni alla VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Vogliamo quindi dire a tutti i cittadini che hanno partecipato alla nostra raccolta firme che il loro contributo è stato prezioso ed è servito e ringraziamo quanti ci hanno sostenuti nella nostra battaglia e in particolare i nostri consiglieri provinciali di minoranza che ci hanno appoggiato riportando in consiglio le nostre ragioni e sostenendo con convinzione le nostre posizioni».

Foto tratta dal web

Scavare nel passato... per capire il presente

Giovedì 27 gennaio 2011 - ore 21.00
Sala Civica A. Moro,
V.le Brianza 4 – Sovico

Il Teatro dell'Elica
presenta

Il Valore della Memoria

di e con: 
Marco Clerici, Anna Mariani

Racconti, letture e testimonianze sulla Shoah proposte in forma teatrale

con accompagnamento musicale, un percorso storico per non dimenticare


Ingresso libero

La memoria è un possente strumento per capire e per rispondere alle sollecitazioni del presente. Le guerre razziali e di religione, il Medio Oriente in fiamme, il minacciato “scontro di civiltà” dimostrano che l’odio fra le genti e le stragi degli innocenti non sono una pura e semplice eredità di un passato sogno di incubi; e allora, alle nostre menti si affaccia la domanda angosciata: ma sarà sempre così, anzi, sempre più così?

“Memoria” significa allora scavare nel passato in modo selettivo, per cercarvi non tanto le gesta degli eroi sui campi di battaglia quanto gli esempi di solidarietà e di cooperazione; esempi forse rimasti nell’ombra ma non per questo meno rilevanti, forse al contrario. E’ questa infine quella Memoria che può diventare uno strumento di fiducia nel domani. E’ questa che ci accingiamo a celebrare.


Organizzato da: Comune di Sovico (MB) - Ass. Cultura e Tempo libero

martedì 25 gennaio 2011

L'Oratorio di Santa Margherita al 42° posto tra i luoghi del cuore d'Italia

Con 2.580 segnalazioni l'Oratorio di Santa Margherita di Macherio risulta essere uno dei luoghi più amati nell'iniziativa “I Luoghi del Cuore 2010” del FAI (Fondo Ambiente Italiano).

Su oltre 14mila beni proposti l'Oratorio di Santa Margherita si classifica al 42° posto a livello nazionale, al 10° posto in Lombardia e 2°, per pochi voti, a livello provinciale.

Nella speciale classifica divisa per categorie, l'Oratorio conosciuto anche come “Chiesa delle Torrette” si classifica al 3° posto in Italia.

L'Associazione TorretteBiniDossoBoscone di Macherio ed il Comitato per l'ampliamento del Parco Brianza Centrale, che sono stati insieme a questo blog i promotori della segnalazione, si felicitano per il bellissimo ed inaspettato risultato ottenuto e ringraziano pubblicamente tutti i cittadini macheriesi e brianzoli che hanno appoggiato la loro iniziativa.

“Il nostro impegno – hanno assicurato – sarà ora rivolto affinché si arrivi presto, senza compromessi di sorta, al risanamento e restauro integrale dell'edificio, alla tutela del viale alberato e dell'area contigua da tempo minacciata da una possibile cementificazione”.

Le associazioni del vimercatese in difesa del bosco di Arcore

Apprendiamo con grande soddisfazione le dichiarazioni del vicepresidente della giunta  Antonino Brambilla, assessore alla pianificazione territoriale e parchi.  L’assessore ha espresso parere negativo rispetto alla richiesta di stralcio del bosco di Arcore dai confini del Parco locale dei colli Briantei per far posto alla nuova Residenza per Anziani, una dichiarazione in linea con la politica dell’amministrazione  provinciale in tema di tutela del verde e riduzione del consumo di suolo.

Queste le parole dell’assessore riportate dai giornalisti : “Esamineremo l’intervento sulla base della coerenza con gli obiettivi di salvaguardia delle aree non urbanizzate e di quelle inserite nei PLIS – aggiunge il vicepresidente – e dato, che, oltretutto c’è una delibera regionale che impedisce iniziative del genere nei parchi, non intendiamo dare parere favorevole alla modifica del perimetro dei Colli briantei” .

La posizione  è chiara : la Provincia di Monza e Brianza intende perseguire  gli obiettivi di salvaguardia delle aree non urbanizzate, boschive e dei territori inclusi nei PLIS  come già fatto in casi del tutto analoghi, alcuni dei quali invero segnalati anche dalle nostre associazioni.
Al vicepresidente  Brambilla, al presidente Allevi ed alla giunta di Monza Brianza va il nostro riconoscimento per queste posizioni che dimostrano coerenza e correttezza. Ora naturalmente ci aspettiamo che alle dichiarazioni seguano atti concreti.  Un ringraziamento doveroso anche ai gruppi di opposizione che hanno presentato interrogazioni specifiche sull’argomento permettendo al consiglio di valutarne gli evidenti impatti  ambientali e le  incoerenze.

Nel 2011, nel territorio della provincia più cementificata d’Italia dopo quella di Napoli, non è davvero più pensabile sacrificare altri boschi per progetti  di edificazione quando, oltretutto, esistono alternative meno impattanti, meno costose e più che valide,  come in questo caso specifico.
I boschi di Arcore sono tutti preziosi ovviamente,  però  questo lo è in modo particolare. Si tratta di un’area posta tra l’abitato e la futura autostrada Pedemontana, una  barriera naturale verde che risulterà utilissima per mitigare gli impatti ambientali che l’infrastruttura inevitabilmente porterà con sé specie in termini di inquinamento atmosferico ed acustico.

Bene, ora le dichiarazioni della Provincia ci consentono di guardare oltre.
Chiediamo pertanto alla giunta arcorese  di voltare finalmente pagina, ritirare la variante urbanistica presentata e ripristinare la protezione del Parco dei Colli Briantei  sul bosco di Arcore.
Come abbiamo scritto più volte, ci sono diverse alternative praticabili da subito per la costruzione della RSA, si riparta da quelle.
Crediamo  che l’autorevolezza di una amministrazione si dimostri anche nella capacità di saper ritornare sui propri passi, non per un segno di debolezza, tutt’altro, ma semplicemente perché occorre  dimostrare giorno dopo giorno che l’attenzione al bene comune, alle esigenze del territorio ed alla qualità della vita dei cittadini vengono prima di qualunque altra considerazione.
Siamo certi che i cittadini arcoresi apprezzeranno moltissimo  questa scelta.
Le nostre attività in  difesa del territorio e del Parco dei Colli Briantei, comunque, continuano.

Associazione ArcoreCiclabile
Associazione per i Parchi del Vimercatese
WWF Vimercatese

Il mio nome è diventato un numero


Racconto di
Angelo Signorelli
nato a Grumello del Monte (BG) il 17 agosto 1926
morto a Monza (MB) il 7 dicembre 2010
deportato nei Lager nazisti

“ Mi chiamo Angelo Signorelli, sono nato il 17 agosto 1926 a Grumello del Monte, in provincia di Bergamo, da una famiglia contadina.
Nel 1936 ci trasferimmo a Monza in cerca di occupazione.
Mio padre trovò lavoro da operaio alle Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck di Sesto San Giovanni, come più tardi, nel 1941, i miei due fratelli maggiori.

Entrai alla Falck anch'io, assunto come apprendista modellista. Facevo tirocinio, costruivo ancore in un reparto dove c'erano molti operai specializzati. Lavoravo di giorno e la sera andavo alle scuole professionali per imparare disegno meccanico, indispensabile per un buon operaio. Si facevano molti sacrifici, si aveva paura, spesso si tornava a casa sotto i raid aerei. Nel 1942 sentii per la prima volta la parola sciopero, di cui ignoravo il significato. Nel 1943 ci furono i primi scioperi che paralizzarono tutta l'industria, ma nell'agosto mi ammalai di tifo e fui ricoverato in ospedale a Monza.

Tornai al lavoro dopo una lunga convalescenza e capii subito che la situazione era peggiorata: il cibo nelle mense scarseggiava e tutte le conquiste delle lotte precedenti erano state annullate dall'inflazione. Bisognava fare qualcosa. Nel marzo 1944 partecipai con tutti i lavoratori al grande sciopero generale. L'obiettivo era la caduta della repubblica fascista di Salò e la liberazione dall'invasione nazista. Subito dopo, la notte dell'11 marzo, fui arrestato dalla polizia fascista insieme a mio fratello. Ci buttarono letteralmente giù dal letto. Mio fratello voleva cercare di scappare dalla finestra, ma poi non opponemmo resistenza, per evitare conseguenze ai nostri genitori. Ci portarono via in fretta e furia.

All'alba il rastrellamento degli altri operai che avevano scioperato con noi era finito. C'era gente di Monza e Sesto San Giovanni. Fummo portati in prefettura a Milano e lì, oltre a noi c'erano dipendenti della Falck, della Breda, della Pirelli, della Marelli e di altre ditte. Fummo tutti interrogati senza diritto di replica, accusati di organizzazione e istigazione di scioperi e atti di sabotaggio contro la repubblica fascista. Ci mandarono a dormire al carcere di San Vittore, su un pagliericcio. Dimostravo molto meno dei miei 17 anni, anche per la mia magrezza, ma un ispettore parlando con un altro gli disse: "macché minorenne, qui sono tutti uguali e seguiranno tutti la stessa sorte". Queste parole mi colpirono molto e mi rimasero impressi i loro volti.

Dopo due giorni fummo trasferiti tutti a Bergamo, in camion. Qui ci trovammo con altri operai rastrellati in giro per l'Italia, che si trovavano già lì da qualche giorno. Eravamo affamatissimi e come cibo ci davano una fetta di pane con del brodo per tutta la giornata.

Il 17 marzo fu il giorno della partenza, arrivarono anche i miei genitori da Monza e il cappellano militare di San Rocco, Don Lino Mandelli.

Incolonnati, scortati da una parte dalle SS e dall'altra dai fascisti, andammo a piedi alla stazione, minacciati e picchiati. Nessuno sapeva né che cosa avevamo fatto, né dove eravamo diretti. Eravamo spaventati. I parenti ci avevano portato viveri e la gente generosa di Bergamo ci regalò fiaschi di vino.

Fummo stipati a quaranta alla volta su carri-bestiame. Eravamo totalmente inconsapevoli della nostra sorte. Pensavamo di andare a lavorare da qualche parte. Noi di Monza eravamo fortunati, avevamo delle torte fatte dai nostri familiari e del vino e ci dividemmo tutto. Cercammo di staccare qualche asse di legno per scappare, ma ci avevano requisito tutta la roba personale a Milano. La notte faceva freddo, si soffriva la sete e al terzo giorno non riuscivamo nemmeno a parlare, tanto eravamo stremati. Durante una sosta al Tarvisio ci dissetammo mangiando neve.

Scoprimmo la nostra destinazione arrivando al campo di concentramento di Mauthausen.

Era un'enorme fortezza di pietra, tutta cintata con muri di tre metri e protetti da mitragliatrici. Fummo spogliati di tutto: soldi, orologi, anelli, fotografie. Tutto venne annotato dalle SS.

Fummo spogliati dei nostri abiti civili e rapati a zero. Completamente nudi entrammo in un salone a fare la doccia. Lì fui separato da mio fratello. Avevamo lunghi mutandoni di lana e pantaloni a righe. Ci misero in baracche isolate dal resto del campo, a Gusen I, sottocampo di Mauthausen, per la quarantena.

Non avevamo letti e dormivamo su un fianco, perché sdraiati non ci stavamo tutti e i kapò ci picchiavano. Al mattino eravamo indolenziti e infreddoliti. I kapò ci picchiavano per qualsiasi cosa e ci davano da mangiare una volta sola al giorno. Una volta rifiutammo la nostra razione di cibo, sempre zuppa di crauti, e furono guai, botte e insulti. Ci dissero che metà di noi sarebbe morta entro tre mesi.

Dopo qualche giorno completarono il nostro abbigliamento con berretto a strisce, maglia, calze, zoccoli di legno e la giacca a righe, con un numero di matricola per il riconoscimento. Mi avevano spogliato di tutto, ora al posto del nome avevo solo una matricola: IT 59141.

Durante la quarantena lavorammo alla costruzione di un altro campo, il Gusen II. Eravamo esposti ad ogni tipo di intemperie. Il lavoro cambiava da un giorno all'altro: scavavamo, spostavamo terra, facevamo i fossi per le tubazioni dell'acqua, costruivamo baracche e pozzi. Se pioveva o faceva freddo si intirizzivano le mani e i piedi scivolavano come burro sulla terra bagnata. La morte coabitava con noi, ero molto impaurito e sfiduciato. Cercavamo di resistere a tutto. Si pensava che sarebbe arrivata la Liberazione e che tutto sarebbe passato. Ormai anche la zuppa di crauti era diventata buona col passare del tempo: quando era servita calda, per un momento sembrava di rivivere.

Si prendevano botte per tutto: se non rifacevi bene il letto, se avevi preso i pidocchi, se non capivi bene i comandi in tedesco. Tutto poteva giustificare delle nerbate. Un giorno ne presi 42 perché avevo trovato il modo di rubare delle patate. L'idea era venuta a quelli che stavano in cucina, gli spagnoli. Così me ne davano metà, però cotte. Io le dividevo con gli altri miei compagni di sventura nella baracca. Eravamo soliti scavare di nascosto una buca profonda almeno 50 cm. per metterci le patate che arrivavano da fuori. Le coprivo col pagliericcio per non farle gelare.

Quando scoprirono che nascondevo 42 patate nelle mutande me ne chiesero il motivo. Dissi che non potevo mangiare il pane per malattia. Cominciarono a darmele, una nerbata per ogni patata. Ad un certo punto svenni per il dolore, mi rianimarono con una secchiata gelata d'acqua e continuarono a darmele. A volte uccidevano per molto meno, fui molto fortunato.

Non c'era limite all'orrore. Le persone anziane facevano fatica a stare dietro al lavoro, si indebolivano e non venivano curate, morivano come mosche. La vita stessa non aveva valore. Dopo gli ebrei, gli italiani erano considerati i peggiori. All'inizio ci si scontrava anche tra di noi prigionieri, si litigava coi francesi e i russi. Fui colpito da dissenteria assieme a un mio amico, Carmine Berera. Fummo portati in infermeria: io fui giudicato guaribile, ma il mio amico no. Fui curato subito e dopo tre giorni, grazie alla complicità di un giovane medico italiano, vidi per un attimo il mio amico in un'altra baracca. La stanza era squallida con un indescrivibile odore di sporcizia. Era proibito entrare. Erano tutti malati abbandonati a se stessi: portavano loro da mangiare, ma nessuno in realtà se ne curava, erano considerati a perdere. Ogni giorno arrivavano gli addetti, buttavano i cadaveri fuori dalla finestra, su carretti diretti al crematorio. Il mio amico dopo una settimana era ancora vivo, poi non ne seppi più nulla.

Le persone sparivano, uccise con punture di veleno o benzina. Certe notti c'era un'auto azzurra che faceva la spola tra i due campi di Gusen e Mauthausen e asfissiava le persone, per scaricarle infine al crematorio. Tanti morivano mentre lavoravano nella cava. Mi sono anche ammalato di scabbia e in totale sono stato ricoverato tre volte. Penso di essermi salvato per fortuna, per la mia giovane età e per il fatto di aver passato i mesi più rigidi a sistemare patate, dove comunque la temperatura era di dieci gradi sopra lo zero.

Volevamo sapere come andava la guerra e qualche notizia riusciva a trapelare. Quando si capì che a breve sarebbero arrivati gli americani, tememmo che i nazisti ci uccidessero tutti. Si diffuse il caos, cominciarono a bruciare documenti per nascondere le prove di quello che avevano compiuto. I tedeschi uccisero chi tentò di ribellarsi, fucilando alcune delle SS e i kapò che stavano ai forni crematori, per impedire che potessero rivelare qualcosa. C'erano morti ovunque.

Il 5 maggio 1945, verso sera, arrivarono gli americani e i tedeschi rimasti si arresero e si consegnarono. Alcuni di noi linciarono i propri aguzzini. Eravamo allo sbando, alla ricerca di cibo per le cucine del campo, mangiando quel che si trovava. Eravamo liberi, ma ancora non ce ne rendevamo conto e vagavamo per il campo come dei disperati. Alcuni miei amici andarono a piedi verso la città di Linz, cercando di tornare prima in Italia. Gli americani cominciarono a curarci nel campo, con l'aiuto della Croce Rossa.

Tornai in Italia solo il 27 giugno. Ero stato curato da una strana febbre che uccideva e sono sopravvissuto grazie alla penicillina degli americani. Mio fratello, che mi aveva visto ricoverare in condizioni disperate, tornò prima in Italia dai miei per non farli preoccupare. Quando arrivai fu una gioia, ma non potei tornare subito a una vita normale, feci delle cure speciali, non potevo mangiare che in bianco, mi fecero trasfusioni e punture ricostituenti. Ritornai al lavoro alla Falck solo nel dicembre 1945.

Ora, ogni giorno ripenso alle persone nel campo, a chi c'era e a chi non si sa che fine abbia fatto.

Dopo tante sofferenze non odio il popolo tedesco. Se un popolo partorisce dei mostri criminali, bisogna combatterli e impedire che si impadroniscano del potere.”

Fonte: ANPI Lissone

lunedì 24 gennaio 2011

Bosco della Moronera: lo scempio avanza nel più assoluto e fragoroso silenzio

L'autostrada avanza.... e il bosco scompare

Le foto, realizzate domenica 23/01/2011, riguardano i lavori per l'ampliamento della terza corsia della A/9 all'interno del Bosco della Moronera, scempio ambientale passato nel più assoluto e fragoroso silenzio. Dopo la realizzazione della tratta dell'autostrada Pedemontana quello che rimarrà del bosco sarà veramente ben poca cosa.

Per vedere l'intero servizio fotografico cliccare qui.
Per confrontarle con la situazione di un anno fa cliccare qui.

Foto di Ezio Prandini

domenica 23 gennaio 2011

Residenza Anziani nel parco dei Colli Briantei? L'assessore provinciale Brambilla dice: "Non Firmo"

Riportiamo di seguito l’articolo di Monica Bonalumi, tratto da "Il Cittadino" del 22 gennaio 2011 sulla questione della Residenza per Anziani nel Parco di Colli Briantei.

Non piace alla Provincia la residenza per anziani nel bosco. L'ente brianzolo non ha espresso alcun parere sul progetto, che non ha ancora visto, ma non darà via libera alla modifica del perimetro del Parco dei Colli briantei. Lo scrive il vicepresidente Antonino Brambilla nella risposta all'interpellanza presentata la scorsa settimana dal capogruppo del PD Domenico Guerriero.

L'ASSESSORE MONZESE "Non abbiamo ricevuto l'incartamento - afferma l'amministrazione provinciale - ma ci comporteremo come abbiamo fatto in altri casi". Vale a dire pronunciando un secco no. Nel documento Brambilla chiarisce che l'ente non ha partecipato alla conferenza dei servizi del 14 dicembre dedicata alla valutazione del'intervento in quanto per "una disfunzione del sistema informatico" non ha ricevuto la convocazione inviata per posta elettronica. La variante al piano regolatore approvata dal comune il 21 dicembre non richiede la verifica di compatibilità al PTCP (il documento urbanistico provinciale) ma "rimarrà  inefficace" finché la giunta brianzola non ridisegnerà i confini del Parco. E proprio questo atto potrebbe non arrivare.

LE PROSPETTIVE
"Esamineremo l'intervento sulla base della coerenza con gli obiettivi di salvaguardia delle aree non urbanizzate e di quelle inserite nei PLIS - aggiunge il vicepresidente - e dato, che, oltretutto c'è una delibera regionale che impedisce iniziative del genere nei parchi, non intendiamo dare parere favorevole alla modifica del perimetro dei Colli briantei"
Le sue parole sono accolte con sollievo dal Pd: "Prendiamo atto con soddisfazione del documento dell'assessore - commenta Guerriero - noi continueremo a segnalare situazioni simili. Ci sembra , però che il centrodestra non sia coerente: Nei comuni prende decisioni che poi la Provincia corregge".

Leggi anche: Gli ambientalisti guardano lontano, intanto l'assessore Firmo scippa il bosco di Arcore  

venerdì 21 gennaio 2011

L'aria di Seveso

La settimana scorsa è iniziata a Seveso la campagna di monitoraggio dell´inquinamento atmosferico. La campagna è curata direttamente dall´Agenzia Regionale per la Protezione dell´Ambiente (Arpa) e durerà un mese.
Ai controlli canonici previsti dalla campagna, l´Ammministrazione Comunale  ha chiesto un ulteriore approfondimento per gli  Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) e per le polveri sottili Pm10. Oltre alla stazione di rilevamento  di piazza Confalonieri  il monitoraggio delle polveri sottili Pm10 interesserà altre tre zone della città e comprenderà la via Vignazzola, il Corso Isonzo (ingresso superstrada Milano-Meda)  e l´Altopiano in prossimità del Bosco del Biulè. Questa ultima postazione è stata scelta su indicazione di Arpa proprio per confrontare i dati raccolti in situazioni di traffico intense (centro città, c.so Isonzo, via Vignazzola) con una a bassa densità veicolare al fine di creare uno scenario per l´intera Città. I dati saranno poi rielaborati e confrontati con le postazioni fisse di Arpa (la più vicina è a Meda) e saranno resi pubblici sia sul sito di Arpa che attraverso l´Ufficio Ecologia del Comune.

Durante il mese di rilevazione i tecnici di Arpa saranno a Seveso almeno due volte alla settimana. Chi fosse interessato a conoscere come funziona il laboratorio mobile e come vengono raccolti i dati può contattare l´Ufficio Ecologia al numero 0362517214 (ecologia@comune.seveso.mb.it). 

Fonte: www.comune.seveso.mi.it

"Giornata della memoria" con l'Arci Blob

Reduce dalla deportazione ad Auschwitz e Ravensbrück perché Rom, l’undicenne Ceija Stojka giunse nel campo di concentramento di Bergen-Belsen al principio del 1945. Vi sarebbe rimasta – insieme alla madre e ad altri parenti – fino all’aprile dello stesso anno, quando il lager venne liberato dai soldati dell’esercito britannico. Di lì a poco poté intraprendere il lungo viaggio per tornare nella sua città, Vienna.
Dopo oltre mezzo secolo, l’ormai settantenne Ceija Stojka ricorda i mesi trascorsi a Bergen-Belsen. Descrive senza enfasi la spaventosa quotidianità – l’onnipresenza della morte, il tormento della fame, le violenze subite, la ferma volontà di sopravvivere – e ce ne restituisce un’immagine vivida.
Pur avendo visto di quali crudeltà gli esseri umani sono capaci, le parole di Ceija Stojka non tradiscono odio né amarezza. Da esse traspare piuttosto un ostinato interrogarsi su un aspetto: come hanno potuto, tanti uomini, mettersi così ciecamente nelle mani di un altro uomo, di un regime sanguinario? Il suo racconto non fornisce risposte al riguardo ma trae esplicitamente origine da una impellente necessità: ricordare per combattere la sopraffazione e l’oblio, poiché ciò che è stato può ripetersi.

Ceija Stojka, Forse sogno di vivere, Ed. La Giuntina, 2007

giovedì 20 gennaio 2011

Gli ambientalisti guardano lontano, intanto l'assessore Firmo scippa il bosco di Arcore

Risparmiare 370 mila euro, salvare un bosco di 4 ettari, costruire la RSA (Residenza Socio Assistenziale) più velocemente, costruirla più in centro. Questi sono i motivi per cui le associazioni brianzole unite (ben 25 sigle) hanno chiesto un ripensamento al progetto presentato dall'amministrazione comunale di Arcore. L'alternativa c'è già, si tratterebbe solo di realizzare la RSA su un'area diversa, un'area anch'essa di proprietà comunale.

Dopo queste richieste dettate dal buon senso l'assessore Firmo liquida così le associazioni ambientaliste: "Sono stufo di essere coinvolto in polemiche di bassa lega, ormai il bando è stato istituito e non c’è alcun margine di trattativa. Non sono più disposto a discutere con questi ambientalisti farlocchi". 

Controbatte Marco Monguzzi dell'Assoparchi del Vimercatese: "Non capiamo perchè l'assessore risponda così poco cortesemente alle richieste che abbiamo rivolto all'amministrazione. Noi lo abbiamo fatto sempre con grande rispetto del ruolo istituzionale e con piena fiducia nella volontà della politica di fare il bene dei cittadini. Ci siamo appellati anche al Presidente Allevi dal quale siamo fiduciosi di ricevere una risposta coerente con la politica ambientale sinora sostenuta dalla Provincia. Le nostre associazioni sono fatte di gente seria ed il nostro impegno per il territorio è dimostrato dalle centinaia di attività che svolgiamo, sempre a titolo volontario, per la difesa dell'ambiente e della qualità della vita dei cittadini".

Commento:
Il termine "farlocco", utilizzato dall'assessore arcorese Firmo, sembra tragga origine dall'assonanza con il termine inglese "far look" (guardare lontano) usato dagli scippatori romani negli anni '60 per riferirsi alle potenziali vittime (solitamente turisti distratti ad osservare il paesaggio). In questo caso il termine ci aiuta a capire che gli ambientalisti con le loro proposte di preservare il territorio dalla cementificazione "guardano lontano", mentre Firmo "scippa" un bosco alla sua città.

Per approfondire:
- Leggi l'articolo pubblicato su MB News

Milano come New York con il progetto "Rotaie Verdi"


Milano può diventare più verde e sostenibile trasformando gli scali ferroviari dismessi in parchi lineari, come a New York, secondo quanto proposto dal WWF Italia con il progetto “Rotaie verdi” nato in collaborazione con tre innovatori sociali di The Hub, Milano.

Il progetto “Rotaie verdi” del WWF propone una vision di insieme nella quale l’anello ferroviario milanese diverrebbe una rete ecologica urbana e in sintonia con il PGT della città, un Parco Lineare sull'asse San Cristoforo / Porta Genova di circa 130.000 metri quadri, 13 ettari.
Lo sviluppo di corridoi ecologici urbani  lungo le linee ferroviarie, dismesse o in attività, permetterebbe la connessione ecologica di popolazioni e specie, la cui la rigenerazione biologica troverebbe asilo nella vaste aree degli scali in dismissione., attraverso una gestione naturalistica del verde pubblico. Questo permetterebbe di aumentare le aree dedicate alla Natura in città e di valorizzare quelle in abbandono, aumentando nello stesso la fruizione degli scali così rinnovati da parte dei cittadini, grazie ad un restauro e a una valorizzazione architettonica con elevati standard ambientali.

Favorire la presenza di biodiversità autoctona potrebbe fornire  importanti servizi ambientali a livello locale, come la regolazione del microclima e il contenimento delle piante alloctone e dannose come l'Ambrosia. Il progetto porterebbe inoltre l’aumento delle aree di fruibilità da parte dei cittadini, la riqualificazione del paesaggio storico urbano, il restauro dell’archeologia industriale e ferroviaria in architettura d’avanguardia secondo standard elevati di  risparmio energetico.
Gli spazi di fruibilità, inoltre, potranno essere valorizzati con opere di design innovative e con la creazione di “musei all’aperto” e diffusi. La sostenibilità del progetto è garantita dal coinvolgimento sociale e dal marketing territoriale.

Lo stesso PGT di Milano cita per le “Greenway Sud: “continuità ambientale lungo tutto il tratto da San Cristoforo fino a Rogoredo, passando per Porta Romana, collegando tutti i parchi che si attestano lungo questo asse est-ovest.” Inoltre il Comune di Milano ha il progetto Raggi Verdi per il  recupero di aree degradate in una rete di parchi lineari e di percorsi ciclo-pedonali che potrebbe essere connesso alle rotaie verdi.
La novità introdotta da Rotaie verdi è però la gestione naturalistica del verde urbano, condizione necessaria per fare di una linea verde un corridoio ecologico funzionale. Il WWF propone una nuova forma di verde cittadino, viva e ricca di biodiversità e contemporaneamente fruibile da parte dei cittadini: secondo gli estensori del progetto, la convivenza tra un verde non addomesticato e ricco di vita non è in contraddizione con la presenza di struttura di avanguardia che permettano la fruizione degli spazi per le persone

Il progetto ipotizza inoltre  una connessione con via d’acqua e di terra della Darsena con il Parco Sud Milano, che nasce dalle potenzialità di oasi urbana che la darsena stessa ha dimostrato nei mesi passati..Vuole arrivare a definire una “vision” di scenario: una infrastruttura ecologica nella città, alla definizione di "linee-guida" per la gestione naturalistica delle fasce di rispetto in collaborazione con i gestori ferroviari, fino ad ipotesi progettuali da realizzare in collaborazione con partner interessati al marketing territoriale di specifiche aree della città.

Per questo, nella realizzazione del progetto andrebbero coinvolti diversi attori istituzionali e non, tra i quali gli uffici competenti per il territorio e il verde pubblico, l’arredo urbano e il marketing territoriale  del Comune di Milano e Comuni limitrofi, la società EXPO 2015 SpA, la Camera di Commercio e i gestori Ferrovie Nord Milano, Rete Ferroviaria Italiana, Ferrovie dello Stato Real Estate.
Inoltre per garantire il coinvolgimento dal basso le attività imprenditoriali e commerciali sarebbero coinvolte le associazioni di categoria, i proprietari bordo ferrovia, le associazioni culturali, quelle di quartiere, quelle ambientaliste, i consigli di zona, gli asili e scuole di ogni ordine e grado, la ricerca e tutti coloro che sono attivi e vivi sul territorio.

Il progetto del WWF Italia è a cura di Enrico Murtula, avvocato, Marina Trentin, ecologa, Guido Trivellini, biologo ed è stato incubato presso THE HUB Milano, centro per l’innovazione sociale.

Esperienze all’estero già consolidate:
THE HIGH LINE (New York) www.thehighline.org
LA PROMENADE PLANTÉE (Parigi) http://www.promenade-plantee.org
LONDON WILDLIFE TRUST (Londra) www.wildlondon.org.uk 

Foto: Trivellini

mercoledì 19 gennaio 2011

Salviamo le api dall'estinzione!

In silenzio e in tutto il mondo, miliardi di api stanno morendo, mettendo in pericolo le nostre coltivazioni e cibo. Ma un divieto globale di un gruppo di pesticidi potrebbe salvare le api dall'estinzione.

Quattro paesi europei hanno cominciato a vietare questi veleni, e alcune popolazioni di api si stanno riprendendo. Ma le industrie chimiche stanno facendo pesanti pressioni per mantenere i pesticidi killer sul mercato. Un appello globale ora negli Stati Uniti e nell'Unione europea, dove il dibattito sta per arrivare al punto di ebollizione, potrebbe innestare una messa al bando totale e la reazione a catena in tutto il mondo.

Costruiamo un gigante ronzio globale per chiedere che questi prodotti chimici pericolosissimi siano messi fuori legge negli USA e nell'UE finché e qualora sia certificata la loro sicurezza.

martedì 18 gennaio 2011

"Strecc del Lison": alla scoperta degli scorci di campagna Lissonese

L’associazione eQUIbici di Lissone, opera da anni per promuovere una mobilità sostenibile incentrata sull’uso della bicicletta per gli spostamenti in città e sulla realizzazione di una rete di piste ciclabili che renda agevole l’utilizzo della bici soprattutto per gli spostamenti casa-lavoro-scuola. Ha inoltre, tra i suoi obiettivi, quello di sensibilizzare i cittadini allo sviluppo di una coscienza ambientale ed alla fruizione degli spazi verdi anche in un’ottica di svago e divertimento.

Verificata la penuria di aree verdi e percorsi naturalistici all’interno della città, di concerto con l’Ufficio Ecologia del Comune di Lissone, eQUIbici ha effettuato la ricognizione degli sterrati (strecc) ancora presenti sul territorio comunale, allo scopo di mapparli e proporre all’Amministrazione comunale l’adeguamento dei sentieri, la realizzazione di percorsi segnalati e la loro promozione presso i cittadini lissonesi affinché ne possano usufruire quali percorsi ciclo-pedonali.

"A nord-est del territorio comunale di Lissone - ha dichiarato Maurizio Mariani, presidente di eQUIbici - residua un’area a verde agricolo sopravissuta all’urbanizzazione e alla cementificazione degli ultimi 40 anni. Tale area è percorsa da sentieri sterrati, in dialetto “strecc” che in passato collegavano le cascine del territorio fra loro e con  i paesi limitrofi. Un proverbio calabrese recita: "CHI POCU TENE,CARU TENE" (chi ha poco,fa molta attenzione a ciò che possiede). Lissone ha ormai pochissimo territorio verde non edificato, quindi dobbiamo tenercelo caro e proteggerlo. Il nostro progetto “ STRECC DE LISON” ha lo scopo di rendere fruibili dai cittadini i sentieri sterrati presenti su questo territorio come percorsi ciclo-pedonali, da utilizzare per attività di svago o sportive, anche al fine di disincentivare la speculazione edilizia su tali terreni."

Il progetto comprende diverse fasi operative sui sentieri: mappatura, ripulitura, apposizione segnaletica, valorizzazione e pubblicizzazione.


Nell'immagine:
Mappa del 1856 con i tracciati dell’epoca

Incontro con Finiguerra promosso dal GAS di Basiano

lunedì 17 gennaio 2011

Giustizia offesa, mafia e segreti di stato: Seregno incontra Armando Spataro

Martedì 25 gennaio alle ore 21.15
Sala civica Mons. Gandini, via XXIV Maggio, Seregno (MB)

Incontro con il Procuratore aggiunto del tribunale di Milano Armando Spataro, che presenterà il suo libro "Ne valeva la pena - storie di terrorismi e di mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa"

Modera il dibattito Paolo Colzani, giornalista de "Il Cittadino"
Introduce il Sostituto procuratore Marco Imperato

Evento organizzato dal Partito Democratico di Seregno

Tutti ad Arese per SGAmare il Seitan

Imperdibile giornata con laboratori di autoproduzione, dibattiti e tanto buon cibo vegan!

Domenica 23 Gennaio 2011 presso lo (SGA) SpazioGiovaniAutogestito via Privata Alfa Romeo, Arese (MI)

Scarica qui il volantino dell’evento.

domenica 16 gennaio 2011

Il WWF di Trezzo presenta nuove osservazioni contro l'inceneritore

L'Associazione WWF Le Foppe, per contrastare l'ampliamento dell'inceneritore di Trezzo sull'Adda, ha presentato nei giorni scorsi nuove osservazioni allo Studio di Impatto Ambientale.

Per leggere le osservazioni cliccare qui.

Caro consigliere, aiutaci a salvare la Villa Reale...

Il Comitato per il Parco di Monza Antonio Cederna propone una nuova iniziativa per contrastare la privatizzazione della Villa Reale di Monza.
I precedenti appelli hanno ottenuto un primo, importante risultato: una discussione in Consiglio comunale con la possibilità che buona parte dei consiglieri si schieri contro il bando.
Per raggiungere questo obiettivo il Gruppo "la Villa Reale è anche mia" invita ad inviare il sottostante messaggio ai consiglieri comunali per impegnarli a fare la scelta giusta.

---------- testo del messaggio ----------

Ai Consiglieri del Comune di Monza

OGGETTO: VILLA REALE DI MONZA - SPAZI COMMERCIALI AI PRIVATI?

Sono a conoscenza del rischio che corre la Villa Reale di Monza per il bando che ne mette in concessione la parte centrale per 30 anni a condizioni inique. Perciò, insieme agli oltre 11.000 firmatari dell’appello per il ritiro del bando, le chiedo di adoperarsi perché venga al più presto fissata una riunione del Consiglio Comunale dedicata al tema.
Le chiedo altresì di esprimersi contro l'esproprio della Villa Reale aderendo a prese di posizione, da presentare in sede di consiglio, volte a scongiurare questa eventualità.

Il suo schierarsi a salvaguardia della natura pubblica di questo patrimonio culturale della città verrà tenuto nella debita considerazione quando sarò chiamato a votare.
La saluto cordialmente.


Per informazioni: invia una mail al Comitato oppure telefona al 039 382147

Seregno: föehn sul campanile, nebbia e smog a livello strada

Guardate questa splendida immagine, scattata ieri 15 gennaio 2010 alle ore 9.30 sulla cima al campanile della chiesa di Santa Valeria. In alto, dove è installata la webcam, soffia a tratti un po' di vento di föehn proveniente dalle Alpi (che si vedono sullo sfondo), mentre a livello del suolo grava ancora la nebbia e lo smog.

Fonte: meteolive.leonardo.it

sabato 15 gennaio 2011

Luciano Manara, l'eroe di Barzanò

Sabato 22 gennaio 2011 ore 17.30
a Barzanò, Sala Civica, Via Castello
(adiacente alla Canonica di San Salvatore)

Gianluca Alzati presenta il romanzo "Con il tricolore al collo. Il romanzo di Luciano Manara e del sogno di un'Italia Unita".

Luciano Manara, eroe risorgimentale le cui spoglie riposano nella cappella situata sulla strada provinciale 51 a Barzanò, combattè le Cinque Giornate di Milano e la sua fu una delle figure più importanti nella storia risorgimentale.

L'idea di scrivere un libro dedicato al celebre eroe, è nata nel professor Alzati qualche anno fa, dialogando con alcuni ragazzi che militano nella scuola di calcio barzanese intitolata a Luciano Manara. Un personaggio di spicco, la cui storia, davvero appassionante e ricca di avvenimenti, risulta misconosciuta ai più.

"Si tratta di un romanzo trasversale - ci ha spiegato Alzati - realizzato grazie al contributo dell'associazione culturale Sant'Agostino e rivolto ad un pubblico ampio. Nel libro narro la storia di un ragazzo di 15 anni che conosce Manara durante la guerra e percorre un tratto di vita accanto all'eroe".

Il romanzo, dal titolo "Con il tricolore al collo" comprende una raccolta di canzoni pop-rock scritte e musicate dallo stesso Alzati.

L'evento è stato organizzato dall'Associazione Culturale S. Agostino.

venerdì 14 gennaio 2011

Le vie del parco

Segnaliamo in questo post alcuni video pubblicati su youtube di percorsi nei parchi della Brianza Centrale.
Non mostrano per intero i tragitti, anzi ne osservano solo una porzione talvolta molto ristretta ma... sono molto ben fatti.
Una volta tanto, con gusto e professionalità.


Pista ciclopedonale da Monza ad Erba

Una ciclabile che parte da Monza e raggiunge, dopo aver attraversato quasi tutta la Brianza, Erba e il lago di Alserio con un percorso di quasi 40 chilometri suddiviso, un po' per comodità di percorrenza, in quattro tappe (da Monza a Canonica Lambro, da Canonica a Agliate, da Agliate a Gaggio Nibionno e da Gaggio a Erba). Quaranta chilometri che raccontano la storia di un territorio che, anche se non del tutto omogeneo, ha come filo conduttore lo scorrere del Lambro. Un fiume che regala scorci naturalistici di notevole interesse, la possibilità di fare sport, ma che è anche una finestra su di un passato ricco di cultura, storia e tradizioni. Basti pensare ai suoi mulini, alle dimore storiche nobiliari, prima fra tutte la Villa Reale di Monza, alle piccole o grandi roccaforti, fra cui il castello di Monguzzo. Un percorso di poche decine di chilometri grazie al quale avvicinarsi alla ricchezza di un territorio capace di sorprendere chiunque percorra le sue strade.



Anello Agliate-Chignolo-Triuggio 

Scarpe da trekking oppure una mountain bike. Nello zaino acqua e qualcosa di leggero da mangiare durante il percorso che ci porta a scoprire scorci di grande interesse naturalistico e culturale. Un itinerario, quello di Agliate-Chignolo-Triuggio, che diventa un lungo anello grazie alla congiunzione, nei pressi della basilica di Agliate e a Ponte Triuggio, con la Ciclabile principale Parco Valle Lambro. Sei i rami in cui il tracciato può essere suddiviso ognuno dei quali caratterizzato da peculiarità che rendono unico quel tratto di percorso.



Anello della piana di Albiate e Carate

Un percorso circolare che è anello di congiunzione tra le due direttrici ecologiche di maggior rilievo in Brianza: la direttrice nord/sud del Lambro, che segue lo scorrere del fiume dal lago di Pusiano fino al Parco di Monza (percorso 1 Ciclabile principale Parco Valle Lambro), e quella est/ovest della Dorsale Verde Nord Milano. Questo crocevia verde trova la sua collocazione nella Piana di Albiate, da cui si possono godere di scorci paesaggistici, quasi fosse un cannocchiale naturale, sulle prealpi lecchesi da una parte e sul Lambro verso Rancate e Triuggio.



Dal Belvedere alla Villa Reale di Monza

Un percorso dalla doppia natura. La prima, considerando la parte alta del tracciato che da Sovico raggiunge le curve di Lesmo all'interno del Parco di Monza, fa vivere da vicino gli spazi aperti di carattere fruitivo e agricolo che sono diventati importanti come filtro tra l'ambiente urbanizzato e la valle del Lambro. Soprattutto in previsione dello sviluppo viabilistico dei prossimi tempi grazie alla costruzione della Pedemontana a Biassono ma anche del potenziamento ferroviario della Bergamo-Carnate e della Monza-Molteno. E la seconda, che si snoda all'interno del Parco di Monza, dove a farla da padrone, oltre agli aspetti naturalistici che caratterizzano il parco cintato più grande d'Europa, troviamo l'Autodromo, la Villa Reale e le tante cascine che impreziosiscono, con la loro storia, il territorio.

giovedì 13 gennaio 2011

Vieni a conoscere il GAS di Triuggio!

Sabato 22 gennaio 2010, ore 16.00
presso la Cooperativa Canonica
Via Conte Taverna 57, Triuggio

A tre anni dalla sua nascita, il Gruppo di Acquisto Solidale “alex.col” di Triuggio raggiunge un obiettivo importante: si costituisce gruppo formale!
Saranno presenti gli amici della Rete GAS “Stadera”

I Gruppi di Acquisto Solidali (G.A.S.) nascono da una riflessione sulla necessità di un cambiamento profondo del nostro stile di vita.

Come tutte le esperienze di consumo critico, anche questa, vuole immettere una «domanda di eticità» nel mercato, per indirizzarlo verso un’economia che metta al centro le persone e le relazioni.

A tutti i partecipanti verrà offerto un apertivo solidale.

Lettera aperta delle associazioni ambientaliste all'amministrazione comunale di Arcore

Le associazioni ambientaliste scrivono una lettera aperta al Sindaco e al Vicesindaco di Arcore e chiedono un conffronto pubblico sulla RSA.

Gent.le Sindaco del Comune di Arcore, Sig. Marco Rocchini,
Gent.le Vicesindaco e Assessore all'Ambiente del Comune di Arcore, Sig. Moreno Firmo,
p.c. : 

Gent.le presidente della Provincia di Monza Brianza, Sig. Dario Allevi,
Gent.le  Assessore provinciale alla Pianificazione Territoriale e Parchi , Sig. Antonino Brambilla,

Alcuni dei nostri soci, cittadini arcoresi, hanno ricevuto a casa  nei giorni scorsi l’ultimo numero dell’informatore comunale dove l'Assessorato all'Ambiente ha sottoscritto un breve editoriale sull'ampliamento del Parco dei Colli Briantei e sulla questione della nuova RSA di Arcore.
Leggendolo proviamo grande sorpresa e rammarico nel constatare che le nostre posizioni,  dettate dall’interesse unico della difesa del territorio e della qualità della vita dei cittadini, vengano trattate  con una certa  sufficienza cercando di coinvolgere le associazioni nell’agone del confronto partitico, un ambito al quale, per statuto e per scelta,  non desideriamo partecipare.

Ma va bene lo stesso, vogliamo pensare che questo  atteggiamento derivi solo dalla scarsa  conoscenza  delle nostre posizioni e della nostra attività sul territorio.
Quindi niente polemiche, a noi interessa salvare il bosco nel Parco dei Colli Briantei  perchè siamo favorevoli alla RSA e lo siamo ancor di più perchè convinti che una alternativa più economica, più veloce da realizzare, più integrata con il resto del paese e più condivisa dalla popolazione esista ed attraverso il confronto  possa divenire patrimonio di questa amministrazione e/o della prossima.

Come sapete  abbiamo rivolto un appello al Presidente Allevi ed alla giunta provinciale da Lui presieduta perchè si esprima coerentemente con le recenti posizioni assunte in merito al tema della salvaguardia dei parchi e del suolo non urbanizzato.
Lo abbiamo fatto raccogliendo l’adesione di oltre 25 Associazioni,  gruppi di cittadini e volontari impegnati nella difesa dell’ambiente presenti sul territorio brianzolo,  e questo proprio a sottolineare che il bosco nel Parco dei Colli Briantei  è un patrimonio di  valenza provinciale,  non solo arcorese.
Siamo certi che il presidente Allevi e l’amministrazione provinciale coglieranno, anche in questo caso,  l’occasione per ribadire che i parchi vanno tutelati e prima di occupare suolo libero di pregio occorre valutare tutte le possibilità, cosa che nel  caso in questione  non ci sembra davvero sia stata compiuta.

Come già scritto nel nostro precedente comunicato ben venga l’ampliamento del Parco dei Colli Briantei, ma esso è in grandissima  parte (purtroppo) fittizio perchè la nuova area insiste su un territorio che sarà compromessa dalla costruzione di  Autostrada Pedemontana,  tangenzialina e gronda ferroviaria (si vedano i documenti di riferimento allegati).

Non comprendiamo  bene infine le argomentazioni riguardo  la politica urbanistica del comune di Vimercate,  vorremmo parlare di Arcore perchè è questo l’argomento, ci limitiamo a segnalare che AssoParchi ha protocollato specifiche osservazioni al PGT di Vimercate, criticando, nero su bianco, il consumo di suolo nel Parco della Cavallera e lo hanno fatto nel Maggio del 2009, in epoca non sospetta.

Infine ci permettiamo una critica costruttiva al vostro progetto. Crediamo davvero che  si potrebbero risparmiare gran parte dei  370.000 euro di soldi pubblici, soldi dei cittadini,  che intendete utilizzare per la costruzione della  strada al servizio della RSA.

Come da noi suggerito la RSA potrebbe trovare posto in altre aree disponibili presenti in paese dove non è necessario realizzare strade di accesso ed i soldi risparmiati potrebbero essere utilizzati per uno dei tanti  interventi utili di cui la città ha bisogno. 
Dal punto di vista della salvaguardia del territorio la strada che intendete realizzare nel bosco  ci preoccupa molto.  Innanzitutto perchè taglia in due il parco lasciandone  pericolosamente ed inspiegabilmente quasi isolato un lembo nella parte Sud e poi perchè la nostra esperienza, ormai decennale , ci insegna che l’apertura di una strada  fa inevitabilmente da apripista a nuove urbanizzazioni future, che siano legate in questo caso alla RSA o meno non conta granchè, è solo  un brutto film visto e rivisto decine di volte nella nostra ex-verde Brianza. 

Noi crediamo che una pausa di riflessione e di confronto con i cittadini sia davvero opportuna in questa fase.  Pertanto vi chiediamo gentilmente la disponibilità ad un incontro pubblico da tenersi  in orario serale così da permettere alla maggior parte di cittadini di presenziare.
Durante l’incontro ci si potrà  confrontare e sarà possibile esporre le soluzioni alternative.
Noi porteremo le nostre idee e siamo certi che non possano che emergere sviluppi positivi da un confronto ciivile ed aperto, esattamente quello che auspichiamo.

Arcore è un bel posto dove vivere, se le scelte sono condivise e lungimiranti  lo sarà ancora di più.

In attesa di un vostro gentile riscontro
Porgiamo cordiali Saluti


Associazione ArcoreCiclabile
Associazione per i Parchi del Vimercatese
WWF Vimercatese

Riferimenti:
- Rapporto  preliminare VAS RSA di Arcore 

- Compensazioni ambientali nel progetto di Autostrada Pedemontana nell’area tra Bernate e Velasca
- Compensazioni ambientali nel progetto di Autostrada Pedemontana – Greenway (Velasca)