sabato 23 ottobre 2010

I parchi, opportunità della Brianza (e non solo)

Il 18 ottobre scorso si è svolta a Triuggio la seconda tappa del tour degli Stati Generali delle Aree Protette della Lombardia.

Pochi gli amministratori locali presenti a testimonianza che in Brianza l'ambiente, se c'è, è sempre eventualmente all'ultimo posto dell'agenda di quasi tutte le giunte.

Molta partecipazione, invece, da parte dei responsabili dei Parchi Regionali e dei Plis.

Di seguito riportiamo un breve riassunto degli interventi. Molto apprezzati quelli di Agostino Agostinelli e di Marzio Marzorati, soprattutto in riferimento all'enorme differenza di risorse a disposizione tra i Plis e i Parchi regionali.

Claudio Valsecchi, presidente del Plis Parco Molgora ha invitato a «definire in modo più specifico le competenze dei comuni e dei parchi in modo che i parchi siano svincolati da tante incombenze e possano concentrare le loro energie alla tutela dell’ambiente».

Bernardino Farchi, direttore del Parco Valle Lambro, ha tracciato un ampio excursus che ha ricostruito il complesso itinerario della nascita dei parchi, dal 1983 fino a oggi: «Ora – ha concluso Farchi – inizia l’era Colucci con nuove sfide: mantenere gli elevati standard ambientali assicurati dalla Regione Lombardia in questi anni in presenza di risorse più ridotte».

Silverio Gori, presidente del Parco Adda Sud, ha posto il problema della riduzione delle risorse economiche giungendo ad avanzare la proposta «che un parco possa incamerare gli oneri di urbanizzazione che derivano dalle costruzioni edili». Una proposta subito respinta dall’assessore regionale Colucci

Arturo Binda, educatore ambientale del Parco Valle Lambro, ha presentato il progetto di tutela dell’Oasi ambientale di Inverigo come «modello di turismo ambientale e naturalistico».

Simone Pintori, presidente della Commissione Territorio del comune di Sesto Calende, ha lanciato un appello a non procrastinare più le l’attuazione di importanti leggi di tutela in materia ambientale.

Giorgio Buizza, educatore ambientale a Lecco, Como Sondrio ha chiesto di consolidare le regole, al fine di evitare esondazioni e danni fluviali: «Troppo spesso – ha detto – mancano regole precise. Occorre non solo dare vita a un pgt, ma creare un piano regolatore in armonia con l’ambiente. I parchi devono essere maestri in tutela ambientale».

Agostino Agostinelli, presidente Parco Regionale Adda Nord: «E’ un paradosso che una delle aree europee più edificate abbia un quarto del territorio sotto tutela. Ma oggi la regione che ha più contribuito allo sviluppo industriale non sa più dove andare a produrre. E’ necessario essere lungimiranti nel futuro così come lo siamo stati trent’anni fa. Nel 1983 la fase di tutela fu una fase alta. Ora nel 2010 dalla tutela dobbiamo passare alla valorizzazione, ma è un passaggio al quale non siamo ancora pronti. Su questo passaggio ci giochiamo la faccia»

Giuseppe Petruzzo, direttore Ecomuseo Adda di Leonardo: «Quale futuro – si è chiesto - potranno avere i parchi, con tutte questi tagli al bilancio? I presidenti rischiano di perdere ogni potere di azione e gli stessi parchi rischiano di diventare enti inutili. Utile più che accorpare i parchi può essere l’accorpamento di funzioni, al fine di essere ancora più incisivi. E’ il caso dell’esempio dell’unione dei piccoli ecomusei lombardi, che in rete riescono a superare la morsa delle carenze economiche».

Sergio Saladini, direttore Parco Regionale Adda Nord: «Collaborazione tra enti e condivisione delle risorse più pregiate in modo da realizzare sinergie di alto livello contenendo le spese. I parchi hanno grandi progetti anche sui pannelli solari e sull’energia alternativa. Per non parlare dell’omogeneità del paesaggio che viene garantita in tutti i suoi valori storici e ambientali, nell’ambito di un forte radicamento nel territorio, favorendo lo sviluppo ambientale, sociale ed economico».

Giacomo Canzi, Gruppo Amici del Lambro, un’associazione che opera sul territorio da 35 anni con 40 volontari, realizzando progetti di tutela e di educazione ambientale: «Non si può parlare di tutela ambientale – ha detto – senza parlare del Lambro. Dopo 28 anni di tutela, persistono problemi di inquinamento che è necessario risolvere in modo definitivo. Il Lambro è uno dei pochi esempi di fiumi riportati in vita, dopo che era stato dichiarato biologicamente morto. Noi non lo consideriamo ancora guarito, ma solo convalescente. Ci sono ancora problemi di colorazione e di schiume, che rovinano l’ecosistema provocando soprattutto d’estate morie di pesci».

Milena Bertani, presidente Parco Ticino: «Trent’anni fa i parchi erano malvisti e dove si mettevano solo vincoli allo sviluppo. Trent’anni dopo è esattamente il contrario: i parchi sono percepiti come una grande opportunità. Ora però per non dilapidare questo credito non possiamo fare errori. Siamo l’alternativa verde al grigio: abbiamo garantito anche qualità della vita. Il cambiamento passa per la governance, i finanziaenti e nuove azioni. Essenziale in questa azione di cambiamento l’alleanza con gli enti locali. Ma senza soldi non si va da nessuna parte. Visto che abbiamo tre aeroporti milanesi all’interno di parchi, propongo che ogni viaggiatore versi un euro. Avremmo ogni anno 40 milioni a favore dei parchi. Essenziale è anche puntare sul turismo con i parchi come protagonisti: perché non dare vita a un’agenzia del turismo dei parchi»?

Emiliano Ronzoni, presidente Parco Valle Lambro: «Ancora oggi, benché se ne parli tanto, si fa più in fretta a tutelare che a valorizzare. E’ facile mettere vincoli, è più difficile come valorizzare il territorio. Questo accade perché si è convinti ancora oggi che l’intervento dell’uomo sia qualcosa di negativo. Percepiamo l’uomo come un attentato all’ambiente: un approccio da combattere. Invece lo sguardo dell’uomo deve essere considerato come un elemento positivo. Mi sono appassionato a fare il parco perché mi sono accorto che potevo incidere. Ora invece una Finanziaria mi riduce alla sola attività corrente. Tutto questo mi lascia un senso di impotenza. E’ impossibile combattere le mille ferite del territorio senza più risorse. Una soluzione può essere lavorare per obiettivi strategici . Importante è poi puntare sulle aree di pregio. E’ essenziale aprire al pubblico le aree naturalistiche: la naturalità, senza lo sguardo di un uomo che la ammira, è niente. C’è infine il tema cruciale della collaborazione tra pubblico e privato. La Regione deve imparare a collaborare con i parchi, innanzitutto ascoltandoli».

Maria Bossi, istruttore del Parco Valle Lambro: «Come tanti funzionari dei parchi ci troviamo in un limbo. Che cosa ci succederà dopo i tagli della Finanziaria? Sto vivendo male questi cambiamenti, che cosa succederà? Abbiamo bisogno di sapere se potremo proseguire il nostro lavoro».

Marzio Marzorati, Legambiente: «La scarsità di risorse può essere un’opportunità, anche se non si può percepire gli enti locali solo come un costo. E’ necessario darci una regola: i Benedettini non avrebbero cambiato l.’Europa senza una Regola. Però è necessario che la regola sia condivisa. In Lombardia ogni giorno 13 ettari vengono edificati. Oggi consumare suolo libero costa meno che ristrutturare. E’ necessario cambiare le regole: per esempio, l’ambito agricolo va di nuovo valorizzato. Ecco le nostre cinque priorità: pianificazione territoriale, la biodiversità, l’efficienza di governo, la rappresentanza territoriale, contributo dell’associazionismo».

Giuseppe Perego, assessore di Triuggio: «Spesso gli incidenti ambientali vanificano la passione di chi ha a cuore il territorio».

Roberto Magagna
Confagricoltura Lodi: «I parchi se vogliono avere una chance del futuro devono coinvolgere il mondo agricolo. L’agricoltura è conservazione attiva del territorio. Pensare a soluzioni diverse porta a un risultato sterile».

Calendario delle prossime tappe degli Stati Generali delle Aree Protette della Lombardia:
  • Giovedì 28 ottobre: Varese (Parchi Insubrici)
  • Giovedì 4 novembre: Milano (Parchi della Cintura Metropolitana)

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