domenica 31 ottobre 2010

E' nato il "Comitato sull'efficienza energetica e le fonti rinnovabili della Brianza"

Il circolo Legambiente di Monza sta promuovendo la costituzione del Comitato promotore della Brianza relativo alla proposta di legge di iniziativa popolare sulla efficienza energetica e le fonti rinnovabili.

Finora, oltre a Legambiente Monza, hanno aderito la CGIL Camera del Lavoro di MB e i giovani del PD della provincia di MB.

Una prima iniziativa del neomato Comitato si terrà sabato 6 novembre 2010 a Giussano in occasione di "100 piazze per il clima".

Per maggiori informazioni sull'iniziativa cliccare qui.

Per comunicare adesioni, suggerimenti e/o proposte scrivere a giorgio.majoli@iol.it

Una gita in bici per scoprire l'archeologia industriale di Monza

Domenica 7 novembre 2010 Monza in Bici organizza una nuova puntata di “Arte in bici” alla scoperta dell'archeologia industriale ancora presente in città.

Nell'ottocento a Monza, sono state realizzate due grandi infrastrutture che hanno inciso (e incidono tuttora) sullo sviluppo urbanistico cittadino: la ferrovia e il canale Villoresi.
Pedalando lungo la pista ciclabile del Villoresi, avremo modo di osservare i diversi insediamenti industriali come ad esempio il Macello, la Fossati Lamperti, la Philips, la Conti (Enel), la Singer, la CGS, l'ospedale vecchio S. Gerardo, la Pagnoni, lo stabilimento Anzani, la Garbagnati.
Legate a queste aziende si sono svolte le diverse vicende storiche ed economiche della città, che oggi vive di...ricordi.


RITROVO A MONZA: ore 9.00 – Piazza San Paolo - Monza
RITROVO A LISSONE (a cura Equibici): ore 8.30 - Piazza IV Novembre - Lissone (davanti alla Biblioteca)
RIENTRO: circa ore 12,50 nel centro di Monza
PERCORSO: km. 15 circa – facile, su strade trafficate e piste ciclabili
CONTRIBUTO: € 3,00 – ridotti e soci € 1,00 (il contributo comprende: assicurazione)
Non è richiesta prescrizione.

Info
: Camillo 039 740463 (ore serali)

venerdì 29 ottobre 2010

Festa dell'Albero a Triuggio

La "Festa dell' Albero" è una delle più antiche cerimonie nate in ambito forestale, rappresenta la celebrazione che meglio dimostra come il culto ed il rispetto dell'albero affermino il progresso civile, sociale, ecologico ed economico di un popolo.

PROGRAMMA:
31 ottobre 2010 - ore 15.00
Ritrovo presso il Centro Sportivo di via Aldo Moro
  • Spettacolo ludico con animazione “La magia dell’albero “a cura di Ross
  • Assegnazione di un albero ai neonati cittadini di Triuggio nati negli anni 2009 e 2010
  • Piantumazione di nuovi alberelli
Organizzazione: Amici della Natura di Triuggio e Amministrazione Comunale

Il Sentiero dei Quattro Parchi

Il Sentiero dei Quattro Parchi è un percorso a piedi che da Arcore, cuore della Brianza vimercatese, porta alla città di Lecco, utilizzando (quasi) esclusivamente la rete sentieristica di quattro parchi naturali : il Parco dei Colli Briantei, il Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone , il (futuro) Parco del Monte San Genesio ed il Parco Regionale del Monte Barro .
Il percorso è diviso in due tappe da un giorno ciascuna, percorribili anche singolarmente.

Il Trekking nasce da un’idea di Associazione Parchi del Vimercatese e Gruppo Valle Nava due associazioni ambientaliste locali da sempre impegnate nella valorizzazione e conservazione del territorio brianzolo.
Accanto alla Brianza che urla, fuma e produce ce n’è un’altra, meno conosciuta, fatta di boschi, colline, radure , torrenti … il trekking nasce proprio per questo territorio, per scoprirlo, ammirarlo e difenderlo insieme!

DOMENICA 7 NOVEMBRE
Prima tappa del Trekking da Arcore ad Olgiate Molgora
partenza da Arcore stazione FS ore 09.00

Tutte le informazioni, la descrizione del percorso, gli aggiornamenti cliccando qui.

Il percorso trekking è di media difficoltà. Partenze ed arrivi sono in corrispondenza delle stazioni ferroviarie.
L’organizzazione declina ogni responsabilità per danni alle persone e/o alle cose, prima, durante e dopo la manifestazione. Con la partecipazione si sottintende che il partecipante abbia idoneità fisica a svolgere attività motorie che prevedano di camminare per qualche ora, seppure a passo lento.

giovedì 28 ottobre 2010

Sono 349 i siti da bonificare in provincia di Monza e Brianza

Nel corso del consiglio provinciale di Monza e Brianza dello scorso 30 settembre 2010 è intervenuto l'assessore all'ambiente Sala, che rispondendo ad una interpellanza della consigliera Fiorito, ha comunicato che la Provincia a finora censito 349 siti da bonificare.

La notizia è senz'altro importante ma bisogna anche fare attenzione a non basare tutto sul numero. 349 sono le procedure "ambientali" legate alla caratterizzazione dei terrenio ai fini edilizi: non è detto che tutte queste siano contaminate (e in effetti la gran parte non lo sono).

Il problema più grosso è la qualità/quantità della contaminazione e se si arriverà davvero alla bonifica. E poi ci sono le aree contaminate che non sono conosciute o non rientrano in progetti edilizi. E queste tendono a scappare via...

Di seguito l'intervento integrale dell'assessore Sala

"Per quanto riguarda la domanda se la Provincia di Monza Brianza e dotata o intende dotarsi di uno specifico censimento delle Cave da bonificare, la risposta è si, e lo stiamo facendo già da tempo sui siti da bonificare, quindi oggi abbiamo 349 siti in bonifica di cui 214 sono bonifiche attive, tenga presente che questo catasto e in fase di aggiornamento perché deriva da dati trasmessi dalla Provincia di Milano e da verifiche fatte da noi.
Per attive si intendono quelle dove i responsabili stanno svolgendo attività connesse alla bonifica, cioè: caratterizzazione, stesura dei Piani, esecuzione dei Piani e cosi via. Molte di queste sono dormienti, cioe significa che le proprieta hanno iniziato il procedimento, per esempio, presentando il Piano di caratterizzazione, ma non lo hanno ancora completato, è chiaro che il non completamento deriva dal fatto che ci sono elevati costi da sostenere, queste pratiche possono
riprendere in qualsiasi momento.
Teniamo presente che il soggetto responsabile in questo procedimento e il Comune, che può attivare provvedimenti ingiuntivi, tuttavia l'Ente e consapevole che in caso di inerzia dei proprietari, dovrebbe sostituirsi anticipando i relativi costi di bonifica, sovente insostenibili da parte di un Ente locale.
Quindi riusciamo a capire perche alcune bonifiche sono cosiddette dormienti. Capita che l’unica rivalsa possibile, talvolta e la confisca del terreno e ancora
qui abbiamo il problema degli elevati costi di bonifica. Le rimanenti bonifiche non dormienti sono state certificate. Non significa che i siti sono in condizione perfetta, significa che i valori alterati originari sono rientrati nei parametri di legge a seconda dell'uso futuro del sito, sia esso verde, residenza, industriale o quant’altro. I siti piu rilevanti mantengono Piani di monitoraqgio e possono portare ulteriore attività qualora si verificano nuovi superamenti di soglie, per esempio attraverso il controllo nei piezometri o attraverso deqli appositi carotaggi.
Il dato 349, 214, non esclude che ci siano altri siti contaminati, attualmence ignoti, trattandosi per la maggicr parte in questi casi di terreni privati, è del tutto evidente che non è materialmente possibile attivare una campagna a tappeto, tuttavia ad ogni piccolo segnale, ARPA e Provincia di Monza Brianza intervengono per verificare lo stato.
Per quanco riguarda invece le Cave, il vero censimento, diciamo cosìi, verrà pesto in essere, abbiamo avviato il procedimento con una delibera di Giunta che ha il significato della presa in carico della situazione, e nel momentc in cui cominceremo la pianificazicne in termini di attività estrattiva, anche li rileveremo tutti i dati.
Attualmente abbiamo sei Ambiti, di cui tre hanno presentato il progecco Ambito che dobbiamo approvare, quindi in istruttoria abbiamo anche un Progetto d'Ambit0 in arrivo per fine mese che è una Cava di circa 2 milioni di metri cubi. Più due
proroghe di autorizzazione all'attivita escrattiva in corso di istruttoria. Su questo io posso essere più preciso man mano che il procedimento di pianificazicne Cave andrà avanti."

Immagine tratta da "Il Cittadino MB"

Moto nel Parco delle Groane: la protesta del WWF

In seguito alla manifestazione motoristica avvenuta domenica scorsa nel Parco delle Groane è intervenuto il WWF con richieste di chiarimenti all'Ente Parco e con il comunicato che di seguito pubblichiamo.

"Nella giornata di domenica 24 ottobre 2010 il Parco regionale delle Groane è stato protagonista di un evento motoristico sportivo che ha interessato l’area tutelata dalla Direttiva Habitat denominata “Boschi delle Groane”, coinvolgendo i comuni di Misinto, Ceriano Laghetto, Cogliate e Cesano Maderno.

Parecchi cittadini hanno contattato la nostra associazione per manifestare stupore, preoccupazione e dissenso, consapevoli che l'evento è in contrasto con le finalità di un’area protetta.
Nelle indicazioni gestionali di tale SIC vengono elencate attività antropiche che costituiscono un impatto negativo sull’ambiente naturale, come appunto il crossodromo di Ceriano Laghetto.

Nella variante generale al PTC del Parco regionale delle Groane (D.g.r. 30 luglio 2004 n.7) già viene citata un’attività come il crossodromo di Ceriano incompatibile al SIC (si richiede il costante monitoraggio del possibile disturbo sulle specie di avifauna presenti…e la necessità di sospendere l’attività sportiva in questione) e il frutteto di Ceriano come area da sottoporre a conversione a metodi meno nocivi.

Un evento motoristico di tale portata deve considerarsi inammissibile nell’area del Parco, ancor più se interessa un sito di interesse comunitario, in quanto causa un impatto certamente non trascurabile.


A questo è doveroso aggiungere, così come ci è stato segnalato e constatato personalmente, quanto segue:

a) non vi sia stata informazione a “tappeto” dell'evento;

b) l'assenza totale di vigilanza, nonostante le moto sfrecciavano nel traffico (presenti solo alcuni volontari della Protezione Civile);

c) commesse diverse violazioni al codice della strada, per le quali è anche pervenuta documentazione fotografica, riguardo: moto con targa in cartone o prive di targa, fari spenti, velocità non commisurata al tipo di strada interessata, comportamenti che creavano pericoli agli utenti della strada e ai fruitori dell’area del Parco (zig zag tra auto e ciclisti, impennate….), manto stradale reso viscido dal fango rilasciato dagli pneumatici delle moto in alcuni tratti prossimi al frutteto;

d) l’ingresso nel frutteto di Ceriano con evidente impatto anche su tale ambito.


Riteniamo sia doveroso ricevere da parte dell’ente Parco un riscontro urgente per quanto in oggetto."


WWF Comitato Groane

martedì 26 ottobre 2010

Desio: una devastazione tira l'altra

L'amministrazione comunale di Desio ha proposto la realizzazione di una tangenziale nord sulle residue aree verdi previste come compensazioni ambientali dal progetto di Pedemontana.

L'eventuale realizzazione della nuova arteria stradale avrebbe come conseguenza anche quella di interrompere il varco ambientale, previsto con la realizzazione del "ponte ecologico", sopra la nuova area di servizio.

Umide passeggiate e frutti spontanei

A cura dello staff di www.piantespontaneeincucina.info

Ad autunno oramai inoltrato vale la pena di cogliere l’occasione data dagli ultimi frutti spontanei che in questo periodo giungono a maturazione. Si tratta di piccoli frutti che vale la pena di utilizzare in cucina per preparare marmellate o altre piccole delizie del palato. Vi suggeriamo quindi di approfittare delle umide passeggiate di questo periodo per utilizzare ciò che la natura offre di buono anche in questa stagione in cui essa si avvia al sonno invernale.

Di seguito potete trovare una serie di ricette, fra le più tradizionali, a base di prugnole, biancospino, olivello spinoso, rosa canina, melograno, nespole, giuggiole e sorbe.

Marmellata di bacche di prugnolo
Prugnoli, 1 mela, zucchero. Cuocere i prugnoli coperti di acqua finché saranno disfatti. Passarli al setaccio. Pesare la polpa ottenuta e cuocerla con l'equivalente peso di di zucchero e una mela sbucciata e tagliata a pezzetti. Cuocere finché la marmellata avrà raggiunto la giusta consistenza. Invasare bollente.

Salsa di prugnoli
1 Kg di prugnoli, 1/2 Kg di zucchero semolato, 1 l di vino (possibilmente Albana dolce), cannella, chiodi di garofano, sale q.b., 2 limoni non trattati.
Bollire i prugnoli per circa un quarto d'ora nel vino unitamente allo zucchero. Lasciare raffreddare, eliminare i noccioli e passare la polpa nel passaverdure. Rimettere sul fuoco, aggiungendo la cannella, i chiodi di garofano le scorze di limone private della parte bianca ed un pizzico di sale. Far addensare la salsa e travasarla in vasettini, sterilizzandoli con 15-20 minuti di bollitura.

Salsa di sorbe
500 g di sorbe ben mature, 200 g di zucchero, sale q.b. Schiacciare le sorbe e farle cuocere per una decina di minuti in poca acqua aggiungendo sale q.b.. Passare la purea al setaccio per eliminare i noccioli ed eventuali parti dure e unire lo zucchero (la quantità è indicativa, da diminuire se non si vuole eccedere nel gusto dolce). Cuocere ancora, a fuoco basso, fino alla densità desiderata e utilizzare preferibilmente per accompagnare carni bianche arrosto.

Marmellata di rosa canina
500 g di frutti, 350 g d’acqua, 350 di zucchero. Cuocere i frutti nell’acqua finché non si saranno sfatti. Passare il tutto al setaccio e procedere come per una normale marmellata. E’ possibile sostituire l’acqua con vino bianco leggero. Liquore di rosa canina 50 g di coccole di rosa canina, una scorza di arancia o limone, 250 g di zucchero, un litro di buona grappa. Macerare per circa un mese in un vaso di vetro a chiusura ermetica le coccole liberate dalla peluria e dai semi con un litro di grappa. Frullare il tutto e lasciare riposare per 24 ore, filtrare e imbottigliare. Far riposare il liquore ancora per una settimana prima di gustarlo. Questo liquore ha la proprietà di aumentare le difese dell'organismo.

Gelatina di nespole
Nespole non completamente mature (leggermente ammezzite), 1 kg g di zucchero per un kg di purea, il succo di un limone ogni mezzo chilo di purea, buccia di limone. Come per la marmellata, privare le nespole della corona e di eventuale picciolo e in un tegame, ricoprendo con poca acqua, operare una prima cottura per un quarto d’ora o comunque fino a che le nespole diventano morbide. Passarle al setaccio e ricavarne una purea che dopo essere stata pesata va rimessa sul fuoco con il succo di limone, la buccia e lo zucchero nelle proporzioni indicate, per proseguire la cottura fino che non avrà raggiunto una consistenza gelatinosa.
Invasare come d’uso in piccoli vasetti e sterilizzare prima di conservare.

Sciroppo di olivello spinoso
1 kg di succo di olivello, 500 g di zucchero. Cucinare i frutti e strizzarli per ottenere il succo. Filtrare attraverso un canovaccio non troppo fitto. Aggiungere lo zucchero e lasciare appena addensare sul fuoco. Questo sciroppo si utilizza per bibite estive molto rinfrescanti.

Marmellata di biancospino
Bacche di biancospino, zucchero, un baccello di vaniglia. Utilizzare bacche grosse e ben mature, lavarle e metterle in una casseruola coperte di acqua.
Cuocerle e passarle al setaccio. Pesare la polpa ottenuta e rimettere sul fuoco con il baccello di vaniglia e zucchero in proporzione di 9/10 per ogni chilo di polpa. Cuocere fino ad ottenere la densità giusta, invasare a caldo e rovesciare il barattolo fino a completo raffreddamento. La quantità di zucchero può variare secondo il gusto.

Bacche di biancospino sciroppate
450 g di bacche di biancospino ben mature, 200 g di acqua, 450 g di zucchero. Bollire i frutti in acqua, dopo averli puliti, e scolarli. Sciogliere intanto lo zucchero nell’acqua ed appena lo sciroppo comincia a bollire unire i frutti sgocciolati, lasciandoli cuocere a fuoco basso finché diventano teneri. Invasare i frutti ancora caldi e sterilizzare i vasi facendoli bollire per 20 minuti.

Brodo di giuggiole
1 kg di giuggiole, un paio di mele cotogne, la scorza di un limone, uva bianca dolce (meglio se tipo zibibbo), 1 kg di zucchero. Tagliare le mele cotogne a pezzetti eliminandoli le parti inutilizzabili, come per preparare una normale confettura. Riporle in una casseruola, aggiungendo le giuggiole (che devono essere ultramature, praticamente passite), l'uva e la scorza di limone. Lasciare bollire oltre il disfacimento fino ad ottenere una sorta di sciroppo semiliquido. Filtrare grossolanamente per eliminare i noccioli, spremendo il tutto e versando in bottiglie da conservare al buio e in luogo fresco.

Sciroppo di melagrana
500 g di melagrana, 600 g di zucchero. Sgranare i frutti, spremerli, setacciarli e lasciare riposare il succo ottenuto in un recipiente coperto per mezza giornata. Porre in un tegame il succo con lo zucchero e lasciare bollire finché lo sciroppo non si sarà addensato. Invasare ancora bollente.

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Immagine sotto il titolo tratta da "Piante spontanee in cucina", le altre da Wikipedia

7 mila e-mail non fermano la privatizzazione dell'acqua in Lombardia

di Roberto Fumagalli del Coordinamento regionale dei Comitati Acqua della Lombardia

Nonostante la mobilitazione dei Comitati Acqua della Lombardia e le oltre 7 mila e-mail inviate ieri agli Assessori regionali, oggi pomeriggio la Giunta della Regione Lombardia ha approvato il Progetto di Legge sulla gestione dell'acqua, che di fatto consegnerà ai privati la gestione dell'acqua di tutta la Lombardia!

La Giunta Formigoni con la solita mistificazione respinge le accuse di privatizzazione, intitolando il proprio comunicato stampa: “Riforma del servizio idrico: l’acqua rimane un bene pubblico”.

La verità è invece che l’affidamento della gestione dei servizi idrici (che nel comunicato appare solo alla fine con 2 righe) avverrà secondo i dettami del Decreto Ronchi, cioè tramite gara europea o tramite società miste pubblico-private, quindi di fatto sarà una vera e propria svendita degli acquedotti ai privati e alle multinazionali!

Inoltre le competenze in materia di servizio idrico vengono consegnate alle Province (ma resta l’ATO della città di Milano, ) e pertanto sottratte ai Comuni, i quali si dovranno accontentare di esprimere un parere alla loro Provincia.

Il progetto di legge passa ora al vaglio del Consiglio Regionale, che dovrà votarlo il prossimo 23 novembre.

L’invito è quindi quello di partecipare numerosi sabato 13 novembre (dalle ore 10) alla manifestazione a Milano in piazza Duca D’Aosta (Pirellone), organizzata dal Coordinamento Regionale dei Comitati Acqua, col sostegno della Cgil Lombardia.

lunedì 25 ottobre 2010

130.000 euro per i parchi della provincia di Monza e Brianza

La Provincia di MB ha stanziato di 130.000 euro per i Plis – Parchi Locali di interesse sovracomunale.
Il contributo sarà ripartito tra i 10 Plis della Provincia di Monza e Brianza (per circa il 40% in parti uguali e per la rimanenza in maniera proporzionale alla loro dimensione), che occupano una superficie tutelata complessiva di 4.613,81 ettari.

Il fondo potrà essere utilizzato per le spese di promozione e di manutenzione per i parchi già dotati di pianificazione e programmazione; per gli altri il fondo sarà utilizzato per spese di tabellazione ed informazione generale con particolare attenzione ai processi di partecipazione e governance.

Parco Valle Lambro: i SIC si presentano

Il 25 ottobre 2010 alle ore 20,30 nella sala consigliare del municipio di Triuggio si terrà l'incontro di presentazione dei Piani di Gestione adottati dei Siti di Importanza Comunitaria (SIC) del Parco Regionale della Valle del Lambro e in particolare SIC IT2050003 "Valle del Rio Pegorino", SIC IT2050004"Valle del Rio Cantalupo", SIC IT2020006 "Lago di Pusiano" e SIC IT2020005 "Lago di Alserio". Ingresso libero.

domenica 24 ottobre 2010

Groane: parco o pista da cross?

Breve escursione odierna ai boschi di S. Andrea nel Parco delle Groane.
Una giornata che doveva essere piacevole è stata interrotta dal frastuono di moto da Enduro autorizzate a percorrere strade limitrofe a SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e a gareggiare nel frutteto di Ceriano Laghetto.

Sembrerebbe che il crossodromo di Ceriano non sia più sufficiente.
Eppure nella variante generale del PTC del Parco (D.g.r. 30 luglio 2004 n. 7) si legge:
  • crossodromo di Ceriano: questa attività è da ritenersi incompatibile e pertanto disciplinata... fino alla dismissione dell'attività... costante monitoraggio del possibile disturbo sull'avifauna...
  • frutteto di Ceriano: si ritengono necessari le indagini e gli approfondimenti proposti dallo Studio di Incidenza in relazione all'uso di biocidi. Saranno preferibili conversioni a metodi meno nocivi.
Hanno pensato bene di portare altro disturbo acustico e nuove emissioni nocive nell'atmosfera, al di fuori del crossodromo, cioè nel vicino frutteto.

Ma dove sta la logica in tutto questo, si scrive una cosa e si mette in pratica tutto l'opposto?

Inverigo e Pedemontana. La colossale contraddizione dei "luoghi dell'identità regionale"

di Arturo Binda
(intervento presentato, il 18/10/2010, agli Stati Generali delle aree protette a Triuggio)

Le attività svolte dalle due associazioni di volontariato Le Contrade e Orrido d’Inverigo in ambito culturale e ambientale sono molteplici:
  • favorire la tutela ed effettuare la manutenzione di una parte del territorio comunale, interamente all’interno dei confini del Parco, che offre caratteristiche di particolare pregio paesaggistico, storico-architettonico e naturalistico;
  • promuovere e diffondere, presso la popolazione, una più consapevole sensibilità verso i problemi ambientali;
  • ricreare e mantenere le condizioni ottimali per la tutela e l'incremento di specie animali e vegetali.
Abbiamo in essere convenzioni con il Parco della Valle del Lambro e collaboriamo in occasione di progetti e manifestazioni, come la riqualificazione delle fasce spondali e ambientale del Lambro e la prima discesa in canoa del fiume avvenuta a maggio di quest’anno, una risposta istintiva al gravissimo fatto d’inquinamento verificatosi a febbraio e causato dallo sversamento di idrocarburi a Villasanta.
Lo scopo, quindi, della ns. presenza al dibattito in corso è portare la passione, la conoscenza e l’esperienza di un lavoro costante e decennale sul territorio; le associazioni erano attive ancor prima che fosse costituito il Parco della Valle del Lambro e hanno partecipato alle fasi della sua istituzione.

Prima di parlare del tema specifico al quale ci siamo iscritti, concedetemi una breve presentazione dei valori presenti sul territorio di Inverigo che permetterà di comprendere meglio il mio intervento.

Il Piano di Coordinamento Territoriale della Provincia di Como ha inserito Inverigo, per le sue qualità paesaggistiche, fra i “Luoghi dell’identità regionale”. Anche il Piano Territoriale Paesistico Regionale ha rilevato la particolare ricchezza e sistematicità del complesso paesaggistico di Inverigo. Inoltre la Giunta Regionale con la delibera n.° 8/11369 del 10 febbraio 2010 ha dichiarato di notevole interesse pubblico (quale bene paesaggistico), l'area del paesaggio rurale dell'Orrido e del Viale dei cipressi, si tratta di un’area verde di 160 ettari completamente recintata, solcata nel fondo valle dal fiume Lambro.

All’interno del territorio comunale, a sua volta nei confini del Parco, vi sono Ville, residenze e piazze storiche, chiese secentesche completamente affrescate, santuari, cascine, geositi, aree umide e fauna presente nelle liste delle diverse direttive ambientali della CEE (Direttiva Habitat 92/43/CEE e Direttiva 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici).

Quindi il patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale di Inverigo sono tutelati in maniera specifica e con specifici vincoli, riconosciuti a tutti i livelli amministrativi (dal comunale al nazionale passando dal provinciale e regionale).

Purtroppo, per noi, la maggior parte di questi valori sono proprietà private e, penso sia facile anche per voi, immaginare le problematiche e le conflittualità che sorgono quando coloro che, a vario titolo, sono presenti sul territorio non concordano su obiettivi comuni e non mettono in sinergia le proprie forze. Non mi riferisco solo ai proprietari ma anche alle autorità amministrative preposte le quali, in alcuni casi, non sono in grado di tutelare il bene ambientale, e le associazioni, di conseguenza, si devono sostituire nella tutela di un patrimonio comune e tutelato anche dalla Costituzione.

Permettetemi un esempio: l’autostrada VA-CO-LC, la ex Pedemontana dei primi anni ’90 respinta vent’anni anni fa’ da 18.000 firme e più di trenta comuni, riproposta di recente da 24 associazioni di categoria e inserita nei vari piani territoriali provinciali e regionali; a Inverigo il tracciato passerebbe nei luoghi che le stesse amministrazioni pubbliche hanno dichiarato “luogo dell’identità regionale”. Una colossale contraddizione!

L’esempio, che riprenderò nel corso del mio intervento, purtroppo non unico, mi permette di entrare nello specifico delle questioni al centro del confronto.

FAVORIRE IL COINVOLGIMENTO DEI SOGGETTI LOCALI NELLA GESTIONE DELLE AREE PROTETTE
Prima di essere coinvolti nella gestione occorre condividere le scelte e ancora prima occorre parlare un linguaggio comune; come si può chiedere a un’associazione locale di cittadini di partecipare alla gestione delle aree protette quando l'oggetto, cioè l'area protetta, rischia il ridimensionamento o addirittura la scomparsa!
Qualora l'autostrada, sempre quella, malauguratamente venisse realizzata vedremmo scomparire, contemporaneamente, i fondamentali caratteri del paesaggio e dell’identità culturale del ns. territorio, dove siamo nati e viviamo. Inaccettabile.
Non vogliamo sostituirci al parco. Abbiamo bisogno del Parco. Però vogliamo collaborare con un parco che sia messo nelle condizioni per farsi carico dello sviluppo del sistema ambientale, un parco che possa essere motore per diffondere la sensibilizzazione, le conoscenze e il rispetto; un parco più autonomo nell’esercizio delle sue funzioni, meno influenzato e influenzabile dalle esigenze e calcoli politici locali e regionali; che non sia messo costantemente sotto pressione dalle norme delle manovre finanziarie governative, con l'incubo della riduzione dei finanziamenti tale da limitare in modo incisivo operatività e servizi se non addirittura la stessa sopravvivenza.

POTENZIARE LE BUONE PRATICHE AMBIENTALI
Quindi le buone pratiche sono rivolte all'ambiente, sono a favore dell’ambiente; non arrecano danno, rispettano, mantengono e incrementano le specie animali e vegetali. Di conseguenza verbi come “mitigare”, “compensare” e termini come “il meno impattante” dovrebbero essere esclusi dall'attuazione delle pratiche ambientali in generale, sicuramente da quelle buone.
Invece dobbiamo constatare che il verde, per le Amministrazioni, è spesso considerato solo una funzione estetica. Un’area verde libera non è uno spiazzo degradato da rivitalizzare, non è un contenitore vuoto: è uno scrigno della natura, un organismo vivo, ricco di biodiversità.

PROMUOVERE LA FRUIZIONE E IL TURISMO SOSTENIBILI
Per ottenere questo occorre, a nostro avviso, procedere per gradi ed essere consapevoli che alla base delle scelte di progettazione e di gestione un ruolo fondamentale debba avere l’informazione. Infatti, troppo spesso si vuole gestire un ambiente che ancora non si conosce, o che si conosce solamente in modo parziale e relativamente ai soliti luoghi comuni - piante, uccelli, mammiferi - trascurando tutti gli altri fattori biotici e abiotici che garantiscono il corretto funzionamento ed equilibrio dell’ecosistema. In particolare, vanno ben approfonditi tutti gli aspetti legati alla biodiversità, alle aree tampone e ai corridoi ecologici, vanno individuati i valori e le criticità, sensibilità e vulnerabilità dell’intero territorio. Solo al termine di questi processi si potranno formulare gli obiettivi gestionali generali, gli obiettivi di dettaglio, la fruizione e il turismo.
Dobbiamo inoltre sostenere e promuovere il turismo naturalistico e responsabile, per conciliare la conoscenza e la fruizione degli ambienti naturali con le dovute cautele verso la fragilità degli ecosistemi. Una fruizione e un comportamento generalizzato come avviene nei giardini pubblici o nei parchi tematici, vuol dire compromettere fortemente la tenuta del sistema naturale.
Dobbiamo favorire il turismo non omologato, attento all’ambiente, fortemente identitario. Infatti il crescente sviluppo del “turismo verde” non è dovuto solamente alla destagionalizzazione della vacanza, la tendenza cioè a fare vacanze più brevi durante tutto l’anno e a non concentrarsi nel periodo estivo, ma risponde anche al bisogno di autenticità, al desiderio di poter fare incontri meno mediati, meno commerciali. La vacanza verde soddisfa anche il bisogno di unicità, di poter vivere un’esperienza non standardizzata, lontana dagli itinerari dei grossi flussi turistici.

PROMUOVERE UNO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO SOSTENIBILE
La storica Conferenza Mondiale su Sviluppo e Ambiente, organizzata dall’ONU a Rio de Janeiro nel 1992, ha sancito l’avvio del processo d’integrazione delle politiche ambientali nelle politiche settoriali e ha lanciato il concetto di Sviluppo Sostenibile, inteso come lo sviluppo che integra e pone in equilibrio tre dimensioni: Ambiente, Economia e Società. Le varie definizioni esistenti fanno emergere i tre aspetti di fondo che caratterizzano gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile: arrestare il degrado ambientale; impedire l’impoverimento delle generazioni future; migliorare la qualità della vita e l’equità tra le attuali generazioni.
Premesse condivisibili ma a una verifica di come è stato attuato il tentativo di conciliare lo sviluppo economico con la gestione dell'ambiente, nella maggioranza dei casi, dobbiamo collocarlo in una prospettiva antropocentrica. L'atteggiamento culturale che ne consegue, e a ns. parere errato, si limita a concepire la natura come un capitale da preservare da parte di un uomo "responsabile". Su questa base, per esempio, le scelte politiche stanno inserendo nelle varie legislazioni il principio "chi inquina paga", rischiando di generare un ancor più perverso "mercato dell'inquinamento", che mette d'accordo inquinatori e inquinati fissando il prezzo per il danno causato.
Altro rischio: la mercificazione dell´ambiente, di cui non abbiamo il benché minimo bisogno.
Siccome i parchi sono stati istituiti su basi scientifiche, cioè sono tenuti a tutelare valori naturalistici oggettivamente riscontrabili, come possono venire di colpo meno le condizioni per la loro esistenza solo perché mancano i guadagni ? Se un’area protetta non riesce a essere fonte di reddito: che cosa si fa, la si chiude perché non genera profitto? La si condanna a trasformarsi in un qualcosa di diverso, per proteggere cosa?
Promuovere la costruzione di un'autostrada in un'area protetta non era sostenibile 20 anni fa e non lo è maggiormente ora in un territorio ancor più urbanizzato, non è neppure sviluppo socio-economico è incoerenza di propositi.

In conclusione vorrei ricordare che se noi oggi siamo qui a discutere del futuro per le aree verdi, dobbiamo ringraziare chi tempo fa ha adottato politiche rigorose e vincolistiche, chi ha deciso che porzioni del territorio venissero vincolate “senza se e senza ma”, mi auguro che le generazioni future possano ritrovarsi nella ns. medesima situazione perché ciò significa che noi oggi siamo stati in grado di trasmettere loro ciò che abbiamo ereditato, magari ecologicamente migliorato.

sabato 23 ottobre 2010

I parchi, opportunità della Brianza (e non solo)

Il 18 ottobre scorso si è svolta a Triuggio la seconda tappa del tour degli Stati Generali delle Aree Protette della Lombardia.

Pochi gli amministratori locali presenti a testimonianza che in Brianza l'ambiente, se c'è, è sempre eventualmente all'ultimo posto dell'agenda di quasi tutte le giunte.

Molta partecipazione, invece, da parte dei responsabili dei Parchi Regionali e dei Plis.

Di seguito riportiamo un breve riassunto degli interventi. Molto apprezzati quelli di Agostino Agostinelli e di Marzio Marzorati, soprattutto in riferimento all'enorme differenza di risorse a disposizione tra i Plis e i Parchi regionali.

Claudio Valsecchi, presidente del Plis Parco Molgora ha invitato a «definire in modo più specifico le competenze dei comuni e dei parchi in modo che i parchi siano svincolati da tante incombenze e possano concentrare le loro energie alla tutela dell’ambiente».

Bernardino Farchi, direttore del Parco Valle Lambro, ha tracciato un ampio excursus che ha ricostruito il complesso itinerario della nascita dei parchi, dal 1983 fino a oggi: «Ora – ha concluso Farchi – inizia l’era Colucci con nuove sfide: mantenere gli elevati standard ambientali assicurati dalla Regione Lombardia in questi anni in presenza di risorse più ridotte».

Silverio Gori, presidente del Parco Adda Sud, ha posto il problema della riduzione delle risorse economiche giungendo ad avanzare la proposta «che un parco possa incamerare gli oneri di urbanizzazione che derivano dalle costruzioni edili». Una proposta subito respinta dall’assessore regionale Colucci

Arturo Binda, educatore ambientale del Parco Valle Lambro, ha presentato il progetto di tutela dell’Oasi ambientale di Inverigo come «modello di turismo ambientale e naturalistico».

Simone Pintori, presidente della Commissione Territorio del comune di Sesto Calende, ha lanciato un appello a non procrastinare più le l’attuazione di importanti leggi di tutela in materia ambientale.

Giorgio Buizza, educatore ambientale a Lecco, Como Sondrio ha chiesto di consolidare le regole, al fine di evitare esondazioni e danni fluviali: «Troppo spesso – ha detto – mancano regole precise. Occorre non solo dare vita a un pgt, ma creare un piano regolatore in armonia con l’ambiente. I parchi devono essere maestri in tutela ambientale».

Agostino Agostinelli, presidente Parco Regionale Adda Nord: «E’ un paradosso che una delle aree europee più edificate abbia un quarto del territorio sotto tutela. Ma oggi la regione che ha più contribuito allo sviluppo industriale non sa più dove andare a produrre. E’ necessario essere lungimiranti nel futuro così come lo siamo stati trent’anni fa. Nel 1983 la fase di tutela fu una fase alta. Ora nel 2010 dalla tutela dobbiamo passare alla valorizzazione, ma è un passaggio al quale non siamo ancora pronti. Su questo passaggio ci giochiamo la faccia»

Giuseppe Petruzzo, direttore Ecomuseo Adda di Leonardo: «Quale futuro – si è chiesto - potranno avere i parchi, con tutte questi tagli al bilancio? I presidenti rischiano di perdere ogni potere di azione e gli stessi parchi rischiano di diventare enti inutili. Utile più che accorpare i parchi può essere l’accorpamento di funzioni, al fine di essere ancora più incisivi. E’ il caso dell’esempio dell’unione dei piccoli ecomusei lombardi, che in rete riescono a superare la morsa delle carenze economiche».

Sergio Saladini, direttore Parco Regionale Adda Nord: «Collaborazione tra enti e condivisione delle risorse più pregiate in modo da realizzare sinergie di alto livello contenendo le spese. I parchi hanno grandi progetti anche sui pannelli solari e sull’energia alternativa. Per non parlare dell’omogeneità del paesaggio che viene garantita in tutti i suoi valori storici e ambientali, nell’ambito di un forte radicamento nel territorio, favorendo lo sviluppo ambientale, sociale ed economico».

Giacomo Canzi, Gruppo Amici del Lambro, un’associazione che opera sul territorio da 35 anni con 40 volontari, realizzando progetti di tutela e di educazione ambientale: «Non si può parlare di tutela ambientale – ha detto – senza parlare del Lambro. Dopo 28 anni di tutela, persistono problemi di inquinamento che è necessario risolvere in modo definitivo. Il Lambro è uno dei pochi esempi di fiumi riportati in vita, dopo che era stato dichiarato biologicamente morto. Noi non lo consideriamo ancora guarito, ma solo convalescente. Ci sono ancora problemi di colorazione e di schiume, che rovinano l’ecosistema provocando soprattutto d’estate morie di pesci».

Milena Bertani, presidente Parco Ticino: «Trent’anni fa i parchi erano malvisti e dove si mettevano solo vincoli allo sviluppo. Trent’anni dopo è esattamente il contrario: i parchi sono percepiti come una grande opportunità. Ora però per non dilapidare questo credito non possiamo fare errori. Siamo l’alternativa verde al grigio: abbiamo garantito anche qualità della vita. Il cambiamento passa per la governance, i finanziaenti e nuove azioni. Essenziale in questa azione di cambiamento l’alleanza con gli enti locali. Ma senza soldi non si va da nessuna parte. Visto che abbiamo tre aeroporti milanesi all’interno di parchi, propongo che ogni viaggiatore versi un euro. Avremmo ogni anno 40 milioni a favore dei parchi. Essenziale è anche puntare sul turismo con i parchi come protagonisti: perché non dare vita a un’agenzia del turismo dei parchi»?

Emiliano Ronzoni, presidente Parco Valle Lambro: «Ancora oggi, benché se ne parli tanto, si fa più in fretta a tutelare che a valorizzare. E’ facile mettere vincoli, è più difficile come valorizzare il territorio. Questo accade perché si è convinti ancora oggi che l’intervento dell’uomo sia qualcosa di negativo. Percepiamo l’uomo come un attentato all’ambiente: un approccio da combattere. Invece lo sguardo dell’uomo deve essere considerato come un elemento positivo. Mi sono appassionato a fare il parco perché mi sono accorto che potevo incidere. Ora invece una Finanziaria mi riduce alla sola attività corrente. Tutto questo mi lascia un senso di impotenza. E’ impossibile combattere le mille ferite del territorio senza più risorse. Una soluzione può essere lavorare per obiettivi strategici . Importante è poi puntare sulle aree di pregio. E’ essenziale aprire al pubblico le aree naturalistiche: la naturalità, senza lo sguardo di un uomo che la ammira, è niente. C’è infine il tema cruciale della collaborazione tra pubblico e privato. La Regione deve imparare a collaborare con i parchi, innanzitutto ascoltandoli».

Maria Bossi, istruttore del Parco Valle Lambro: «Come tanti funzionari dei parchi ci troviamo in un limbo. Che cosa ci succederà dopo i tagli della Finanziaria? Sto vivendo male questi cambiamenti, che cosa succederà? Abbiamo bisogno di sapere se potremo proseguire il nostro lavoro».

Marzio Marzorati, Legambiente: «La scarsità di risorse può essere un’opportunità, anche se non si può percepire gli enti locali solo come un costo. E’ necessario darci una regola: i Benedettini non avrebbero cambiato l.’Europa senza una Regola. Però è necessario che la regola sia condivisa. In Lombardia ogni giorno 13 ettari vengono edificati. Oggi consumare suolo libero costa meno che ristrutturare. E’ necessario cambiare le regole: per esempio, l’ambito agricolo va di nuovo valorizzato. Ecco le nostre cinque priorità: pianificazione territoriale, la biodiversità, l’efficienza di governo, la rappresentanza territoriale, contributo dell’associazionismo».

Giuseppe Perego, assessore di Triuggio: «Spesso gli incidenti ambientali vanificano la passione di chi ha a cuore il territorio».

Roberto Magagna
Confagricoltura Lodi: «I parchi se vogliono avere una chance del futuro devono coinvolgere il mondo agricolo. L’agricoltura è conservazione attiva del territorio. Pensare a soluzioni diverse porta a un risultato sterile».

Calendario delle prossime tappe degli Stati Generali delle Aree Protette della Lombardia:
  • Giovedì 28 ottobre: Varese (Parchi Insubrici)
  • Giovedì 4 novembre: Milano (Parchi della Cintura Metropolitana)

Dal campo alla tavola: sai cosa mangi?

Info e prenotazioni:
Associazione Agricoltori Val san Martino
tel.: 0341 603373 - 035 787829
e-mail: cascinachiaravalle@virgilio.it

No all'outlet di Arcore

Riceviano e pubblichiamo.

Apprendiamo dalla stampa che la Società Rialto S.r.L. avrebbe richiesto all’amministrazione comunale di Arcore l’autorizzazione alla costruzione di un nuovo centro outlet su un vasto terreno di sua proprietà al confine tra Arcore e Villasanta.
Secondo i dati riportati dalla stampa locale si tratterebbe di una struttura commerciale di ben 26.500 metri quadrati che andrebbe a ricoprire di cemento buona parte dei 35 mila metri quadrati del terreno in questione.

Le nostre associazioni invitano l’amministrazione comunale di Arcore a rigettare la domanda in questione per una serie di buoni motivi:

La costruzione dell’outlet si inserirebbe in un’area già densamente abitata portando ad un incremento del traffico e dell’inquinamento già oggi poco sostenibili. Si pensi a tal proposito che a poche centinaia di metri dal terreno sorgeranno ben presto i cantieri di Pedemontana, cantieri che porteranno ad un aumento esponenziale del transito di mezzi pesanti a causa dei lavori per l’autostrada e le opere connesse.

Il commercio locale affronta oggi una crisi strutturale molto pesante. L’apertura di nuovi outlet e centri commerciali potrebbe rappresentare il colpo di grazia per tanti piccoli commercianti arcoresi e dei paesi vicini, davvero si vuole questo? Ricordiamo inoltre che i negozi di vicinato sono fondamentali per il mantenimento di un tessuto urbano vivo e sano, a misura d'uomo.

Non crediamo che la realizzazione dell’outlet porti ad un vero incremento dell’occupazione.
In merito citiamo lo studio della autorevole Associazione Artigiani Piccoli Imprese, CGIA di Mestre del 30 aprile 2009 dal titolo : “i centri commerciali hanno strozzato i piccoli negozi” dove viene esplicitamente dichiarato che : “tra il 2001 e il 2009 ad un aumento di poco più di 21.000 addetti nella grande distribuzione, nelle piccole botteghe commerciali si sono persi quasi 130.000 posti di lavoro. Vale a dire che ad ogni occupato che ha trovato un’occupazione nei centri commerciali, si sono persi 6 posti di lavoro tra i piccoli negozianti” (fonte CGIA Mestre)

Infine non bisogna dimenticare che la provincia di Monza Brianza ha un indice di occupazione del suolo secondo, in Italia, alla sola Provincia di Napoli. Le recenti indicazioni della giunta provinciale monzese e del presidente Allevi vanno nella direzione di porre FINALMENTE uno stop al consumo di territorio, favorendo l’edificazione SOLO su aree dismesse e senza consumare altro terreno verde o agricolo. La proliferazione di centri commerciali ed outlet va quindi contro tutte queste indicazioni.

Per tutti questi motivi le nostre associazioni invitano l’amministrazione comunale di Arcore a non concedere l’autorizzazione per l’outlet ed a pensare invece ad una destinazione dei terreni tale da non penalizzare per sempre il territorio e la qualità della vita degli arcoresi, commercianti e semplici cittadini.

Associazione Parchi del Vimercatese
Arcoreciclabile

Comitato Parcheggio Arcore

Difendiamo l'acqua pubblica in Lombardia

di Roberto Fumagalli

Il 26 ottobre prossimo la Giunta Formigoni intende mettere nuovamente in votazione il Progetto di Legge sulla gestione dell'acqua, in applicazione del Decreto Ronchi di cui si è chiesto l'abrogazione attraverso il Referendum nazionale che ha raccolto oltre 1 milione e 400 mila firme, di cui ben 237 mila in Lombardia.

L'introduzione della nuova legge regionale porterà a consegnare ai privati la gestione dell'acqua.

Il Coordinamento Regionale dei Comitati Acqua invita a spedire, il giorno 25 ottobre 2010 una e-mail agli Assessori Regionali per dire NO alla privatizzazione dell'acqua in Lombardia.

Sotto sono riportati gli indirizzi e il testo dell'appello (se volete modificate l'oggetto, per evitare che cancellino l'email come spam).

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INDIRIZZI:

roberto_formigoni@regione.lombardia.it, marcello_raimondi@regione.lombardia.it, andrea_gibelli@regione.lombardia.it, giulio_decapitani@regione.lombardia.it, romano_colozzi@regione.lombardia.it, domenico_zambetti@regione.lombardia.it, stefano_maullu@regione.lombardia.it, massimo_buscemi@regione.lombardia.it, Giulio_Boscagli@regione.lombardia.it, raffaele_cattaneo@regione.lombardia.it, gianni_rossoni@regione.lombardia.it, romano_la_russa@regione.lombardia.it, Luciano_Bresciani@regione.lombardia.it, carlo_maccari@regione.Lombardia.it, Alessandro_Colucci@Regione.Lombardia.it, monica_rizzi@regione.lombardia.it, daniele_belotti@regione.lombardia.it

p.c. roberto@circoloambiente.org


OGGETTO: NO alla privatizzazione dell'acqua in Lombardia.

TESTO:

Agli Assessori della Giunta Regionale della Lombardia

Egregio Assessore,
ci riferiamo alle intenzioni della Giunta Regionale di approvare un Progetto di Legge inerente la gestione dei servizi idrici integrati (S.I.I.), in applicazione del cosiddetto Decreto Ronchi (art. 23 bis della Legge 133/2008, così come modificato dall'art. 15 della Legge 166/2009).
Le anticipazioni sui contenuti del PDL riguardo le modalità di affidamento dei S.I.I. ci preoccupano, poichè obbligherebbero alla privatizzazione della gestione dell'acqua.
Infatti con l'applicazione del Decreto Ronchi, l'affidamento della gestione dei S.I.I. a soggetti privati - ovvero a imprese italiane o straniere interessate solo a fare profitto - diventa la modalità ordinaria di assegnazione del servizio; in tal modo si porrebbe fine alle virtuose gestioni pubbliche che, in alcune province della Lombardia, risultano all'avanguardia a livello europeo.

Ricordiamo in questa occasione che a sostegno del Referendum per l'abrogazione del Decreto Ronchi e per la ripubblicizzazione del servizio idrico, in Italia sono state raccolte 1 milione e 400 mila firme, delle quali ben 237 mila nella sola Lombardia (www.acquabenecomune.org).
Si rammenta inoltre che ben cinque Regioni hanno impugnato per incostituzionalità l'art. 23 bis (così come modificato dall'art. 15 del Decreto Ronchi), ritenendo la norma lesiva delle prerogative delle Regioni stesse in materia di servizio idrico.

E' inopportuno che vengano adottati provvedimenti fintanto che la Corte Costituzionale non si esprima sui ricorsi delle Regioni e sull'ammissibilità dei Referendum abrogativi sottoscritti da 1 milione e 400 mila cittadini.

Inoltre è utile ricordare che negli scorsi anni in Lombardia si è attivata una vasta mobilitazione popolare contro le precedenti Leggi Regionali in materia di servizi idrici, in particolare contro le L.R. n. 21/1998 e n. 18/2006, per le parti che imponevano la privatizzazione dell'erogazione dell'acqua. A sostegno di tali mobilitazioni si sono attivati i Comuni; nel 2007 ben 144 Consigli Comunali della Lombardia hanno deliberato contro la L.R. 18/2006; con la successiva L.R. 1/2009, "concordata" coi sindaci referendari, è stata reintrodotta la possibilità dell'affidamento diretto ad aziende totalmente pubbliche.

A tale proposito, ci preoccupa l'eventuale attribuzione delle competenze del governo dei S.I.I. alle Province, che di fatto esautorerebbe i Comuni (ovvero gli Enti più vicini ai cittadini) dalle decisioni su un bene vitale e di interesse per tutti i cittadini qual è l'acqua, cancellando il federalismo rappresentato dai Comuni stessi.

Alla luce di quanto sopra, si chiede di non approvare il suddetto Progetto di Legge per le parti in cui si applica il Decreto Ronchi (che di fatto consegnerà ai privati la gestione dell'acqua) e in cui si esautorano i Comuni delle decisioni in materia di governo dei servizi idrici.
Certi che prenderete in considerazione le nostre richieste, porgiamo distinti saluti.

COMITATO _________ oppure NOME COGNOME

rif.: Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l'Acqua Pubblica - email: roberto@circoloambiente.org

Festa della Castagna a Cascina Costa Alta


Per ingrandire il volantino cliccare sull'immagine.

venerdì 22 ottobre 2010

Ecologia del paesaggio ed indicatori biologici a Bollate

L’ECOLOGIA DEL PAESAGGIO ATTRAVERSO GLI INDICATORI BIOLOGICI

Gli incontri si terranno ogni lunedì a partire dal 25 ottobre 2010 dalle ore 16,30 alle ore 19,30 presso la Scuola Secondaria di I grado “L. da Vinci- Montale” di Bollate - via Fratellanza, 13.

La partecipazione è libera.

1° incontro “I bioindicatori”
2° incontro “Gli ecosistemi d’acqua dolce con particolare riferimento ai corsi d’acqua”
3° incontro “Imparare a classificare”
4° incontro “La vegetazione dei corsi d’acqua e l’indice di Funzionalità Fluviale”

Inoltre ci sarà la possibilità di partecipare ad un’uscita con esercitazione pratica anche presso un fontanile.

Info: longhioriggi@libero.it

Immagine tratta dalla pubblicazione: Bioindicatori ambientali

martedì 19 ottobre 2010

Biodiversità e consumo di suolo a Gerenzano

L' Associazione Il Gelso di Gerenzano organizza tre incontri per parlare di aree protette, biodiversità e consumo di suolo.

Il primo appuntamento è fissato per lunedì 25 ottobre con la proiezione del documentario "Un grande mosaico di biodiversità", un viaggio alla scoperta dei parchi lombardi.

Nella seconda serata, venerdì 5 novembre, i nostri esperti naturalisti parleranno di conservazione della biodiversità, riportando esperienze dai parchi vicini e dai giardini di casa.

Infine, per la serata conclusiva, venerdì 19 novembre, proporremo il film-documentario "Il suolo minacciato", che lancia un allarme contro il consumo di territorio per le sue conseguenze su ambiente e agricoltura.

Tutti gli incontri si svolgeranno alle ore 21 presso l'auditorium "G. Verdi" di Via Manzoni a Gerenzano, ingresso gratuito.

Per maggiori informazioni: info@ilgelsogerenzano.org

domenica 17 ottobre 2010

Il WWF per la riqualificazione naturalistica degli habitat del Parco delle Groane

Venerdì 15 ottobre, presso la ex polveriera, sede del Parco delle Groane, si sono svolte tre importanti comunicazioni.

Nella prima il Responsabile Tecnico del Parco Dott. Luca Frezzini ha illustrato gli interventi di riqualificazione forestale effettuati o ancora in corso, fornendo una serie di dettagli estremamente interessanti e che mostrano la sua lunga e consolidata esperienza. Le opere di manutenzione e di rimboschimento richiedono una scelta mirata delle essenze, tengono conto delle condizioni del suolo e delle competenze degli operatori delle ditte appaltatrici che, solitamente specializzate nel giardinaggio, devono essere riconvertite con pazienza ad un corretto approccio alla natura. Occorre poi attendere tempi molto lunghi per misurare i risultati “Noi lavoriamo per le prossime generazioni” ha ribadito.

Mauro Belardi, del WWF Lombardia, ha poi presentato i risultati di una indagine sulle zone umide del Parco, durata un anno e condotta da un gruppo ristretto di esperti, fra cui alcuni soci del WWF Groane. Il lavoro ha prodotto dapprima una mappa dettagliata con l’indicazione di tutte le zone umide individuate, che dalle circa 40 precedentemente note, sono diventate 61. È seguita poi una raccolta sistematica dei dati mediante la compilazione di una scheda sul campo. Il tutto quindi ha portato alla creazione di data base informatizzato. Il lavoro, sostanzialmente solo avviato, è pensato per prossimi approfondimenti auspicabilmente con la collaborazione di esperti ed appassionati volontari. I dati principali, pubblicizzati con uno snello libricino e su supporto informatico, sono a disposizione di tutti. Alcuni però sono riservati, per evitare di esporre a rischio le situazione più fragili.

Maurizio Valota ha infine presentato il suo libro: "Atlante degli anfibi e dei rettili”, frutto di anni di studi e di ricerche sul campo, che hanno coinvolto anche il personale del Parco e il gruppo del WWF Groane. Il testo viene a colmare una importante lacuna, aggiungendosi alla serie dei quaderni del parco che hanno già riguardato finora la Flora, i Mammiferi, le Farfalle diurne e gli Uccelli. Va a sostituire per l’argomento specifico l’unico testo precedentemente disponibile di R. Massa sugli invertebrati del parco del 1988 che dedicava agli anfibi e ai rettili solo poche pagine, correggendo anche alcune informazioni. Nel testo di Massa ad esempio non era dato per certo il rospo smeraldino, che Valota dà per sicuramente presente in varie zone del parco. Con il nuovo testo le informazioni sono aggiornate e verificate sul campo. Particolarmente interessanti le mappe a griglie che indicano la localizzazione delle singole specie, anche se alcuni dati devono essere ancora confermati, come quello sulla presenza della Salamandra pezzata, data per probabile nella zona nord e sulla diffusione del Rospo comune, accertata solo per la medesima zona, ma che potrebbe essere presente altrove.

Il Parco, ricco di zone umide, ospita una nutrita serie di specie protette di anfibi, fortemente minacciate, in ambienti che, anche per questa prerogativa sono stati dichiarati SIC (Siti di Interesse Comunitario). L’ente parco sta facendo molto per proteggere questo tipo di fauna e gli ambienti che la ospitano. Sono state completate recentemente ad esempio le prime opere per permettere agli anfibi di attraversare le strade indenni. Una delle principali minacce sembra proprio esser la frammentazione degli habitat.

Il libro resterà certamente un riferimento nel campo per i prossimi anni (è anche su CD).

Legambiente lancia un appello alle istituzioni per la salvaguardia del "Bosco delle Querce" di Seveso e Meda

“Non ci sarà partita ambientalista credibile sul territorio di Monza e Brianza se non sarà in primo luogo tutelato il Bosco delle Querce di Seveso e Meda”, ha affermato Gemma Beretta, presidente del Circolo Legambiente Laura Conti, riprendendo l’allarme lanciato dal palco del talk show promosso dalla Provincia di Monza e Brianza da Damiano Di Simine: “il Bosco delle Querce – ha detto il presidente di Legambiente Lombardia -, autentico monumento verde sorto dopo il disastro ambientale che nel 1976 desertificò le aree investite dalla nube di diossina a Seveso e Meda, è pesantemente minacciato dal tracciato di Pedemontana. Le prescrizioni del CIPE chiedono la stesura di un progetto che salvaguardi il Bosco, ma questo progetto è secretato e nessuna istituzione ha saputo rassicurarci in merito a quello che effettivamente accadrà in fase di esecuzione dei lavori”.

“In questi mesi – ha precisato Gemma Beretta -, abbiamo presentato ripetute istanze di ampliamento del Bosco delle Querce, secondo un progetto redatto dalla stessa Regione Lombardia. Ci siamo rivolti ai Comuni interessati e alla Regione Lombardia: nessuna risposta. La Provincia di Monza e Brianza, che oggi rilancia sui temi di natura ambientale, non ha poteri in merito, ma può far sentire il peso e il valore dell’interesse del territorio. E’ questo che chiediamo oggi al Presidente Dario Allevi, perché, per citare una grande filosofa del passato, ogni discorso se non è supportato dall’azione risulta vano e vuoto”.

sabato 16 ottobre 2010

I circhi senza animali sono più belli

La lettera di Luciano Moltrasio "Per un circo senza animali", che abbiamo pubblicato lo scorso 6 ottobre, ha suscitato diverso interesse, ed è diventata oggetto di una interpellanza indirizzata al sindaco di Seregno.


Signor sindaco,
in questi giorni è presente a Seregno il circo Nando Orfei. Tra le “attrazioni” ci sono le prestazioni di diversi animali esotici e addirittura di una tigre bianca.


Riporto un volantino che è stato affisso a Seregno e che riprende le argomentazioni proposte dalla LAV (Lega Anti Vivisezione). In sintesi si tratta di sostenere l’attività dei circhi che, come il Cirque du Soleil o il Circo Italiano, diffondono un tipo di spettacolo basato solo su artisti umani: giocolieri, clown ed equilibristi, ma anche cantanti e ballerini ed invece di scoraggiare i circhi che fanno uso di animali. Circa 15 paesi europei hanno proibito - del tutto o parzialmente - l’esibizione di circhi con animali. Belgio, Austria e Polonia hanno stabilito di limitare il divieto all’utilizzo di animali di sole specie selvatiche.

Anche in Italia si stanno muovendo dei passi importanti in questa direzione, infatti, già da alcuni anni si tiene un Festival del Circo Contemporaneo, senza animali. Una grande affluenza di pubblico dimostra quanto sia giusta la strada intrapresa. Nessuna frusta, nessuna privazione, nessun dolore, nessun animale.

Molti comuni non concedono spazi alle attività di circhi che impieghino animali.
Sarebbe cosa importante che anche il comune di Seregno sostenga il punto di vista della LAV attraverso una apposità regolamentazione. Gradirei conoscere la posizione dell’Amministrazione comunale di Seregno.

Distinti saluti

Giuseppina Minotti

(capogruppo della FdS)

Per approfondire l'argomento clicca qui.

Gottardo e Alptransit: ricordi ed emozioni...

Riceviamo da Gianni il seguente commento e lo ringraziamo per le belle e toccanti parole.


...mi ha commosso il post su Alptransit...

anche se è da qualche anno che non passo più le vacanze a Faido, alla Leventina, al Gottardo e al Ticino tutto rivolgo sempre un pensiero.


Le prime volte che salivamo sul massiccio del
Gottardo abbiamo avuto modo di assistere ai primi passi dei cantieri di ammirare l'impegno e la coesione di uomini e donne (di tutto il mondo) per costruire un opera così importante.

Oggi, a casa mia, abbiamo provato una profonda commozione e una grande gioia per la caduta dell'ultimo diaframma, forse non è tutto poi così schifoso questo mondo. Basterebbe solo fare qualche chilometro per capirlo, per capire che c'è molto di meglio la fuori dalle nostre paure.

Un grazie di cuore agli amici ticinesi e a tutti gli svizzeri d'oltralpe e un ricordo quei minatori deceduti che, ieri, purtroppo, non hanno potuto condividere la gioia coi loro compagni.
Loro fanno le gallerie, noi continuamente innalziamo nuovi muri e nuovi recinti... sempre più distanti ed isolati dall'Europa e dal mondo.


Ciao e grazie,
Gianni


Segnaliamo qualche link su Alptransit e dintorni...

- il sito di Alptransit in italiano
- la pagina sul sito della RSI
- la pagina del telegiornale della RSI di ieri dedicato all'Alptransit

e i seguenti documentari del settimanale Falò dedicati alla grande opera ferroviaria, ma non solo
vedi ad esempio quello dedicato alla Pedemontana e al Cantello, regione di confine in suolo italiano.

- Vite per un tunnel
- Swissmetro, la forza delle idee
- L'oro di Cantello

Foto tratta dalla pubblicazione: La nuova ferrovia del San Gottardo

venerdì 15 ottobre 2010

Alptransit: da Milano all'Europa via ferro

E' crollato l'ultimo setto di roccia nel profondo delle Alpi Svizzere: con questo avvenimento si è aperto oggi il tunnel più lungo del mondo, in nuovo Gottardo Ferroviario, 57 km sotto terra che fanno parte di un'opera che, a partire dal 2016, metterà in collegamento diretto la Lombardia con l'Europa Centrale e i porti dell'Oceano Atlantico. E' questa la più grande infrastruttura mai costruita a tutto beneficio dell'economia lombarda e del nord Italia. Ma non la costruisce la Lombardia, bensì il Governo svizzero, o meglio il popolo svizzero, dal momento che la sua costruzione è frutto di un processo condiviso e partecipato dall'intera collettività di quel Paese, che ha deciso attraverso referendum sia di realizzare l'opera, sia di finanziarla attraverso una sorta di 'ecopass' applicato a tutti i mezzi pesanti che viaggiano sulla rete stradale svizzera, perchè i nostri vicini vogliono che la circolazione delle merci privilegi il trasporto ferroviario anziché gli spostamenti inquinanti a bordo di camion e TIR.

“Attraverso il coinvolgimento trasparente della popolazione, la piccola Svizzera realizza enormi opere, utili e in tempo – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – da noi invece la Legge Obiettivo ha reso opaca e discrezionale l'approvazione delle opere, che vengono realizzate al di fuori di una coerente programmazione, fanno cilecca sui finanziamenti e, anche quando rispondono a bisogni reali, diventano inutilmente devastanti per il territorio, come nel caso della Pedemontana”

L'esempio dell'autostrada della Brianza è calzante, perchè quella infrastruttura si prepara a diventare un contestatissimo cantiere eterno, con costi destinati a lievitare e cantieri che devasteranno quel poco di verde rimasto nel Nord Milano. Pare infatti (ma le progettazioni sono segretate!) che il progetto esecutivo dell'opera autostradale ridurrà a spezzatino i boschi della Brianza e del Comasco, e sbancherà perfino il Bosco delle Querce, autentico monumento verde sorto dopo il disastro ambientale che nel 1976 desertificò le aree investite dalla nube di diossina a Seveso e Meda. Il tutto senza che la popolazione interessata sia informata né messa nelle condizioni di incidere sul tracciato dell'opera. “Da noi la legge obiettivo, congegnata per escludere la popolazione dalle decisioni sulle opere, è chiaramente fallita; invece la Svizzera ci dimostra che le opere si possono realizzare meglio e più speditamente se la popolazione è ascoltate e coinvolta”

Ma le autostrade lombarde, semmai verranno ultimate, rischiano di collassare subito dopo l'apertura del nuovo Gottardo Svizzero, se – come sembra – non ci prepariamo a fare i conti con quell'opera, che impone nuovi collegamenti ferroviari e un complessivo rilancio del trasporto e della logistica ferroviaria: esattamente l'opposto di quanto sta avvenendo in Italia, dove le ferrovie smantellano la divisione Cargo, dismettono gli scali merci, impediscono l'ingresso di operatori merci sulla rete ferroviaria. I collegamenti ferroviari e i servizi logistici per gestire l'enorme flusso di merci che sbarcherà in Lombardia con la nuova ferrovia transalpina sono infatti del tutto inadeguati: Legambiente paventa il rischio che, a partire dal 2016, decine di milioni di tonnellate di merci, una volta valicato il confine di Stato, troveranno ad attenderli solo flotte sterminate di TIR inquinanti.

“Gli svizzeri ci mostrano la strada da seguire – dichiara Dario Balotta, esperto trasporti di Legambiente Lombardia – peccato che invece sul versante sud delle Alpi ci si limiti ad aprire cantieri elettorali di devastanti opere autostradali che chissà quando, e se, saranno completate. Nella completa assenza di una pianificazione della mobilità in Lombardia, il dono fattoci dagli Svizzeri rischia di trasformarsi in incubo, perchè il nostro governo regionale non sta facendo nulla per attrezzarsi in attesa della rivoluzione dei trasporti che il nuovo tunnel del Gottardo potrebbe permettere”.

Immagini tratte da: www.57km.ch